Cultura & Spettacolo

La stampa locale tra presente e futuro

di Redazione -


 

 

La nostra intervista a Rosa Rubino direttrice dell’ultracentenario (124 anni) “Il Vomere” e componente del Consiglio Nazionale dell’Unione Stampa Periodica Italiana (U.S.P.I.)

 

Rosa Rubino, giornalista e biologa, nel panorama dell’editoria italiana è da anni una delle ancora poche direttrici donne al timone di una testata di prestigio. Dirige con passione e determinazione “Il Vomere” di Marsala,  periodico fondato nel 1896 che, con i suoi quasi 124 di età, è il giornale storico e rappresentativo della città dello sbarco dei Mille. Rosa Rubino fa anche parte  del Consiglio Nazionale dell’Unione Stampa Periodica Italiana (U.S.P.I.). 

Il Vomere è stato ed è promotore di importanti iniziative a beneficio dell’economia locale e del vivere civile. Le sue prime battaglie vinte, a fine Ottocento, riguardarono l’alfabetizzazione delle zone agricole afflitte da un esteso analfabetismo. Decisiva per l’esistenza stessa del liquoroso “vino geniale”, il Marsala, fu la campagna informativa per la condivisione all’interno della comunità agricola dei rimedi contro la fillossera, l’insetto parassita di origine americana che distruggeva i vigneti del territorio.  Del Vomere va ricordato l’impegno per la cultura della legalità contro la mafia, che alla fine del secolo scorso coinvolse anche le scuole locali (il Vomere Junior era dedicato esclusivamente ai bambini delle scuole elementari ndr), fino alle recenti campagne informative per la tutela dell’ambiente e, ai nostri giorni, per la salvaguardia della salute pubblica gravemente insidiata dalla pandemia da Coronavirus tuttora in corso. Il Vomere ha avuto come collaboratori, per citare quelli meno lontani nel tempo, personaggi ormai entrati nella storia  e nella leggenda come i magistrati Antonino Caponnetto, Pierluigi Vigna, Paolo Borsellino. Da  ben quattro generazioni è di proprietà della famiglia Rubino. Di recente la testata marsalese è entrata nella collezione storica del Fondo Periodici del Senato. Al suo fondatore, il professor Vito Rubino che fu anche consigliere provinciale, nonno dell’attuale direttrice, la città di Marsala ha dedicato una via. Con Rosa Rubino abbiamo parlato del suo giornale, dell’importanza, delle prospettive, dei rischi ai quali è sottoposta la stampa locale e delle tutele e delle attenzioni di cui la stampa locale necessita. 

Dottoressa Rubino, perché oggi, ai tempi di Internet, della globalizzazione e del Coronavirus, un editore pubblica un giornale locale? 

Nell’editoriale del primo numero del Vomere mio nono, Vito Rubino, che nel 1896 ne fu il fondatore scrisse col linguaggio dei suoi tempi che il Giornale nasceva “per infondere un alito vivificatore in pro dell’economia dalla cui vita scaturisce immediata la luce morale e intellettuale di un popolo intero”. Usando l’italiano dei nostri giorni darei nella sostanza una risposta analoga.

“Il Vomere” che lei dirige si avvia a festeggiare i suoi primi 124 anni di vita.  Come si è evoluto? Cosa ha rappresentato in passato e cosa rappresenta ai nostri giorni?

Il Vomere è un modello di giornalismo territoriale. Sin dagli esordi nel lontano 1896 ha saputo dare voce alla straordinaria città di Marsala, interpretandone le esigenze, condividendone i problemi e le difficoltà, valorizzandone e rispecchiandone la bellezza. Iniziò le sue battaglie debellando la fillossera che a quei tempi distruggeva i vigneti. Combatté con successo l’analfabetismo che interessava l’87% della popolazione marsalese. Grazie al giornale è stata impedita la costruzione di 12 mila posti letto in luoghi unici al mondo, meritevoli di divenire patrimonio dell’umanità, come  Mozia e la Laguna dello Stagnone.  Ha fatto sorgere scuole e asili, conserva anche tra le sue pagine l’epopea garibaldina… 

E oggi?…

…oggi, sia dal web sia dalla sua pagina Facebook, racconta puntualmente la comunità locale ricca, ricchissima di potenzialità. Rappresenta  a pieno titolo il futuro del giornalismo italiano. Grazie anche alle tecnologie digitali sollecita la partecipazione del lettore divenendo uno strumento, un luogo, virtuale e reale insieme, non solo per raccontare ma anche per raccontarsi e favorire l’aggregazione sociale,

Nel rapporto costi-ricavi come ne esce oggi l’impresa editoriale locale: è in attivo, in salute, in coma? 

