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La rivolta di Lampedusa e arriva (alla buon’ora) von der Leyen

EUROPA INTERMITTENTE – La rivolta di Lampedusa e arriva (alla buon’ora) von der Leyen

Ancora arrivi, ancora trasferimenti, ancora emergenza. A Lampedusa si continuano ad accogliere centinaia di persone e si continuano a contare i morti. Stamattina all’alba la costa siciliana ha restituito, insieme a circa 40 persone a bordo di un barchino, il cadavere di un bambino: il piccolo, nato durante il viaggio in mare, non ha resistito alla traversata e al suo arrivo i soccorsi non hanno potuto far altro che constatarne il decesso, probabilmente per stenti. Gli sbarchi non si sono fermati neanche nelle ultime ore e circa 18 imbarcazioni sono approdate al porto dell’avamposto siciliano: oltre 800 sono i nuovi arrivati, che si uniscono agli altri rimasti nel centro di Contrada Imbriacola che ne accoglie ad ora oltre 2.500 su una capienza massima di 400 persone.

Dal molo al centro di accoglienza e in ogni angolo disponibile sul piccolo lembo di terra che separa il mare dal resto dell’isola, volontari e operatori stanno continuando incessantemente a garantire beni di prima necessità e prima accoglienza, lavorando senza sosta e spesso, non riuscendo ad avere il controllo su quanto accade. E se l’emergenza, la paura e la preoccupazione all’interno delle strutture viene gestita dagli operatori e dai volontari guidati da “un principio ineludibile” che è quello “dell’umanità” – sottolinea la nota della Croce Rossa Italiana – fuori dal centro la tensione cresce di momento in momento. Un clima di agitazione e di protesta, che è esplosa quando fra gli isolani si è diffusa la notizia – anzi, una voce – che per alleggerire il centro verrà creata una tendopoli nell’ex base militare. “Adesso basta, adesso basta, adesso basta!” con questo semplice slogan un centinaio di lampedusani si sono uniti in un corteo guidato dal vicesindaco Attilio Lucia (Lega). La piccola colonna umana nella mattina di ieri ha bloccato per alcune ore via Vittorio Emanuele, all’incrocio con via Ariosto e interrotto il traffico verso il municipio, con diverse auto incolonnate e bloccate.

Eppure, fa sapere il questore di Agrigento Emanuele Ricifari, “Non si tratta di un nuovo hotspot” – che invece è in via di realizzazione a Porto Empedocle – visto che “Lampedusa è stata esclusa totalmente dal prefetto Valerio Valenti e dal prefetto di Agrigento Filippo Romano per la nascita di nuove strutture d’accoglienza”. Una risposta che non tranquillizza: perché l’ultima ipotesi di un nuovo centro è stata solamente la cosiddetta goccia che ha fatto traboccare il vaso dei lampedusani, che si trovano ad accogliere i migranti dal mare da decenni. “Lampedusa non può più sopportare tutto questo, non ce la possiamo fare” dicono i cittadini per voce del vicesindaco, “Da oggi Lampedusa dice basta, i lampedusani sono stanchi” e ancora “Questa non è accoglienza”. Una protesta che si rivolge alle istituzioni nazionali – “Questo governo è fallimentare” grida Lucia – e comunitarie: “Lampedusa è nostra e non del governo o dell’Unione Europea”. Di certo, gli abitanti dell’isola conoscono meglio di chiunque altro il contesto d’accoglienza, ma soprattutto le problematiche della gestione dei flussi migratori in entrata sull’isola e in uscita per i trasferimenti. Sul territorio si conoscono ampiamente i problemi e si ipotizzano anche le soluzioni.

E così sul territorio è arrivata nella giornata di venerdì una delegazione Ue, per “toccare con mano” l’emergenza e oggi, a toccare con mano sarà la presidente della Commissione Ue Ursula von der Leyen. Ieri la presidente Meloni aveva annunciato di aver scritto alla presidente della Commissione per invitarla a recarsi a Lampedusa. In questo modo avrebbe potuto “rendersi personalmente conto della gravità della situazione che affrontiamo e accelerare immediatamente la concretizzazione dell’accordo con la Tunisia trasferendo le risorse concordate”. Una richiesta a cui è arrivata una risposta, positiva, immediata. “Ursula von der Leyen si recherà a Lampedusa su invito del primo ministro italiano Meloni” ha scritto sui social il portavoce della Commissione europea Eric Mamer. Già ieri infatti, la presidente della Commissione è arrivata a Roma dove incontrerà Giorgia Meloni prima di partire per Lampedusa. Una visita che servirà sicuramente ad avere coscienza di quanto accade, con l’auspicio che non sia solo una passerella.

