L'identità: Storie, volti e voci al femminile Poltrone Rosse



Esteri

La rediviva fascinazione atomica fa tremare il mondo

La sfida a distanza tra le superpotenze rischia di avere epiloghi pericolosi

di Ernesto Ferrante -


L’ordine dato dal presidente statunitense Donald Trump al Dipartimento della Guerra di riprendere immediatamente i test di armi nucleari su base paritaria rispetto a Cina e Russia, dimostra il deterioramento in atto degli accordi di controllo degli armamenti. La guerra in Ucraina ha fatto riemergere la tentazione atomica. La violenta retorica iniziale, ha lasciato il posto alle minacce concrete. La deterrenza come leva negoziale, è stata sostituita dalla clava dell’escalation. Nel mondo sono 9.614 le testate nucleari “utilizzabili” da subito.

La versione dei vertici Usa sul ritorno al passato

Il vicepresidente statunitense JD Vance ha dichiarato che i test sull’arsenale nucleare sono necessari per assicurarsi che “funzioni correttamente”. “Il presidente è stato chiaro, noi dobbiamo avere una deterrenza nucleare credibile. Riprendere i test è una maniera abbastanza responsabile, molto responsabile di farlo”, ha affermato il segretario alla Difesa americano Pete Hegseth da Kuala Lumpur, dove ha incontrato il collega cinese Dong Jun.

La reazione cinese alla svolta atomica a stelle e strisce

L’annuncio di Trump è arrivato in un momento estremamente delicato, proprio prima del faccia a faccia con il presidente cinese Xi Jinping. Nel corso di una conferenza stampa, Guo Jiakun, portavoce del Ministero degli Esteri del “Dragone”, ha fatto sapere che Pechino “spera che gli Stati Uniti rispettino sinceramente i propri obblighi nell’ambito del trattato sulla messa al bando totale degli esperimenti nucleari e il proprio impegno alla moratoria sui test nucleari”.

Il Ctbt è una garanzia relativa per il mondo

Il Comprehensive Nuclear-Test-Ban Treaty proibisce “qualsiasi esplosione di test di armi nucleari o qualsiasi altra esplosione nucleare”. Il Ctbt è stato adottato dall’Assemblea generale dell’Onu nel 1996, ma non è mai entrato in vigore perché non è stato ratificato da nove Paesi, tra cui gli stessi Stati Uniti. La Russia, invece, ha revocato la propria adesione nel 2023.

Nel 2019, gli Usa si sono ritirati dal trattato Inf (Intermediate-Range Nuclear Forces Treaty) che fu firmato nel 1987 da Reagan e Gorbaciov, accusando Mosca di averlo violato producendo missili vietati.

Le prove russe e il monito dell’Onu

I russi hanno recentemente rivendicato di aver lanciato con successo il drone sottomarino nucleare Poseidon, dotato di reattore atomico e capacità di trasportare testate nucleari. Pochi giorni prima è toccato al missile da crociera Burevestnik, che può volare per circa 14.000 chilometri.

Un portavoce delle Nazioni Unite ha ricordato che i test nucleari non devono essere mai consentiti, “in nessuna circostanza”. Anche il ministro degli Esteri tedesco Johann Wadephul ha esortato Stati Uniti e Russia rispettare le moratorie in materia.

Le operazioni a cui il tycoon ha fatto riferimento, richiedono anni e milioni di dollari. Gli ex funzionari del Nevada Test Site hanno spiegato che le differenze rispetto al passato sono notevoli, perché oggi per testare le nuove armi si ricorre principalmente a modelli informatici e “subcritical test” che si bloccano prima dell’effettiva esplosione.

La furia iraniana

L’uscita del capo della Casa Bianca ha fatto andare su tutte le furie Teheran. “Dopo aver rinominato il dipartimento alla Difesa in dipartimento della Guerra – ha denunciato il ministro degli Esteri iraniano Abbas Araghchi su Xun bullo dotato di armi nucleari riprenderà i test delle armi atomiche”. Si tratta, ha proseguito il capo della diplomazia iraniana, di “una mossa irresponsabile e regressiva e una minaccia seria alla pace ed alla sicurezza internazionali”. Araghchi ha esortato la comunità internazionale a unirsi contro gli Stati Uniti, colpevoli di “normalizzare la proliferazione di questi armi orribili”. La guerra dei 12 giorni con Israele e le bombe statunitensi sui suoi siti per il nucleare civile, hanno il sapore amaro della beffa per le autorità della Repubblica islamica dell’Iran.

L’accordo di Washington con Nuova Delhi

Non è nucleare, ma è potenzialmente esplosivo l’accordo decennale firmato in materia di difesa da Stati Uniti e India a margine del vertice dell’Asean in Malesia. Questa intesa, ha riferito il capo del Pentagono Pete Hegseth dopo il colloquio avuto con il ministro della Difesa indiano Rajnath Singh, “rafforza la nostra partnership in materia di difesa, un pilastro fondamentale per la stabilità e la deterrenza regionale”. Washington e Nuova Delhi stanno aumentando il coordinamento, la condivisione delle informazioni e la cooperazione tecnologica.


Torna alle notizie in home