Esteri

La nuova sfida di Meloni: “Integrare i Paesi di quell’area nell’Ue. Italia in prima linea”

di Domenico Pecile -

IL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO, GIORGIA MELONI


I Balcani sempre più al centro delle priorità dell’Unione europea. E, detto con uno dei passaggi del premier Giorgia Meloni. “L’obiettivo del governo è quello di portare più Italia nei Balcani e nel contempo l’Ue deve sviluppare una nuova visione nei confronti di questa regione”. Il videomessaggio del premier è calato durante la Conferenza nazionale lItalia e i Balcani occidentali: crescita e sviluppo, tenutasi a Trieste e cui hanno partecipato, tra gli altri, il vicepresidente del Consiglio e ministro degli Esteri Antonio Tajani e il presidente della Giunta regionale del Fvg, Massimiliano Fedriga. Per la Meloni l’Italia non può e non deve “permettere che questo quadrante strategico per il nostro continente resti ancora a lungo fuori dalla casa comune europea. Ed la ragione per cui il nostro Paese continuerà a battersi in prima linea affinché il processo di integrazione europea dei Balcani occidentali possa proseguire con ancora più slancio e determinazione”. Anche perché “la guerra di aggressione della Federazione russa all’Ucraina, giunta oggi all’undicesimo mese, ci pone davanti a scelte inevitabilmente strategiche”. Proprio per questo, il premier ha avuto parole di elogio per la Conferenza resa più che mai necessaria viste le attuali dinamiche geopolitiche. Che ha poi aggiunto che le aspirazione dell’Italia hanno trovato piena condivisione in quella regione: “E’ quello che ci chiedono gli amici della regione, l’ho constatato personalmente in occasione del vertice di Tirana. Siamo protagonisti nella regione, ma dobbiamo rinnovare questa presenza e investire nei settori strategici”. Non a caso, come ha rimarcato Roberto Luongo, direttore generale Agenzia Ice, “nei primi 9 mesi di quest’anno abbiamo avuto una crescita di interscambio con i Paesi balcanici occidentali del 40 per cento rispetto al 2021, quindi una intensificazione molto forte che va di pari passo con quello che l’Italia fa nel mondo. L’Italia è una potenza economica e commerciale che si esplica anche in questa area strategica”. Secondo il ministro Tajani “l’azione che stiamo conducendo nei Balcani, anche attraverso la giornata odierna, che considero una pietra miliare per la nostra strategia, è parte di quella politica italiana differente in tutta l’area del Mediterraneo allargato”. A tale proposito Tajani ha citato il viaggio del premier Giorgia Meloni in Algeria e le sue visite in Egitto, Tunisia e Turchia ribadendo che “vogliamo avere un’Italia presente e l’obiettivo è quello di favorire la crescita del nostro Paese. Stiamo già pensando come si può lavorare per favorire la ricostruzione dell’Ucraina che sarà parte del mercato interno della futura Unione europea e anche lì vogliamo essere presenti, dire la nostra perché abbiamo da portare il nostro saper fare anche lì”. Inoltre, secondo il vice premier nei Balcani abbiamo cominciato ad essere presenti lanciando da Belgrado e da Pristina la presenza italiana con il ministro Crosetto, “una iniziativa politica che andrà avanti nelle prossime settimane e nei prossimi mesi in questa regione”. Tajani ha anche ricordato che sarebbe opportuno aprire una sede operativa della Bei a Trieste con lo scopo di supportare gli investimenti e lo sviluppo economico nell’area del
Mediterraneo e anche dei Balcani occidentali”. Da parte sua il governatore del Friuli Venezia Giulia, Fedriga, ha affermato che “Dobbiamo ragionare sulle opportunità economiche nell’ambito dei rapporti dell’Europa e dell’Italia con i Balcani, con riferimento in particolare alla necessità strategica per il mpondo occidentale di non essere più dipendente da filiere produttive diventate un monopolio di Stati lontani dai valori fi libertà e di rispetto dei diritti democratici”. Come ha poi spiegato lo stesso presidente del Fvg, le due recenti crisi globali, vale a dire la pandemia e la guerra in Ucraina hanno messo in evidenza la debolezza delle democrazie occidentali: dipendenti all’inizio del Covid dalla produzione di dispositivi sanitari provenienti dal far east e dalla fornitura del gas della Russia subito dopo l’invasione della Crimea da parte di Mosca. “In questa direzione – ha aggiunto Fedriga – siamo pronti a concentrare le nostre politiche regionali di cooperazione già in atto con i Paesi dei Balcani occidentali attraverso tutti gli strumenti che abbiamo a disposizione”. E sulla Conferenza non poteva mancare un approfondimento sulle tensioni politiche in Kosovo tra kosovari e minoranza serba. Sul dossier Serbia- Kossovo – ha commentato l’ambasciatore italiano a Belgrado, Luca Gori – c’è una proposta europea di normalizzazione sul tavolo. Il presidente serbo “Vucic ha fatto un importante discorso alla nazione e noi ci aspettiamo che tutte le parti siano responsabili e si arrivi quanto prima a questa normalizzazione che darebbe nuova stabilità alla regione e metterebbe anche le basi per una nuova prosperità economica. L’ambasciatore ha poi sottolineato che l’Italia assieme ad altri Paesi sta cercando di facilitare il dialogo tra Belgrado e Pristina, “tanto che la settimana scorsa c’è stata una missione importante a cui ha partecipato anche il consiglierediplomatico della premier Giorgia Meloni, l’ambasciatore Talò”.

Torna alle notizie in home