EUROPA INTERMITTENTE – La rivolta di Lampedusa e arriva (alla buon’ora) von der Leyen

Ancora arrivi, ancora trasferimenti, ancora emergenza. A Lampedusa si continuano ad accogliere centinaia di persone e si continuano a contare i morti. Stamattina all’alba la costa siciliana ha restituito, insieme a circa 40 persone a bordo di un barchino, il cadavere di un bambino: il piccolo, nato durante il viaggio in mare, non ha resistito alla traversata e al suo arrivo i soccorsi non hanno potuto far altro che constatarne il decesso, probabilmente per stenti. Gli sbarchi non si sono fermati neanche nelle ultime ore e circa 18 imbarcazioni sono approdate al porto dell’avamposto siciliano: oltre 800 sono i nuovi arrivati, che si uniscono agli altri rimasti nel centro di Contrada Imbriacola che ne accoglie ad ora oltre 2.500 su una capienza massima di 400 persone.

Dal molo al centro di accoglienza e in ogni angolo disponibile sul piccolo lembo di terra che separa il mare dal resto dell’isola, volontari e operatori stanno continuando incessantemente a garantire beni di prima necessità e prima accoglienza, lavorando senza sosta e spesso, non riuscendo ad avere il controllo su quanto accade. E se l’emergenza, la paura e la preoccupazione all’interno delle strutture viene gestita dagli operatori e dai volontari guidati da “un principio ineludibile” che è quello “dell’umanità” – sottolinea la nota della Croce Rossa Italiana – fuori dal centro la tensione cresce di momento in momento. Un clima di agitazione e di protesta, che è esplosa quando fra gli isolani si è diffusa la notizia – anzi, una voce – che per alleggerire il centro verrà creata una tendopoli nell’ex base militare. “Adesso basta, adesso basta, adesso basta!” con questo semplice slogan un centinaio di lampedusani si sono uniti in un corteo guidato dal vicesindaco Attilio Lucia (Lega). La piccola colonna umana nella mattina di ieri ha bloccato per alcune ore via Vittorio Emanuele, all’incrocio con via Ariosto e interrotto il traffico verso il municipio, con diverse auto incolonnate e bloccate.

Eppure, fa sapere il questore di Agrigento Emanuele Ricifari, “Non si tratta di un nuovo hotspot” – che invece è in via di realizzazione a Porto Empedocle – visto che “Lampedusa è stata esclusa totalmente dal prefetto Valerio Valenti e dal prefetto di Agrigento Filippo Romano per la nascita di nuove strutture d’accoglienza”. Una risposta che non tranquillizza: perché l’ultima ipotesi di un nuovo centro è stata solamente la cosiddetta goccia che ha fatto traboccare il vaso dei lampedusani, che si trovano ad accogliere i migranti dal mare da decenni. “Lampedusa non può più sopportare tutto questo, non ce la possiamo fare” dicono i cittadini per voce del vicesindaco, “Da oggi Lampedusa dice basta, i lampedusani sono stanchi” e ancora “Questa non è accoglienza”. Una protesta che si rivolge alle istituzioni nazionali – “Questo governo è fallimentare” grida Lucia – e comunitarie: “Lampedusa è nostra e non del governo o dell’Unione Europea”. Di certo, gli abitanti dell’isola conoscono meglio di chiunque altro il contesto d’accoglienza, ma soprattutto le problematiche della gestione dei flussi migratori in entrata sull’isola e in uscita per i trasferimenti. Sul territorio si conoscono ampiamente i problemi e si ipotizzano anche le soluzioni.

E così sul territorio è arrivata nella giornata di venerdì una delegazione Ue, per “toccare con mano” l’emergenza e oggi, a toccare con mano sarà la presidente della Commissione Ue Ursula von der Leyen. Ieri la presidente Meloni aveva annunciato di aver scritto alla presidente della Commissione per invitarla a recarsi a Lampedusa. In questo modo avrebbe potuto “rendersi personalmente conto della gravità della situazione che affrontiamo e accelerare immediatamente la concretizzazione dell’accordo con la Tunisia trasferendo le risorse concordate”. Una richiesta a cui è arrivata una risposta, positiva, immediata. “Ursula von der Leyen si recherà a Lampedusa su invito del primo ministro italiano Meloni” ha scritto sui social il portavoce della Commissione europea Eric Mamer. Già ieri infatti, la presidente della Commissione è arrivata a Roma dove incontrerà Giorgia Meloni prima di partire per Lampedusa. Una visita che servirà sicuramente ad avere coscienza di quanto accade, con l’auspicio che non sia solo una passerella.

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