Ambiente

“La nostra rabbia è energia rinnovabile”

di Angelo Vitale -


Primo sciopero globale dell’anno contro il cambiamento climatico, i giovani di tutto il mondo scendono in strada contro un sistema fondato essenzialmente ancora sulle energie fossili. Sono decine gli appuntamenti e le manifestazioni in tutta Italia. Al loro centro, la fotografia immediata della situazione geopolitica, che coniuga il conflitto russo-ucraino alla crisi, come è stato davvero durante tutto questo anno. “Con la guerra e le molteplici crisi che stiamo vivendo, le grandi aziende del fossile hanno accumulato enormi extraprofitti, mentre dilaga la povertà energetica. La nostra rabbia è energia rinnovabile!” denunciano i Fridays for Future. E allora il Wwf fa sapere che 8 giovani su 10 sono preoccupati del climate change, mentre 6 su 10 bocciano la manovra del Governo. Allora è finita l’era del loro disinteresse per la politica? O forse c’è ormai maggiore consapevolezza che tutto questo non è la vecchia politica, perché attraversa ogni giorno le loro vite, i loro comportamenti, i loro consumi. Il 77% dei giovani italiani è preoccupato per il climate change. Il 75% auspica che tutta l’energia italiana venga prodotta da fonti rinnovabili. Il 58% ritiene che il cambiamento climatico abbia già un impatto sulla propria vita.

 

I giovani del nostro Paese, insomma, manifestano viva preoccupazione circa il climate change e chiedono al governo che venga fatto di più, siano adottate misure e decisioni a favore dell’obiettivo 100% rinnovabili. E’ ciò che molto genericamente emerge dalla ricerca promossa dal Wwf e condotta da Emg Different. In più, il 56% si dice impegnato in azioni quotidiane per affrontare la crisi climatica. Mentre più della metà del campione s’impegna a fare scelte di consumo più sostenibili e il 44% si aspetta subito interventi dalle istituzioni. Come si può immaginare – volendo approfondire la cosa – quasi frasi fatte, perché tutto ciò che viene pressantemente richiesto appartiene a una manovra che da decenni fatica a farsi realtà in Italia non solo per i governi che si sono succeduti ma anche per inerzie e freni delle imprese, burocrazia degli enti locali, e altro ancora. Comunque la ricerca afferma netta l’opinione dei giovani italiani circa le rinnovabili. E, ancora, il 73% ritiene che le fonti di energia rinnovabile siano la soluzione all’attuale crisi energetica.

 

Più dettagliate le risposte sui comportamenti circa la crisi climatica.
La ricerca li mette a confronto con loro stessi. Le risposte prendono allora due strade. Quella responsabile e determinata, sulle scelte di consumo più sostenibili (energia, trasporti, cibo, ecc.) per il 53% e sulla richiesta di provvedimenti immediati (44%), ma anche quella originata dal vedersi troppo soli rispetto ad un problema troppo grande: da qui il senso di impotenza (40%) e dell’eco-ansia (28%), la preoccupazione per il destino ambientale della Terra. Qui il Wwwf chiama gli adulti, tra i quali comprende quelli ai vertici delle istituzioni, a “mostrare seria volontà di agire e quindi aiutare a una reazione positiva dei giovani, con benefici per il Paese e la società”. Posto in questo modo, un tavolo troppo ampio – ci pare – ove sia i genitori che i politici potranno svicolare facilmente per fuggire da responsabilità che invece sono obbligatorie, necessarie, urgenti, indispensabili.

Bocciate, alla fine della ricerca, anche le imprese: per i giovani non fanno abbastanza per affrontare la crisi climatica. E nonostante la comunicazione spinta su questi temi da parte delle aziende, solo il 39% pensa che stiano realmente contribuendo a trovare soluzioni.

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