Augurio di Natale con la mente rivolta all’Ucraina.
Questa la preghiera di Papa Francesco che, nel giorno di Santo Stefano si è riaffacciato in piazza San Pietro, rivolgendosi ai suoi fedeli e ai pellegrini per l’Angelus e dedicando uno dei suoi appelli alle persone coinvolte nel conflitto. “Rinnovo il mio augurio di pace, per le famiglie, per le comunità parrocchiali e per l’Ucraina” ha detto il pontefice, “chiediamo la pace per la cara Ucraina e per questo popolo martoriato”.
Il Papa già nel giorno di Natale aveva dedicato la celebrazione della nascita di Cristo a tutte le vittime delle guerre: “Anche in questo Natale un’umanità insaziabile di soldi, potere e piacere non fa posto, come fu per Gesù, ai più piccoli, a tanti nascituri, poveri, dimenticati. Penso soprattutto ai bambini divorati da guerre, povertà e ingiustizia” sono state le parole del pontefice. Di nuovo ieri, affacciandosi verso i fedeli e trovandosi di fronte a numerose bandiere dell’Ucraina, Papa Francesco ha ricordato le vittime e le sofferenze di chi vive il conflitto, pregando per una risoluzione e per una pace nel più breve tempo possibile.
Nell’introdurre la preghiera mariana, il pontefice ha ricordato, nel giorno della sua celebrazione, il martire Santo Stefano, celebrato per il suo servizio e soprattutto per le opere di carità. Una testimonianza rievocata dal Papa per ricordare il potere del perdono, che è “un grande dono” e “la forza di fare passi di apertura e riconciliazione”. Chiedendo la grazia del perdono al Signore, Francesco ha spiegato che è solo il perdono “a dire se davvero pratichiamo la carità”.
Un messaggio di amore e di conciliazione, ma soprattutto di pace, che il capo della Chiesa Cattolica sta invocando dall’inizio dell’invasione russa in Ucraina. Dallo scorso febbraio, infatti, il Pontefice e il Vaticano si sono schierati in difesa della pace e del popolo ucraino, vittima del conflitto.
Papa Francesco nel corso dei mesi ha sempre indirizzato le proprie preghiere a sostegno delle vittime e della popolazione sofferente, esortando anche i fedeli, in tutto il mondo, a fare lo stesso. Il pontefice ha definito la guerra “insensata”, ma anche “ingiustificata”, dicendosi più e più volte preoccupato dalle gravi e devastanti conseguenze e mostrando, soprattutto negli ultimi mesi, la propria preoccupazione per la crescente minaccia atomica.
Le parole del Pontefice non sono mai passate inosservate e hanno sempre cercato di smuovere le coscienze: “Mi affliggono i fiumi di sangue e di lacrime versati in questi mesi. Mi addolorano le migliaia di vittime in particolare tra i bambini e le tante distruzioni che hanno lasciato senza casa molte persone e famiglie e minacciano con il freddo e la fame vasti territori”. Parole forti ed emozionanti con cui Francesco ha cercato di arrivare anche alle istituzioni, a cui si è rivolto con decisione: “Quanto sangue deve ancora scorrere perché capiamo che la guerra non è mai una soluzione ma solo una distruzione?”.