Scienza

COSE DELL’ALTRO MONDO – La Nasa verso la scoperta del vero “Pandora”

di Andrea Nido -


“Davanti a noi c’era Pandora. Uno cresce sentendone parlare, ma non avevo mai immaginato che ci sarei andato”. Se esiste una cosa che davvero non ha limiti né confini è la capacità umana di viaggiare con l’immaginazione. La citazione è tratta dal film Avatar e il pianeta Pandora, nel sistema di Alpha Centauri, è la location dove si svolge la storia.

Il regista James Cameron non è nuovo a dare corpo ai fantastici voli della sua fantasia, infatti ha diretto anche film come Terminator e Alien, oltre ad aver dato un contributo fondamentale per il ritrovamento del Titanic, un’operazione considerata impossibile da realizzare a causa dell’estrema profondità alla quale si trova il relitto. Ma c’è una differenza abissale tra l’immaginare una qualsiasi cosa, per poi realizzarla qui sulla Terra, e concepire un viaggio interstellare rendendolo possibile.

“Le audaci missioni che la Nasa intraprende a beneficio dell’umanità iniziano tutte come solo un’idea, e il Niac è responsabile di ispirare molte di quelle idee”. Così Jim Free, amministratore associato della Nasa, ha introdotto il programma Niac Innovative Advanced Concepts. Proprio da questo progetto, per esempio, deriva la realizzazione dell’elicottero marziano Mars Ingenuity. Ma la vera sfida che gli ingegneri di Houston e Washington si sono dati è rappresentata dall’esplorazione di un piccolo pianetino blu, considerato probabilmente adatto alla vita, nel sistema di Alpha Centauri. Proxima b, è questo il suo nome, si trova nella zona chiamata “Riccioli d’oro”, ovvero la fascia orbitale dove la temperatura di un pianeta roccioso permette all’acqua di rimanere liquida.

Il vero “Pandora” orbita intorno alla stella Proxima Centauri, classificata come nana rossa, distante dalla Terra poco più di un parsec, cioè 4,35 anni luce. Gli scienziati che lavorano al programma stanno sviluppando un sistema di propulsione innovativo che permetterà alla sonda di viaggiare a un quarto della velocità della luce, ovvero 75mila chilometri al secondo. Arriveremo a destinazione in vent’anni, non nei 20mila necessari utilizzando le attuali tecnologie. La data di partenza? 2069. Speriamo di esserci.


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