Attualità

La pensione è pignorabile, ma è necessario innalzare il minimo vitale a € 1000

di Redazione -


La crisi politica è ormai in atto e tutti parlano del tema delle pensioni, ma nessuno si preoccupa veramente delle tutele per i soggetti pensionati sovraindebitati, che devono fare i conti con pensioni minime, problemi di salute, aumenti dei costi di energia e gas e sostenere i debiti contratti (spesso per aiutare i parenti) con banche e finanziarie – che senza adeguatamente valutare il merito creditizio erogano credito a chi non avrebbe i presupposti -.

Occorre mettere un limite di sbarramento al pignoramento delle pensioni.

Il pensionato, che ha debiti, rischia dunque  un’esecuzione forzata di prelievo su una parte di pensione, in quanto sarà con il pignoramento presso terzi che il creditore andrà a soddisfare il proprio credito. È l’articolo 543 del Codice di procedura civile a riconoscere al creditore il diritto a soddisfare le proprie pretese anche aggredendo i beni non ancora nella disponibilità del debitore ma di un terzo soggetto (il cosiddetto terzo pignorato). Attraverso la procedura del pignoramento presso terzi, si procede con l’espropriazione forzata di beni che solo in futuro entreranno nella disponibilità del debitore, come ad esempio lo stipendio, la pensione o anche il TFR (trattamento di fine rapporto).

L’esecuzione forzata del debito tramite il pignoramento presso terzi può essere richiesta da qualsiasi creditore (privati, banche e Agenzia delle Entrate Riscossione) ma deve essere disposta da un giudice. In questo caso il pignoramento della pensione può avvenire in modi diversi:

-attaccando la pensione del debitore direttamente presso l’ente erogatore (come ad esempio l’INPS) prima che l’importo venga pagato;

-aggredendo la pensione del debitore dopo che questa viene accreditata sul conto corrente, quindi rivolgendosi alla Banca o alla Posta.

In ogni caso le regole per il pignoramento  della pensione  stabiliscono il creditore non può acquisire più del cosiddetto minimo vitale.

La legge, difatti, prevede che la pensione sia aggredibile per i debiti non pagati, attraverso il pignoramento della stessa nella misura di un quinto; che la parte della pensione pignorabile sia quella corrispondente all’importo dell’assegno sociale  –  che per il 2022 è pari 460,74 euro – aumentato della metà. L’importo dell’assegno sociale viene aggiornato di anno in anno.

Va tuttavia detto che non tutte le pensioni possono essere oggetto di pignoramento. Le tipologie di trattamenti pensionistici che vengono erogati e considerati pignorabili  sono:

-pensione ordinaria;

-pensione di reversibilità, e in base alla percentuale di pensione che viene erogata al familiare superstite;

-pensione di invalidità, pignorabile solo per il pagamento di un credito alimentare in favore di figli, ex coniuge e familiari che vivono in condizioni di difficoltà economica, altrimenti la pensione di invalidità non è pignorabile privilegio così come non lo è per debiti di natura ordinaria, come quelli, con banche e finanziarie; o esattoriale, cioè con Agenzia delle Entrate e Agenzia per la Riscossione Esattoriale, Inps e Pubblica Amministrazione.

-Non sono pignorabili, invece, le pensioni che hanno natura assistenziale come:

-assegno sociale;

-pensione di invalidità, se non si è soggetti al pagamento di un credito alimentare in favore di figli, ex coniuge e familiari che vivono in condizioni di difficoltà economica, e per debiti di natura ordinaria, come quelli, con banche e finanziarie; o esattoriale, cioè con Agenzia delle Entrate e Agenzia per la Riscossione Esattoriale, Inps e Pubblica Amministrazione;

-pensione di invalidità totale;

-indennità di accompagnamento.

Quale è l’attuale limite pignorabile della  pensione?

Il  “minimo vitale” da rispettare e che non può esser pignorato in alcun caso, come già accennato prima, corrisponde all’importo dell’assegno sociale aumentato della metà.  Per calcolare questa soglia, bisogna prendere l’importo dell’assegno sociale aggiornato al 2022 e aumentarlo della sua metà. Ne risulta che quest’anno, considerando che l’importo dell’assegno sociale è pari a 460,74 €, la soglia di pensione non pignorabile è pari a 691,11€;  va da se  che della restante pensione può essere invece pignorata.

L’Agenzia Entrate quanto può pignorare su una pensione?

In particolare, l’Agenzia delle Entrate Riscossione può pignorare:
un decimo: se la mensilità non supera 2.500 euro;
un settimo: se la mensilità va da 2.5001 a 5.000 euro;
un quinto: se la mensilità è superiore a 5.000 euro.

Queste soglie si calcolano sul netto della pensione detratto il cosiddetto minimo vitale.

  • A fronte del limite del minimo vitale, va detto che questo oggi appare insufficiente, considerato:
    l’inflazione;
  • l’aumento dei costi per vivere ( acqua, luce, gas)
  • aumento dei tassi di mutui e finanziamenti

Per questi motivi, lo SPORTELLO SOCIALE ANTICRSI, che assiste sovraindebitati in difficolta in via preventiva per evitare il ricorso a forme di usura, si è fatto portatore di un’iniziativa sociale attivando, tramite il sistema di charge.org. una petizione per  l’innalzamento del minimo vitale delle pensioni ad €. 1000, al fine di aiutare i pensionati che sono tra i soggetti più esposti agli aumenti del caro-vita.

Qui il link della petizione “ https://chng.it/RsPKnNWNW7

Aiutami a sostenere questa petizione per innalzare il limite di pignorabilita’ delle pensioni a 1000 Euro. Supporta e divulga questa azione sociale. Ti chiedo di votare e di condividere il messaggio”

L’intenzione è di far si che i partiti politici inseriscano nei loro programmi il tema delle pensioni e dell’aumento del minimo vitale impignorabile e che  il nuovo parlamento – che andrà a formarsi –  possa presentare un proposta di legge sul punto.


Torna alle notizie in home