Attualità

La Pedemontana veneta è finita, Zaia: “Adesso serve la A31 Nord”

di Ivano Tolettini -


Adesso l’attenzione delle categorie economiche venete e trentine si focalizza sulla A31 Nord, l’autostrada fantasma che da mezzo secolo non riesce a decollare dal casello di Piovene Rocchette, nel Vicentino. Già, perché con l’ultimo budello d’asfalto di 1,2 chilometri, la bretella inaugurata pochi giorni fa, è stato completato l’innesto della Pedemontana Veneta (SPV) nella A4 a Brendola, a due passi da Vicenza. È la strada sulla quale si è impegnato dal 2017 il governatore Luca Zaia. Essa taglia per 95 chilometri, attraversando 36 Comuni tra l’Alto Vicentino e la Marca Trevigiana, cuore pulsante delle medie e piccole aziende che sono la colonna vertebrale del Nordest, e collega la A4 Brescia-Padova alla A27 Alemagna. La grande infrastruttura dallo scorso fine settimana è realtà. Automobilisti e camionisti possono evitare il tratto congestionato di Padova-Mestre. In poco più di 40 minuti si percorre quello che fino a sei anni fa si impiegava quasi il doppio del tempo, a causa del traffico congestionato sulla viabilità ordinaria. Soddisfatto il governatore veneto Luca Zaia che parla di “un’arteria strategica per il nostro sistema economico e di avere trasformato quello che pareva un cadavere eccellente in una superstrada che aiuterà il Veneto a crescere”. Certo c’è il rebus dei costi, perché al di là dei 2,2 miliardi spesi per costruire SPV dal consorzio stabile Sis, di cui 1,3 miliardi finanziati dai privati, 615 milioni dallo Stato e 300 milioni dalla Regione, dal 2023 per 39 anni il Veneto dovrà pagare un canone medio d’affitto di quasi 300 milioni di euro al costruttore, trattenendosi in cambio i pedaggi. Finora essi sono stati nettamente inferiori, perché solo col completamento la SPV diventa operativa in pieno. Quest’anno i ricavi dovrebbero aggirarsi sugli 80-90 milioni, mentre l’anno scorso sono stati 63 milioni. Per questo c’è chi, come il consigliere regionale Pd Andrea Zanoni, teme l’accumularsi del passivo nelle casse venete e il taglio della spesa, ad esempio sanitaria. Per ora le tariffe sono ritenute alte dagli autotrasportatori, anche se la giunta Zaia sta lavorando per la rimodulazione. Ciò che fa ben sperare la Regione è che a marzo i transiti medi giornalieri sono stati 14 mila, rispetto agli 8.900 dell’anno prima, e le prospettive sono di un miglioramento dei numeri. “Con l’interconnessione stimiamo che ci sarà un aumento del traffico fino al 20% – sottolinea Zaia – e questo consentirà di avere uno scenario nuovo e di potere ritoccare i pedaggi”. Il dossier è all’attenzione dell’assessore ai Trasporti, Elisa de Berti. Con il governatore Zaia e il ministro alle Infrastrutture, Matteo Salvini, che si è dato da fare per la SPV e che tifa anche per il completamento della A31, erano presenti i vertici di A4 Holding, il presidente Gonzalo Alcalde e il direttore Bruno Chiari, che hanno spiegato come il cantiere del nuovo innesto nella A4 ha dovuto convivere con altri due cantieri, quello della Tav e della SPV stessa. Intanto l’attenzione si sposta sul completamento della Valdastico Nord, appunto la A31, anche se i Comuni di Trento e Rovereto si sono rivolti al Tar per far annullare i provvedimenti della variante al Piano urbanistico provinciale (Pup), adottati dalla Provincia autonoma di Trento. “La Regione tifa perché venga realizzata la Valdastico Nord” , dice Zaia, per collegare il Vicentino a Trento in maniera più rapida e decongestionare la A22 del Brennero, che appare sempre più intasata. E sullo sfondo c’è il futuro della concessione della A4 Brescia-Padova e A31, in scadenza nel 2026. Zaia ha più volte ribadito che c’è un interesse del pubblico a rilevarla in house, in particolare della Regione con la Concessione autostradali venete (Cav). Attualmente la ricca concessione da 200 milioni di utili annui è in capo alla famiglia Benetton e agli spagnoli di Abertis. Se per A4 Holding si aprisse lo spiraglio di completare la A31, per la quale c’è già il progetto finanziato del primo tratto nel Vicentino tra Piovene Rocchette e Pedemonte, la concessione si rinnoverebbe in maniera automatica. La partita a scacchi politico-finanziaria è in pieno svolgimento.


Torna alle notizie in home