Politica

La solita mossa del cavallo

di Rita Cavallaro -


Sarà che non ha le sembianze giuste. Troppo giovane, niente barba, troppo goliardico per vestire i panni del saggio. Eppure Matteo Renzi è il grande vecchio della scena politica italiano, uno che gioca la sua partita a porte chiuse, mentre gli altri stadi sono pieni di supporter che tifano, gridano cornuto all’arbitro e poi perdono. Perché se in queste ore Silvio Berlusconi si contende i posti per la finale nella serie A del governo, Renzi già sta giocando il suo Mondiale. Il leader di Italia Viva ha un nuovo piano che potrebbe portarlo a sostituire Forza Italia qualora il Cavaliere arrivi alla rottura definitiva con la premier in pectore. Renzi, infatti, avrebbe avviato una di quelle sue macchinazioni che avvengono nell’ombra e che, quando te ne accorgi, è troppo tardi. Il senatore di Rignano è così che ha rovesciato governi e creato maggioranze, che ha fatto cadere Conte per sostituirlo con Draghi. E che, adesso, potrebbe dare un senso alla locuzione Terzo Polo, che il risultato delle urne non gli ha conferito. Allora tanto meglio prendere da solo quel ruolo, anche senza il socio Carlo Calenda, il quale continua a sottolineare che lui, con la Meloni, non ci andrà mai. Troppo diversi, il pariolino e la pasionaria della Garbatella. Ma non Renzi. Il senatore toscano, artefice del patto del Nazareno, non ha mai incarnato quell’idea della sinistra un po’ radical, schifata da tutto ciò che si allontana dai canoni dei democratici in salsa Capalbio. Renzi no, ha il pelo sullo stomaco, guarda lontano e vede sullo sfondo la crisi economica, i fondi del Pnrr, il ruolo centrale dell’Italia nel futuro dell’Europa. E non vuole precludersi l’occasione di contare nel futuro governo Meloni, che se non dovesse avere i voti di Forza Italia si troverebbe, suo malgrado, senza la maggioranza al Senato. Mentre Berlusconi si lecca ancora le ferite per il veto a Licia Ronzulli ed è occupato a forzare la mano per Elisabetta Casellati alla Giustizia, quale occasione più ghiotta per Matteo di trovare la quadra su una squadra ben precisa e garantire a Giorgia che l’Esecutivo si farà senza ricatti? Una squadra che fornirebbe l’appoggio all’esecutivo, in cui ci sarebbero i voti non solo dei parlamentari di Italia Viva, ma anche di un paio di forzisti che, di fronte alla rottura del Cav, lascerebbe il partito per andare con Renzi e perfino di alcuni eletti nel Pd che con Enrico Letta ormai non hanno più molto in comune. Sembra che in questo modo Renzi, abbandonando l’irremovibile Calenda, avrebbe raccolto un pacchetto di voti da portare in dono alla prima premier donna. Altro che mazzo di fiori, la galanteria del senatore di Rignano garantisce potere e governabilità e, di fronte alle garanzie, si starebbe ragionando anche sugli incarichi da dare ai nuovi alleati venuti dall’opposizione. Perché se poteva sembrare fantapolitica bollare renziani e piddini come i franchi soccorritori che hanno tirato la volata a Ignazio La Russa per l’elezione a presidente del Senato, non è fantasioso analizzare le mosse di Renzi per intuire dove vuole andare. Sicuramente non al Quirinale. Ed ecco la prova circostanziale del piano del leader di Italia Viva, emerso dalle inconsapevoli dichiarazioni di Calenda. “Con Matteo Renzi ci sentiamo tutti i giorni, lui ha fatto un passo indietro, non verrà alle consultazioni, ha anche molti impegni di lavoro all’estero. Alle consultazioni andrò con i due capigruppo e Teresa Bellanova, che è la presidente di Italia Viva”. Insomma, Matteo Renzi sulla scena del crimine non ci va: non guiderà la delegazione dal Presidente Sergio Mattarella, perché non ha intenzione di legare il suo nome all’opposizione. Come si intuisce perfino nella risposta di Calenda, che assicura la sua ostinazione a non voler entrare nella maggioranza. “Per Renzi dovete chiedere a Renzi. Azione e Italia Viva sono due partiti separati”, ha detto il pariolino. Inoltre un ulteriore indizio emergerà già oggi, con le nomine dei vice presidenti dei due rami del Parlamento, riguardo ai quali il Terzo Polo, nei giorni scorsi, ha sollevato polemiche e denunciato che parlerà a Mattarella della spartizione dei posti nel Pd. Insomma, prepariamo i popcorn e godiamoci il governo secondo Matteo. 


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