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La nuova fiammata del gas. Così i partiti vanno in tilt

Timori per il record di 317 euro al kw e lo spettro dei razionamenti per l’inverno.

di Rita Cavallaro -

©Gianluca Pascutti


Per Calenda è “emergenza nazionale” e chiede lo stop delle elezioni. Salvini replica: “Sa di perdere”. Ma a perderci saranno gli italiani.

La bomba del gas infiamma la campagna elettorale e manda in tilt la politica, sempre più nel caos per la spasmodica ricerca di una soluzione alla crisi energetica.

Ieri il prezzo del gas ha registrato un nuovo record negli scambi sul Ttf di Amsterdam, toccando quota 317 euro a megawattora nella mattinata, per poi scendere a 315 e schizzare di nuovo sopra i 320. E la fibrillazione dei mercati ha contagiato i partiti, che si sono affrettati a trovare una ricetta digeribile per gli elettori, sempre meno interessati alle chiacchiere da bar e sempre più preoccupati per lo spauracchio dei razionamenti e degli aumenti in bolletta.

Da un lato c’è il premier Mario Draghi, che al Meeting di Rimini ha illustrato una situazione rassicurante e forse più rosea di quella che realmente è. Il premier uscente ha allontanato l’ombra dei razionamenti, perché le importazioni di gas russo sono “sempre meno significative e una loro eventuale interruzione avrebbe un impatto minore, gli stoccaggi sono oramai all’80 percento, in linea con il raggiungimento del 90 percento entro ottobre”. Draghi ha garantito che “con i nuovi rigassificatori l’Italia sarà in grado di essere completamente indipendente dal gas russo dall’autunno 2024. È un obiettivo fondamentale per la sicurezza nazionale”. Eppure l’ottimismo dell’ex Bce, che ha ammesso quanto il suo governo si sia “spinto molto a livello Ue per un tetto massimo al prezzo del gas” e che “alcuni paesi continuano ad opporsi perché temono blocchi forniture”, non si riflette neppure su chi spende il suo nome per fare campagna elettorale e usa l’agenda Draghi come modello. Il riferimento è a Carlo Calenda, per nulla ottimista e addirittura tanto allarmato da lanciare un tweet catastrofista: “Siamo in emergenza nazionale. Grazie a Matteo Salvini, Silvio Berlusconi e Giuseppe Conte. Il Governo Draghi ha le mani legate. Ma servono 10 miliardi per le imprese, sganciamento rinnovabili dal gas e 30 miliardi sulle famiglie. Ora. Le forze politiche sospendano la campagna elettorale e si dichiarino pronte a supportare il piano del governo, rigassificatore incluso, e un eventuale scostamento di bilancio”. Il leader di Azione indossa le vesti del catastrofista da propaganda elettorale per chiedere di fermare la campagna? Più di qualcosa non torna nel suo cinguettio e il leader della Lega non perde occasione per lanciare una frecciatina all’avversario. “Calenda probabilmente dice che bisogna sospendere la campagna elettorale perché sa che ha già perso, prima di cominciare”, ironizza Matteo Salvini.

Fuori dalla realtà pure la dichiarazione di Angelo Bonelli, co-portavoce nazionale di Europa Verde ed esponente dell’Alleanza Verdi e Sinistra, che parlando di speculazioni dei mercati sul prezzo del gas, ha chiesto al Governo “di proporre in sede europea la sospensione delle contrattazioni del gas nella borsa Amsterdam”. Un po’ come a scuola, quando per evitare l’interrogazione gli studenti annunciano l’autogestione.

E nel mare magnum dei timori scatenati dal nuovo record, con le associazioni d’impresa tutto il giorno in prima linea a chiedere soluzioni immediate e un tetto al prezzo del gas, fonti dell’Esecutivo sono dovute intervenire per cercare di calmare gli animi, annunciando un pacchetto di misure in arrivo per l’Italia, che “resta al livello di preallerta” e non ha ancora raggiunto i tre gradi di emergenza illustrati nel dossier gas. Perché nonostante la fiammata dei prezzi, “il gas c’è, non c’è motivo di pensare a razionamenti, semmai il problema è un altro, ovvero il rigassificatore. Se non se ne realizza almeno uno in tempi stretti, nel 2023 andremo in emergenza, soprattutto non potremo affrancarci, come stiamo facendo, dal gas russo”, precisano da Palazzo Chigi, forti di quegli stoccaggi che dovrebbero garantire di superare l’inverno e pronti a un pacchetto di aiuti per le imprese, che arriverà già a settembre. E poi resta sullo sfondo il rigassificatore, da realizzare in tempi rapidi, entro marzo, altrimenti potrebbero andare persi 5 miliardi di metri cubi di gas a Piombino.

A parte le misure già disposte dal governo per tentare di scongiurare i razionamenti all’orizzonte, in un inverno in cui vedremo spegnersi le luci delle città e limitare “spintaneamente” i consumi energetici, saranno fondamentali per il futuro del nostro Paese gli interventi sul piano energetico dell’Esecutivo che verrà.

Per il centrodestra, che ha presentato un programma unitario in 15 punti, fondamentale il tema del nucleare, ma con cautela, attraverso “la creazione di impianti di ultima generazione senza veti e preconcetti, valutando anche il ricorso al nucleare pulito e sicuro”. Salvini lo ha precisato anche al Meeting di Rimini, sottolineando: “Se l’Italia vuole essere indipendente dal punto di vista energetico non può essere l’unico grande Paese a dire di no alle centrali pulite”. Giorgia Meloni apre al price cap, il tetto del gas, ma solo se europeo. La presidente di FdI si dice “favorevolissima, ma attenzione ad imporlo a livello italiano. Perché le società che gestiscono l’energia nel nostro Paese non sono pubbliche, a meno che non si decida di nazionalizzarle e di questo se ne può anche parlare”.

Il Pd, invece, affronta il tema energetico partendo dalla transizione ecologica, fissando obiettivi climatici che comprendono ricerca, innovazione ed ecosostenibilità nelle aziende. Enrico Letta ha preparato un pacchetto di 5 punti contro il caro energia, che va dal controllo dei prezzi al raddoppiamento del credito d’imposta per compensare gli extra costi delle aziende.

Il leader di Impegno Civico, Luigi Di Maio, è convinto che la battaglia sul prezzo del gas vada vinta subito, “tra settembre e ottobre”, senza aspettare che sia il prossimo Esecutivo a tornare a trattare. L’obiettivo del ministro è quello di fare subito fronte comune contro il caro bollette che si sta abbattendo su famiglie e imprese. E sui programmi futuri del suo partito in tema di energia rimanda all’agenda Draghi. Come d’altronde fanno Matteo Renzi e Carlo Calenda. Senza sforzarsi, gli interventi sono già stati scritti da qualcun altro. 


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