Primo Piano

“La sinistra non smantella i campi rom per dare i fondi Ue alle solite cooperative”

di Edoardo Sirignano -

Najo Adzovic ph. RomaToday


“La sinistra non vuole superare i campi rom perché qui ci lavorano centinaia di cooperative, ben finanziate dall’Europa”. A dirlo Najo Adzovic, ex portavoce della comunità rom nella capitale.

Da quando faceva il mediatore tra Alemanno e questo popolo, i problemi a Roma sono aumentati o diminuiti?
In questi ultimi anni si è cambiato in peggio. Quando c’era una destra radicata e forte al governo della città, stranamente, si è aperto un tavolo a trecentosessanta gradi con una comunità. C’era un piano sui campi, che erano diventati veri e propri villaggi della solidarietà. In ognuno di loro, c’era un servizio di portineria, regnava la massima sicurezza. Tutti sapevano chi entrava e usciva da quei luoghi. Continui erano i censimenti. È stato, poi, dato un permesso di soggiorno per motivi umanitari a quasi 2500 persone. Si faceva, insomma, il massimo per consentire alla nostra gente di vivere meglio nella città di Roma. Oggi, purtroppo, avviene l’esatto contrario. Le ultime amministrazioni, nei fatti, hanno deciso di far finta di nulla o meglio ancora abbandonare un intero popolo.

 

Ciò cosa comporta?
Prevale, purtroppo, la delinquenza, la microcriminalità organizzata. Tantissime famiglie per colpa di pochi malviventi vivono un’esistenza non semplice. Il tutto perché chi dovrebbe fare il proprio dovere, non lo fa.

Allo stesso tempo, però, è sempre più diffuso il mito che aggressioni, scippi e via dicendo siano causati prevalentemente dai suoi connazionali…
È sbagliato tutto ciò. Quando si stigmatizza sulla nostra gente, dicendo che tutti i rom sono borseggiatori o violenti, si commette un grave errore. Nessuno può negare che tra di noi ci sia chi è portato a delinquere. Detto ciò, siamo i primi a volere che queste persone paghino le loro azioni, a volere che lo Stato prenda i dovuti provvedimenti. Siamo stati sempre pronti a collaborare affinché ciò accada. La maggior parte della gente che vive nei campi, a differenza di come dice qualcuno, è la prima a mettere tra le priorità il rispetto della legalità.

 

Le difficoltà crescono anche perché, in molti casi, si tratta di veri e propri campi lager…
Chiediamo solo politiche sociali che possano aiutare famiglie che chiedono solo di poter mandare i propri figli a scuola, che intendono lavorare onestamente, che pagano le tasse e che per la maggior parte sono cittadini italiani, circa l’ottanta per cento. Stiamo parlando di persone che vivono in questo Paese dal 1700.

 

L’unico municipio di destra della capitale, intanto, chiede di chiudere lo storico accampamento di Salone…
L’associazione 21 luglio, ho visto le carte, sta semplicemente portando avanti un progetto di integrazione sociale per fare in modo che delle persone possano lasciare degli accampamenti. Il tutto, però, avverrà in modo graduale.

 

Tutto ciò, però, non è possibile senza il lasciapassare di Gualtieri. Il sindaco sposerà la causa?
Se il primo cittadino blocca un qualcosa di sperimentale, fa un danno all’intera Italia. Spero che tutto questo lavoro venga visionato bene. Si tratta di un iter minuzioso e delicato, dove non si possono commettere errori. Detto ciò, sbaglia il Comune a bloccarlo.

Hai fiducia nell’Amministrazione?
Non tanto!

 

Perché?
Non si vogliono superare i campi rom perché qui ci lavorano centinaia di cooperative, ben finanziate dall’Europa. Conviene tenere le persone in un certo fondo per fare in modo che siano garantite le risorse a qualcuno. Speriamo che l’interesse di pochi venga posto in secondo piano e prevalga la coscienza politica, che non deve avere colore politico.

 

C’è, intanto, anche all’interno della vostra comunità qualche furbetto?
Quelli sono ovunque. Siamo i primi a dire che chi ha la possibilità, non debba ricevere aiuti dalle istituzioni italiane. Questi soggetti devono vedersela da soli, comprarsi la casa e fare le cose come tutti gli altri cittadini. Allo stesso modo diciamo che una fascia debole, che non riesce a portare il pane a casa, che non ha una busta paga, debba essere tutelata e non abbandonata al proprio destino. Altrimenti non dobbiamo lamentarci che la delinquenza aumenti.

 

Come aiutarla?
Nell’inserimento del mondo del lavoro, in quello scolastico, tutti i cittadini devono avere gli stessi diritti. Altrimenti si alimenta una guerra tra poveri che non serve. Non vogliamo nessuna corsia preferenziale, ma solo essere considerati come tutti gli altri.
Basta con la favoletta che ai rom si danno le case e i romani si lasciano in mezzo alle strade. Questa è una propaganda sbagliata nei confronti di un popolo, che dopo quello ebreo, ha subito un grande olocausto. Siamo discriminati da secoli in tutto il mondo. Chiediamo solo dignità.

 

Oggi si parla molto di reddito di cittadinanza. Quanto ritiene importante il provvedimento?
Lo è per tutte le fasce disagiate. Stiamo parlando di un reddito che consente a famiglie di sbarcare il lunario. Grazie a tale strumento si è dato un duro colpo alla criminalità. Si delinque, quando, non si sa come portare un piatto caldo a casa. Si tratta, d’altronde, del vecchio metodo di sopravvivenza.

 

Come si sta comportando il governo?
Penso che l’esecutivo Meloni sia molto giovane. È sbagliato fare una valutazione prematura. Detto ciò, ci sono diversi sbaglia, come appunto quelli sul reddito di cittadinanza e sul bonus casa. La leader di FdI sa benissimo che con questi provvedimenti non agevola tutti i cittadini, anzi li mette in disagio. Lasciamola lavorare e vedremo, nei fatti, cosa succederà.


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