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La sfida di Possamai “Fermare la destra al Nord Il Pd riparta dal territorio”

di Ivano Tolettini -


“Il primo turno è stato al di sopra delle aspettative. Speravamo di portare il sindaco uscente di Vicenza al ballottaggio, anche perché Francesco Rucco aveva sempre sostenuto che avrebbe vinto al primo turno. Un sondaggio di qualche settimana prima del voto diceva che lo dava 17 punti avanti, 51 a 34, e quindi sicuramente siamo andati al di là delle nostre aspettative e loro. Dopo di che siamo consapevoli che tra il primo e secondo turno è un’altra partita, quindi siamo determinati e anche molto umili”. A parlare è il 33enne Giacomo Possamai, protagonista di una delle più clamorose sorprese del primo turno alle Comunali. Il capogruppo Pd in Regione, votato nel 2020 da più di 11 mila veneti, è stato anche favorito dalle divisioni nel centrodestra. Tre ex assessori si sono messi in proprio. Uno, l’ex azzurro Matteo Tosetto, ha formato una lista alleata con Possamai. Gli altri due Lucio Zoppello e Claudio Cicero hanno fatto una scelta di campo divergente.
Il primo appoggia lei, il secondo il sindaco. Entrambi hanno preso gli stessi voti, dunque la partita è a suo vantaggio?
L’apparentamento tra Rucco e Cicero ha fatto indignare molti in città perché il secondo è stato il più feroce oppositore di Rucco durante tutta la campagna elettorale, attaccandolo non solo sul piano politico, definendolo “un sindaco tragico”, ma addirittura sul piano personale dicendo che non aveva fiducia, che non si era dimostrato leale. Con questi voltafaccia le persone restano spiazzate e i cittadini giudicano.
E con Zoppello?
Non è un apparentamento, io proseguo con la squadra del primo turno in maniera libera, nessuno accordo sulla giunta, o su altre cose come ha fatto il centrodestra, dunque noi proseguiamo liberi. Zoppello guiderà la cabina di regia sulla Tav, in particolare sull’attraversamento ad est della città.
La questione Tav è il cuore dei problemi di Vicenza non solo dei prossimi cinque anni.
I cantieri saranno molto lunghi. È la più grande sfida che abbiamo davanti e la città sconta l’amministrazione uscente che in cinque anni ha trascurato in maniera pesantissima il tema senza dialogare con i cittadini e Roma, né con Iricav Due né con Rfi, e ci siamo trovati che tra preliminare e definitivo gli abbattimenti sono quintuplicatipi, le aree di cantiere raddoppiate, i tempi di cantiere sono arrivati a nove da sei, quindi oggi ci troviamo a mettere assieme i cocci.
Rucco replica che ha ereditato una situazione incardinata dalla precedente amministrazione Variati di centrosinistra, di cui lei, Possamai, è la continuazione ideale-politica.
Rucco è l’unico sindaco che ho visto che alla fine del mandato dà la colpa ancora ai sindaci precedenti. È un male tutto italiano di dare sempre la colpa a chi c’era prima. Generalmente questa cosa dura un paio d’anni, mentre stavolta dura da cinque anni. È il segno tangibile dell’immobilismo della sua giunta. (Possamai durante l’intervista continua a incontrare gente in centro a Vicenza che lo saluta; “buon voto” ripete in maniera ecumenica, ringraziando tutti).
Se diventasse sindaco quale sarebbe la prima questione da affrontare?
Convocherei immediatamente Ircav Due e Rfi per un confronto sulla Tav e sulle modifiche che chiederemmo. Sia nella parte della progettazione definitiva ad ovest che in questi anni è stata trascurata dal sindaco, e soprattutto serve una trattazione unitaria tra ovest ed est per fare in modo che ci sia un unico ragionamento sulla progettazione in città. Sicuramente già nei primi giorni metteremmo le mani su questo fronte strategico.
Possamai, allarghiamo lo scenario al Pd, partito di cui è autorevole rappresentante e la presunta fine della luna di miele con Schlein. Che idea del Pd e della segretaria, visto che durante le primarie ha sostenuto Bonaccini?
In questo momento mi occupo di Vicenza. Abbiamo fatto una scelta molto chiara durante la campagna elettorale.
Non avete invitato i leader del suo partito perché in una città moderata con l’anima democristiana Elly Schlein è troppo a sinistra?
Non c’entra niente chi è segretario del partito. Sarebbe stato lo stesso se fosse stato Bonaccini o chiunque altro. La partita di Vicenza è dei vicentini, quindi abbiamo fatto la scelta di non invitare i leader nazionali.
Se vince avremo una direttrice Brescia-Verona-Vicenza-Padova formata di sindaci di centrosinistra.
Anche Bergamo e Milano.
Che cosa vuol dire che dove il centrodestra è maggioranza nel territorio, pensiamo alle ultime politiche, le città invece sono guidate dal centrosinistra?
I sindaci devono dialogare a prescindere dal colore politico. È uno dei messaggi forti della nostra campagna elettorale, l’idea di Vicenza nel cuore del Veneto metropolitano, nel cuore dell’area urbana del Nord est.
Un’ultima questione. Sulla gestione di Aim Agsm, la grande multiutility sorta dalla fusione delle municipalizzate di Verona e Vicenza, c’è spaccatura tra le due città. Se vince che cosa cambia?
Riportiamo la pace dentro un’azienda che fa più di 1 miliardo di fatturato e non può essere terreno di scontro. Non può essere balcanizzata come in questo momento, perché è un patrimonio non solo del territorio del Nord Est. Va fatta funzionare bene, anche perché dà tantissimi servizi ai vicentini. Stop alla guerra.

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