La sinistra “sfascista” e i valori della resistenza secondo Hamas
La sinistra perde potere e i toni diventano troppo aspri. Sì perché l’indicazione di non ricordare il 7 ottobre data da Francesca Albanese, a prescindere dalla ragione e dal torto, significa dire al pubblico più o meno avvertito e sensibile che in fondo Hamas aveva ragione a fare quello che ha fatto. E allora non c’è dialogo, non c’è trattativa, non c’è pace, bensì odio, odio e ancora odio. Israele aveva stipulato gli accordi di Abramo e dunque aveva avviato un proficuo percorso di pacificazione che includeva i principali paesi arabi di tutto il Medioriente e gli Stati Uniti di Donald Trump. A questo avrebbe dedicato Hamas la sua “resistenza”, il giorno di violenza peggiore della storia di Israele, l’unico paese occidentale ad aver vissuto un vero olocausto. La scelta di non condannare il 7 ottobre è il rifiuto di dare dignità ad un paese in nome di una efferatissima organizzazione terroristica che la distruzione di Israele la porta come sintesi dei propri “valori costituzionali”. Spero che coloro che assimilano questa gente al concetto di resistenza non abbia in mente quella italiana che, esclusa la componente comunista, era ben diversa dal terrorismo, sempre e comunque, avendo tra le sue file buona parte dei padri della patria. Nel caso di Hamas in questi giorni si sono sentiti degli accostamenti di questa organizzazione al diritto di difendere la terra che per costituzione significa distruggere l’altro stato che dovrebbe condividere la stessa terra. Mentre Hamas è terrorismo perché fa solo atti guerra e guerriglia, Israele è una stato che ha cercato sempre di negoziare una pace con chi fosse disponibile ad ascoltare. Si perché si era ad un passo da concretizzare il contenuto così faticosamente negoziato e si stava quindi cambiando quel destino infame che ti segna da prima di nascere e ti condanna all’odio. E sull’odio di ebrei e palestinesi si innesta quello speculativo e funzionale solo a conquistare potere con la violenza, perché non funzionano gli altri mezzi, di personaggi che stanno portando l’asticella del linguaggio politico ad un livello insostenibile. Questi sfascisti di certa sinistra per festeggiare il “trionfo” della flottiglia (certo non la XMas) si sono inventati il 7 ottobre come atto di resistenza, evidentemente resistendo al processo di pace innescato felicemente da Donald Trump, perché non c’era nient’altro a cui resistere e hanno deciso di condannare la reazione di Israele che, se gli ostaggi fossero stati liberati subito, non sarebbe neanche iniziata. Soprattutto si vuole sostenere che Hamas sia dalla parte dei diritti umani, del diritto costituzionale, del diritto internazionale. Ma come si fa ad arrivare a tanto? Leggendo lo statuto di Hamas forse chi scrive è stato sprovveduto a ritenerlo distinguibile da quello dei partiti della sinistra italiana, almeno di alcuni, e invece è proprio la stessa cosa. Quando i voti non arrivano bisogna utilizzare i metodi di Hamas e dirlo apertamente, tanto, come si legge nel suddetto statuto, tutti gli altri sono “Zionist Nazi” e piano piano si sta arrivando a dire che la nostra costituzione, fondata sulla resistenza, debba essere emendata e resa più simile a quella, più conforme al diritto internazionale e ai diritti umani, di Hamas. Sinceramente meglio essere un po’ più patrioti.
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