Esteri

La Siria è in frantumi, si è avverata la profezia di Ratibor

di Ernesto Ferrante -


“A seguito dei negoziati tra Assad e alcuni partecipanti al conflitto armato sul territorio della Siria, Assad ha deciso di lasciare la carica presidenziale e ha lasciato il paese, dando istruzioni per effettuare pacificamente il trasferimento del potere”, si legge in un comunicato del ministero degli esteri russo. “La Russia non ha partecipato a questi negoziati”, sottolineano i russi.

La Siria di Bashar al-Assad non esiste più. L’esercito, infiltrato e fiaccato da un numero altissimo di diserzioni, ha opposto una resistenza molto flebile, sciogliendosi come neve al sole. Il presidente Assad è fuggito, mentre le porte delle carceri venivano aperte, i magazzini militari diventavano bersagli per i saccheggiatori, e l’esercito di Israele, approfittando della situazione, ha varcato il confine con mezzi pesanti. I colloqui con i gruppi armati jihadisti per un trasferimento pacifico dei poteri, non hanno avuto buoni esiti. I negoziati si sono svolti a Doha, ma il piano è fallito.

Assad “non ha colto l’opportunità di riconciliarsi con il suo popolo” dopo la guerra civile scoppiata nel 2011. Prima che la situazione precipitasse del tutto, il ministro degli Esteri del Qatar, Sheikh Mohammed bin Abdulrahman bin Jassim Al Thani, aveva anticipato l’esito finale. Assad, aveva aggiunto, “non ha mostrato alcuna intenzione seria di dialogare con il suo popolo” per cui ”la situazione attuale in Siria era prevista”.

“Il rafforzamento delle truppe consentirà di aumentare le difese nella zona e di preparare le truppe per vari scenari”, hanno spiegato i militari dello Stato ebraico. Israele, nella giornata di ieri, ha rilevato “una diserzione di massa dei soldati siriani” e “si prepara al crollo completo del regime”. La tv pubblica israeliana Kan, ha citato alti funzionari, secondo i quali ciò che sta prendendo forma in Siria è “una svolta drammatica che potrebbe cambiare la realtà in Medio Oriente”.

Sulla sorte dell’ex leader, sono circolate varie ipotesi. “Molto probabilmente” è morto in un incidente aereo. A riferirlo sono state due fonti di Reuters. Poco prima che i ribelli conquistassero Damasco, un aereo della Syrian Air era decollato dall’aeroporto della capitale. Si ritiene che il presidente potesse essere a bordo. Durante il volo, “l’aereo ha virato inaspettatamente nella direzione opposta e poi è scomparso dai radar”. “Assad ha lasciato Damasco intorno alla mezzanotte e si è diretto alla base russa in Siria. Si presumeva che da lì sarebbe andato a Mosca”, ha dichiarato il giornalista israeliano Barak Ravid, citando fonti del governo di Tel Aviv.

Stando ai dati del servizio Flightradar24, la posizione dell’aereo è ancora sconosciuta: è decollato alle 05:00 ed è scomparso 40 minuti dopo nei pressi della città di Homs. Non si può escludere che sia stato spento il transponder, per ridurre al minimo il rischio di una sua individuazione. “È scomparso dai radar, forse il transponder era spento, ma penso che sia più probabile che l’aereo sia stato abbattuto”, ha rivelato un informatore siriano.

L’ambasciata iraniana a Damasco è stata presa d’assalto. L’Iraq sta evacuando la sua struttura diplomatica. L’ambasciata e il dipartimento consolare della missione diplomatica russa continuano a lavorare “come al solito”, si legge nella nota ufficiale del servizio stampa della missione diplomatica. Le autorità siriane stanno tenendo incontri con i militanti sunniti per garantire i servizi pubblici, ha fatto sapere ad Al Arabiya il capo del Ministero dell’Industria del Paese.

A chi conosce le dinamiche siriane, sarà tornata in mente la profezia di Yevgeny Prigozhin, capo e fondatore della compagnia Wagner. “Il 2 marzo 2017, all’alba, raccontò Prighozin, sono arrivato vicino a Palmira ed ero lì con un alto funzionario dell’amministrazione siriana, che è venuto a ringraziare i miei combattenti per aver accettato di riconquistare Palmira dal nemico per la seconda volta. La prima persona ad entrare a Palmira fu Ratibor, il comandante del primo distaccamento d’assalto. Ricordo bene le sue parole: si rivolse all’ufficiale e disse: ‘Se perderete ancora Palmira, sicuramente non la riconquisteremo per la terza volta’”.


Torna alle notizie in home