La nuova strategia di Trump: distensione con Pyongyang e braccio di ferro con Pechino
Donald Trump starebbe pensando di riavvicinarsi a Kim Jong Un, il presidente nordcoreano, in caso di un suo ritorno alla Casa Bianca. Secondo fonti citate da Politico, l’ex presidente sta considerando un piano che prevede la possibilità per Pyongyang di mantenere le armi nucleari già sviluppate ed offra incentivi finanziari al regime per evitare che ne produca altre, come un alleggerimento delle sanzioni economiche ed altre forme di aiuto.
La nuova strategia segnerebbe una sostanziale differenza rispetto alla prima amministrazione Trump, sulla cui agenda politica la denuclearizzazione della Corea del Nord campeggiava ai primi posti. E costituirebbe una concessione importante a Kim, verso il quale il tycoon non ha fatto mai mistero di aver sviluppato un’insolita amicizia, durante i tre incontri avuti durante il suo primo mandato.
Non più tardi di tre mesi fa, nella Repubblica Popolare Democratica di Corea, è stato varato “Hero Kim Kun-ok”, il primo sottomarino da attacco nucleare, contrassegnato dal numero 84, che porta il nome di un ufficiale della marina degli anni Quaranta.
Il Comitato Centrale del partito unico punta da tempo a “modernizzare continuamente le forze navali e incoraggiare l’adozione di armi nucleari da parte della Marina in futuro”.
In occasione della festa della Marina militare, il presidente della Corea del Nord, davanti alle truppe schierate, aveva annunciato che la forza navale sarebbe entrata presto a far parte della deterrenza nucleare, accusando Washington e i suoi alleati di rendere “instabili le acque con il pericolo di una guerra atomica”.
“Lo scopo dello sviluppo di una forza nucleare è proteggere in modo affidabile la dignità e la sovranità dello Stato e del popolo. E’ la la causa rivoluzionaria più grande e più importante, e il suo obiettivo finale è possedere la forza strategica più forte del mondo, la forza assoluta che non ha eguali nel secolo”, aveva affermato invece durante la solenne cerimonia di presentazione e promozione della squadra di scienziati che sta lavorando al progetto di sviluppo del nuovo Hwasong-17, il missile intercontinentale soprannominato “Il mostro”, che sarebbe in grado di raggiungere qualsiasi punto degli Stati Uniti.
Se la sua corsa dovesse concludersi con un successo, “The Donald” sarebbe pronto a rinunciare ad ogni tentativo di convincere il suo esuberante “interlocutore” a smantellare l’arsenale atomico, per evitare di sprecare tempo e risorse inutilmente su negoziati considerati “futili” e concentrarsi sulla competizione con la Cina, ritenuta di gran lunga più importante.
“Lui vuole un accordo, ma quale tipo di accordo? Non so se ci abbia ancora pensato a fondo”, aggiungono fonti trumpiane.
E’ possibile che il leader dell’ala oltranzista del GOP continui a puntare alla denuclearizzazione come obiettivo a lungo termine, conclude Politico, ma in ogni caso un accordo a breve termine su altre basi costituirebbe uno strappo importante con la linea seguita per decenni da amministrazioni sia democratiche che repubblicane.
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