La spinta di Trump per colpire Mosca: Kiev può farlo così
Il presidente americano ha chiesto a Zelenski se l'Ucraina ha la possibilità di attaccare la capitale russa
Il Financial Times ha rivelato che Donald Trump, nelle sue conversazioni private più recenti con il presidente ucraino Volodymyr Zelensky, ha incoraggiato l’Ucraina a intensificare gli attacchi in profondità nel territorio russo, arrivando a chiedere direttamente a Zelensky se fosse in grado di colpire Mosca e San Pietroburgo. Questo dettaglio è stato confermato anche da altre fonti, che parlano di una pressione da parte di Trump affinché Kiev adotti una strategia più offensiva, inclusa la possibilità di colpire obiettivi sensibili in Russia.
L’attacco di Kiev a Mosca
Le considerazioni di Trump sarebbero avvenute nel corso della telefonata del 4 luglio con Volodymyr Zelenski. Una notizia che viene ora messa in relazione sulla promessa di invio di armi offensive a lungo raggio, come i Patriot, all’Ucraina.
Le possibilità dell’Ucraina
L’Ucraina ha già dimostrato la capacità di colpire obiettivi in profondità nel territorio russo, anche a migliaia di chilometri dal confine, grazie a droni a lungo raggio, operazioni di sabotaggio e attacchi coordinati su infrastrutture strategiche. Mosca, distante meno di mille chilometri dal fronte, è tecnicamente raggiungibile sia con droni che con missili occidentali in dotazione all’Ucraina, anche se finora non sono stati mai messi in atto attacchi diretti alla capitale russa.
La guerra ibrida
Una possibilità sarebbe quella dell’intensificazione programmata di una guerra ibrida, quella che doveva arridere la vittoria a Putin e che invece non c’è stata.
L’Ucraina ha già utilizzato droni esplosivi a controllo remoto, anche modelli semplici e low-cost, per colpire obiettivi in Russia, superando i limiti di portata degli aerei grazie a una logistica avanzata e all’uso di reti mobili per il controllo remoto. Droni che possono essere trasportati su camion e lanciati anche a grande distanza dal confine.
Kiev dispone poi di missili forniti dalla Nato, come gli Atacms statunitensi e gli SCALP/Storm Shadow franco-britannici, con gittate fino a 300-500 km, che potrebbero teoricamente raggiungere Mosca se dispiegati vicino al confine.
Infine, le operazioni speciali e i sabotaggi: l’Ucraina ha già condotto attacchi coordinati su obiettivi strategici russi, anche molto lontani dal fronte, come basi aeree e infrastrutture militari, dimostrando capacità di pianificazione e infiltrazione.
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