In genere la stampa locale non naviga nell’oro e fatica molto a sopravvivere benché sia quella più letta.  Fare buona informazione ha un costo che si ripercuote sull’editore ed anche sui compensi dei collaboratori se non si dispone, come avviene per la stampa locale, di finanziamenti pubblici. 

Di che cosa necessita, ai vari livelli, un giornale locale per operare meglio sul piano dell’informazione di cui si occupa?

Una testata locale ha bisogno di contributi, di fondi che potrebbero provenire dalle istituzioni locali, regionali, nazionali, da enti seguendo però procedure semplici e facilmente accessibili, di   agevolazioni per le spedizioni postali che devono essere più celeri.  In questo senso mi sono fatta promotrice da quasi due anni di un percorso formativo culturale dedicato al ruolo dell’informazione locale nel panorama editoriale italiano.

A quali informazioni dà maggiore spazio Il Vomere?

Diamo spazio ai problemi legati all’ambiente con inchieste  che riguardano le falde idriche, le discariche abusive, le trivelle nelle nostre coste, il verde, le costruzioni abusive, il Piano Regolatore Generale non ancora approvato, il decoro della città. Scriviamo per la realizzazione di importanti infrastrutture: il porto e l’aeroporto, la valorizzazione del nostro patrimonio artistico, storico, naturalistico, per la splendida Laguna dello Stagnone di Marsala, per le  nostre eccellenze, le nostre grandi, piccole e medie aziende vinicole fiore all’occhiello della nostra economia, per le nostre prelibatezze culinarie. Facciamo da pungolo alle istituzioni e arriviamo laddove esse non arrivano.

Quanto è incombente la minaccia malavitosa locale?

E’ sempre in agguato. 

Occorre una maggiore attenzione dei media per le minacce ai cronisti, per le querele temerarie. Bisogna continuare a sollecitare il mondo politico e le forze dell’ordine, creare una forte rete  di solidarietà per aiutare a resistere  chi subisce abusi e violenze e non può difendersi con le sue sole forze. 

Bisogna sensibilizzare le coscienze su questo tema che riguarda tutti.  Molto è stato fatto dall’Associazione Ossigeno per l’informazione.

Il 2020 sarà ricordato come l’anno della pandemia da Coronavirus… In quale misura e in qual modo la stampa locale, al verificarsi di un’emergenza sanitaria, può rendersi più utile ai suoi lettori intesi sia come cittadini sia come istituzioni locali?

In momenti di emergenza così drammatici e delicati la stampa locale può rendersi utile raccontando, riportando la verità dei fatti con grande senso di responsabilità, rapportandosi direttamente con tutte le istituzioni. E’ necessaria un’informazione piena e verificata, immune da ogni leggerezza e  da fakenews,  senza sottacere gli eventuali rischi e le cautele da attuare, senza creare allarmismi. In questi momenti la stampa locale fa la differenza confermandosi punto di riferimento importante per la collettività e le istituzioni. Colgo l’occasione per sottolineare che occorre con urgenza  un sostegno  economico e legislativo per gli editori soprattutto locali che lavorano nelle zone a rischio Coronavirus. L’USPI in questo senso ha già allertato il Governo, il Parlamento, le Regioni.

Come vede il futuro del Giornale da lei diretto e in genere il futuro della stampa locale?

Sono ottimista per Il Vomere e per la stampa locale in genere: l’informazione locale rappresenta il futuro del giornalismo italiano. Ricordiamoci che il giornalismo italiano nasce con la cronaca locale. 

E che noi giornalisti, come ha ribadito di recente la Presidente del Senato Maria Elisabetta Casellati, dobbiamo essere  in ogni luogo e sempre “sentinelle della verità dei fatti”.

 

Paolo Gatto


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