Esteri

La soluzione è in Africa: Mattarella vola in Kenia

di Domenico Pecile -


Il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, è arrivato ieri sera a Nairobi. Con lui i consiglieri diplomatici e il vice ministro degli Esteri con delega all’Africa, Edmondo Cirielli. Nel corso della tre giorni incontrerà anche il presidente keniano, William Ruto. Per il Capo dello Stato si tratta del sesto viaggio in Africa subshariana (dopo Camerun, Angola, Etiopia, Zambia e Mozambico) dal suo insediamento nel gennaio del 2015. Sarà quindi una trasferta particolarmente mirata e pianificata essendo il Kenya considerato uno Stato modello nel continente africano. Insomma, un esempio pilota anche in virtù dell’ultima, pacifica, transizione del potere, pur con le luci e le ombre che inevitabilmente accompagnano lo sviluppo e il progresso in queste aree del mondo. La scorsa estate ha visto William Rute ottenere la presidenza battendo in un serrato testa a testa il rivale e storico leader dell’opposizione. Non va neppure dimenticato l’importante ruolo di mediazione di questo stato nelle numerose crisi che si ripetono nel Corno d’Africa. Una mediazione che si aggiunge a quella che il Kenya sta svolgendo nella repubblica democratica del Congo, lacerato soprattutto nella parte orientale da conflitti con gruppi terroristi. E senza dimenticare il dialogo intrapreso con l’Eritrea per consentirle di uscire da una condizione di isolamento e di arretratezza. Il Kenya può vantare adesso anche un’ampia rete di piccole imprese e di start-up nei settori tecnologico e informatico (ad esempio il sistema di pagamenti elettronici M-Pesa sviluppato da Vodafone e dalla principale compagnia kenyota Sfaricom). Un Paese dunque che denota una marcata vivacità sul piano economico, tanto che si parla di Nairobi come di una sorta di Silicon Savannah. Fattori questi che consentono al Kenya di porsi come Paese a medio reddito nella classificazione della Banca mondiale. Da qui anche l’attenzione e l’interesse dell’Italia per progetti di cooperazione, dove all’aspetto più assistenziale è stato superato da un rapporto nel quale trovano maggiore spazio de autonomia e reciprocità. Un dato per capire l’importanza della visita è anche il fatto che nel corso della tre giorni sarà sottoscritto un accordo triennale da 100 milioni di euro, tra crediti e doni, in un piano di programmazione triennale. Ma al centro dei tanti incontri ci sarà sempre anche il tema ormai di drammatica attualità sulla lotta ai cambiamenti climatici. “L’Africa è il continente che oggi esprime le maggiori potenzialità e prospettive di crescita” sul piano demografico, sociale ed economico, quindi per l’Italia e per l’Europa rappresenta “un partner indispensabile e fondamentale”, con il quale “progettare assieme le forme di sviluppo del futuro” è il refrain di questi ultimi mesi dentro il quale si colloca questa tre giorni. Inoltre, il viaggio si colloca in un momento molto intenso nelle relazioni italo-africane e accompagnato dalla consapevolezza di una interessante e ampia prospettiva di partenariato, come dimostra anche la visita dell’’ad di Eni, Claudio Descalzi, pochi giorni fa, in occasione di un meeting governativo tarato sugli agri-hub: l’obiettivo è stato quello di lavorare su una filiera integrata, ovvero il cane a sei zampe intende valorizzare terreni marginali o degradati con coltivazioni che non competono con la filiera alimentare. Il primo impianto di Mukueni ha una capacità di 15mila tonnellate/anno e la sua produzione di oli vegetali sta già alimentando la raffineria di Gela. Tra pochi mkesi sarà avviato il secondo e a seguire un terzo, per arrivare a una produzione di 200 mila tonnellate entro il 2026. Oggi, come accennato, Mattarella sarà ricevuto allo State House dal presidente della repubblica, William Ruto, Al termine dei colloqui, i due Capi di Stato terranno una conferenza stampa. Il presidente deporrà quindi una corona al Mausoleo del primo presidente della repubblica del Kenya, Jomo Kenyatta, accolto dal presidente dell’Assemblea nazionale, Moses Masika Wetangulam e dal presidente del Senato, Amason Jeffah Kingi. Nel pomeriggio ci sarà il primo degli inco9ntri di carattere economico con la visita al Centro di formazione professionale di San Kizito, fondato nel 1994 con il sostegno del ministero degli Affari esteri italiano e dall’Associazione Volontari per il Servizio internazionale (Avis). In serata il pranzo sarà offerto dal preside Ruto
Domani, invece, il Capèo delo Stato sarà a Malindi dove è previso l’importante appuntamento al Centro spaziale “Luigi Broglio”, gestito dall’Agenzia spaziale italiana (Asi) e nato per il lancio dei satelliti dell’Asi. Oggi è diventato uno tra i principali centri di raccolta dati satellitari al mondo. Al centro lavorano circa 200 persone, il 90 per cento delle quali sono keniani e l’Italia è presente – con un ruolo di spicco – come formatore di capitare umano nel settore aerospaziale, che è in forte espansione anche nel resto dell’Africa. In serata incontrerà a Nairobi una rappresentanza della Comunità italiana in Kenya. E il 16 terrà una prolusione all’Università di Nairobi. Ultimo impegno ma non certo per importanza, prima della partenza per Roma, la visita all’E4lpact accelerator nato per formare giovani imprenditori attraverso collaborazioni tra atenei locali e internazionali. Si tratta di un organismo lanciato nel 2010 da Altis (l’Alta scuola d’impresa e società dell’Università cattolica di Milano, che si occupa, appunto, di formazione e incubazione di progetti imprenditoriali giovanili e start-up.

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