Esteri

La Spagna archivia la crisi dei migranti e fa pace col Marocco: “Frontiere di Ceuta e Melilla riapriranno presto”

José Manuel Albares, ministro degli Affari Esteri spagnolo, ha annunciato ieri che la riapertura dei valichi di frontiera delle città di Ceuta e Melilla, città autonome spagnole in territorio nordafricano, avverrà "nei prossimi giorni".

di Ilaria Paoletti -


Le frontiere sono state chiuse oltre due anni fa per contenere la diffusione dei contagi da Covid-19 e anche a causa della crisi diplomatica tra Spagna e Marocco. Il 19 maggio dello scorso anno, infatti, l’esercito iberico è intervenuto a Ceuta per respingere un numero impressionante di migranti: furono circa 8.000 quelli che tra il 18 e il 20 maggio 2021 approdarono a Ceuta dal Nord Africa. L’annuncio della riapertura è stato fatto ai giornalisti di Marrakech dopo due giorni di dialogo tra Albares e Nasser Bourita, suo omologo marocchino. Il capo della diplomazia iberico ha confermato che la “decisione politica” di riaprire le frontiere è stata presa di comune accordo con Rabat. Sarà tuttavia il ministero dell’Interno spagnolo, Fernando Grande-Marlaska, ad annunciare dettagliatamente quando ciò avverrà, poiché prima andranno risolti alcuni “aspetti pratici”. Stando all’ultimo decreto pubblicato sulla Gazzetta ufficiale, comunque, la data prescelta dovrebbe essere quella del 15 maggio. Albares si è dichiarato “soddisfatto” dall’avanzamento della tabella di marcia, stabilita in seguito all’incontro di marzo tra il premier Pedro Sanchez e Mohammed VI, re del Marocco. Il processo, usando le sue parole, procederebbe “senza pause ma anche senza urgenza”. Oltre alle riaperture di Ceuta e Melilla, questa estate tornerà anche l’Operazione Attraversamento dello Stretto (OPE), che si svolge dal 1986 e che permette la libera circolazione dei passeggeri tra il Marocco e l’Europa per le vacanze e che anch’essa ha subìto due anni di stop. Parlando ai cronisti, Albares ha pubblicamente respinto l’ipotesi che dietro lo spionaggio dei cellulari ai danni del premier Pedro Sanchez e del ministro della Difesa Margarita Robles via sia proprio Rabat. “Non c’è nessuna prova che lo confermi”, ha sentenziato il ministro degli Affari Esteri, ricordando come sia necessario fare chiarezza prima di dare adito a “congetture”. Albares ha parlato chiaramente: accusare di questo il Marocco, ora come ora, rischia di “danneggiare” le relazioni intraprese, che stanno proprio ora “entrando in una nuova fase di fiducia, basata sul rispetto reciproco e l’assenza di decisioni unilaterali”.


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