Esteri

La stampa internazionale stronca il vertice Trump-Putin

Da Washington a Parigi, da Londra a Berlino: commenti unanimi sulla mancanza di accordi sull’Ucraina e il successo di Mosca

di Giuseppe Ariola -


Il tanto atteso vertice tra Donald Trump e Vladimir Putin, tenutosi ad Anchorage, si è concluso con un bilancio che la stampa internazionale definisce pressoché unanime: nessuna intesa concreta sull’Ucraina e un ritorno in grande stile del presidente russo sulla scena globale. Le aspettative della vigilia erano state moderate, ma i commentatori riconoscono che nemmeno il minimo obiettivo – un cessate il fuoco temporaneo per consentire il proseguimento dei negoziati – è stato raggiunto.

La stampa Usa evidenzia il fallimento dell’incontro

Secondo il Washington Post, Trump e Putin non hanno voluto segnalare alcun accordo concreto, interrompendo anticipatamente la conferenza stampa e rifiutandosi di rispondere alle domande dei giornalisti. Il New York Times sottolinea che il summit è “finito prima ancora di cominciare”, non essendo stato raggiunto il primo passo fondamentale auspicato dagli osservatori internazionali. Lo stesso Trump, alla vigilia, aveva dichiarato che non sarebbe stato affatto contento di tornare a casa senza un cessate il fuoco: promessa tradita dai fatti.

I media europei si soffermano su come Putin abbia riacquistato centralità

La valutazione di Politico è netta: l’incontro si traduce in un “trionfo di Putin”. Una lettura condivisa anche dal Guardian, che rileva come, nonostante l’assenza di progressi sul fronte militare, il leader russo esca rafforzato sul piano dell’immagine, riacquisendo centralità dopo anni di isolamento. In Francia, Le Figaro riassume con un titolo eloquente: “Niente pace per l’Ucraina, solo il ritorno spettacolare di Putin sulla scena internazionale”. Sulla stessa linea Le Monde, che evidenzia l’impatto mediatico della ribalta conquistata dal Cremlino. Libération ridimensiona l’intero evento a un semplice esercizio di forma: “nessun piano per l’Ucraina”, solo “gesti cordiali” che non modificano la sostanza del conflitto.

La stampa tedesca si mostra particolarmente severa nei confronti di Trump. Bild parla di “nessun cessate il fuoco” e di “vaghi accenni a un accordo”, mentre Die Welt sostiene che Putin abbia “messo in imbarazzo” il presidente americano, incapace di imporre la propria agenda. Anche in Gran Bretagna The Times parla di un vertice “molto deludente”, privo di qualsiasi passo avanti diplomatico.

Dalla Spagna, El País rimarca che Trump non è riuscito a ottenere il cessate il fuoco, mentre Putin ha colto l’occasione per riposizionarsi con forza, scrollandosi di dosso l’isolamento internazionale.

Il filo conduttore che attraversa le principali testate europee e americane è dunque chiaro: se il summit avrebbe dovuto aprire la strada a un possibile dialogo di pace, si è trasformato in un palcoscenico che ha favorito soprattutto Putin. Le foto sorridenti e le strette di mano non bastano a nascondere la mancanza di risultati concreti. Anzi, per molti osservatori, rischiano di accentuare la percezione di un presidente americano debole e incerto, a fronte di un leader russo che ha saputo sfruttare ogni sfumatura scenografica per ribadire la propria forza.

In definitiva, il vertice di Anchorage non ha segnato una svolta nel conflitto ucraino. Nessuna tregua, nessuna road map per la pace, soltanto un ritorno d’immagine per il Cremlino e una prova complicata per Donald Trump. Un summit che, nelle parole della stampa internazionale, conferma l’iniziativa diplomatica saldamente nelle mani di Putin, mentre la guerra continua a insanguinare l’Europa orientale.


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