La santoreggia – Memorie Aromatiche
SANTOREGGIA
ORIGINE
La santoreggia (Satureja hortensis per l’annuale, Satureja montana per la perenne) è una pianta aromatica della famiglia delle Lamiaceae, originaria delle regioni mediterranee e balcaniche. Era già nota agli antichi romani e greci, che ne apprezzavano le virtù culinarie, afrodisiache e terapeutiche.
- Nell’antichità, era consacrata a Dioniso, dio del vino e della passione, e veniva considerata pianta afrodisiaca, usata nei filtri d’amore.
- I romani la utilizzavano come conservante naturale e per aromatizzare pietanze, vino e aceti.
- Nel Medioevo, i monaci la coltivavano negli horti sanitatis come pianta medicinale contro raffreddori, dolori e malinconia.
- Era considerata un tonico dell’anima capace di ravvivare spirito e corpo.
ETIMOLOGIA DEL NOME
Il nome “santoreggia” deriva dal latino satureia, a sua volta legato al termine saturare (riempire, saziare) e alla parola satyri, cioè i satiri, creature mitologiche associate all’erotismo e alla vitalità.
Da qui, la fama di “erba del desiderio”, tanto che nei conventi medievali ne era vietata la coltivazione, ritenuta troppo stimolante per i voti monastici.
EFFETTI BENEFICI SULLA SALUTE
La santoreggia contiene olio essenziale ricco di carvacrolo, timolo, cineolo, oltre a flavonoidi, tannini e sali minerali. Vanta proprietà digestive, antisettiche, balsamiche e tonificanti.
Proprietà principali:
- Digestiva e carminativa
Rimedio tradizionale per gonfiore, crampi intestinali, digestione lenta e flatulenza. - Antibatterica e antivirale
Efficace contro raffreddori, mal di gola e infezioni intestinali. - Tonica e stimolante
Combatte astenia, apatia, malinconia e aiuta a recuperare le forze nei periodi di stress. - Afrodisiaca (secondo tradizione)
Considerata utile per ravvivare il desiderio e l’energia sessuale, soprattutto maschile. - Espettorante e balsamica
Favorisce la liberazione delle vie respiratorie.
Usi consigliati:
- Infuso o decotto: dopo i pasti, per disturbi digestivi o come tonico generale.
- Gargarismi con l’infuso: per afte, gengiviti, mal di gola.
- Olio essenziale (uso esterno): da diluire per massaggi tonificanti.
- Culinario (foglie fresche o secche): ottima su legumi, arrosti, verdure, formaggi.
CONTROINDICAZIONI
- L’olio essenziale, se usato in dosi elevate o per lunghi periodi, può essere irritante e va sempre diluito e usato sotto controllo esperto.
- Meglio evitarne l’uso in gravidanza, in caso di ulcere gastriche, o in presenza di allergie alle Lamiaceae.
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