Esteri

La Russia non si aspetta “svolte magiche” dai negoziati a Istanbul

Passi indietro di Kiev nella lotta alla corruzione

di Ernesto Ferrante -


Il terzo round di negoziati tra Russia e Ucraina a Istanbul è accompagnato da aspettative ridotte al lumicino. Sul campo i combattimenti continuano e la fornitura a Kiev di cinque sistemi di difesa aerea Patriot, concordata da Germania e Stati Uniti, non va certo nella direzione di una soluzione politica al conflitto. La realtà delle cose induce ad ipotizzare al massimo intese su aspetti secondari. “Non abbiamo motivo per aspettarci svolte magiche, risultati difficilmente possibili nella situazione attuale”. Si è espresso così il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov, in riferimento all’atteso incontro di oggi tra le parti. “Siamo onesti, la questione è così complicata che è già un successo raggiungere accordi sullo scambio di prigionieri o sulla restituzione delle salme”, ha affermato Peskov in dichiarazioni riportate dalla Tass.

La posizione della Russia

Il ministro degli Esteri russo, Sergei Lavrov, ha auspicato che i Paesi europei seguano la linea “ragionevole” dell’amministrazione Usa di Donald Trump verso Mosca, “che include la disponibilità al dialogo, la volontà di ascoltare e sentire”, mentre ora insistono nel vedere nella Russia un “nemico eterno”, concentrando “tutte le risorse, tutte le tasse esclusivamente sulla militarizzazione dell’Europa”.

In un post su X, il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha fatto sapere di aver dato disposizioni “affinché venga formata una delegazione per i negoziati con la parte russa”. La squadra sarà guidata da Rustem Umerov e comprenderà “rappresentanti dell’intelligence ucraina, del ministero degli Esteri ucraino e dell’ufficio della presidenza”. Zelensky ha precisato inoltre che “il capo dell’ufficio presidenziale, Andriy Yermak, ha riferito sul coordinamento dei nostri sforzi diplomatici con i partner in Europa e negli Stati Uniti”.

Il leader ucraino prevede che prossimamente “vengano effettuati diversi cicli di scambi, in conformità con gli accordi raggiunti nel secondo incontro di Istanbul”, per il reciproco rimpatrio di prigionieri con la Russia.

Marcia indietro di Kiev sul terreno della lotta alla corruzione

I deputati ucraini hanno approvato una serie di emendamenti per rimuovere l’indipendenza di due organismi anticorruzione nel Paese, in seguito all’arresto di un funzionario che lavorava presso una di queste agenzie. Il Parlamento ucraino, con 263 voti favorevoli e 13 contrari, si è pronunciato a favore della “subordinazione” del Bureau nazionale anticorruzione e dell’Ufficio anticorruzione specializzato all’autorità diretta del procuratore generale, nominato dal presidente.

Il giro di vite è stato anticipato dalle perquisizioni effettuate dall’Sbu, il servizio di sicurezza ucraino, all’interno del Nabu, l’Agenzia nazionale anticorruzione, nell’ambito di un’inchiesta su presunti legami tra alcuni suoi funzionari e i servizi segreti russi. A riportare la notizia è stato “Politico”, aggiungendo che due agenti di alto livello, tra cui il detective Ruslan Magamedrasulov, sono stati arrestati con l’accusa di essere “infiltrati” per conto dei russi. Il Nabu ha respinto tutte le accuse al mittente.

Una doccia fredda per Bruxelles, troppo frettolosa nel celebrare i presunti “progressi” dell’Ucraina in questo delicato campo. “L’Unione Europea è preoccupata per le recenti azioni dell’Ucraina nei confronti delle sue istituzioni anticorruzione. L’Ucraina ha bisogno del Bureau nazionale anticorruzione e dell’Ufficio anticorruzione specializzato. Queste istituzioni sono cruciali per l’agenda di riforme dell’Ucraina e devono operare in modo indipendente per combattere la corruzione e mantenere la fiducia pubblica”, ha detto un portavoce della Commissione europea durante il briefing giornaliero con la stampa.

L’Unione europea “fornisce un’assistenza finanziaria significativa all’Ucraina, condizionata ai progressi nella trasparenza, nella riforma della giustizia e nella governance democratica”, ha sottolineato il portavoce, ricordando che l’adesione ucraina all’Ue “richiederà una forte capacità di combattere la corruzione e di garantire la resilienza istituzionale” e che il blocco “continuerà a monitorare la situazione e a sostenere l’Ucraina nel mantenere lo stato di diritto”.


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