Politica

“La strada dell’Africa è quella giusta ma chi deve intervenire è Bruxelles”

di Maurizio Zoppi -

ALESSANDRO BATTILOCCHIO POLITICO


Per il deputato di Forza Italia, Alessandro Battilocchio, la regia per poter sviscerare il problema migranti ha un nome ed un cognome: Unione Europea. Il responsabile Immigrazione del movimento azzurro traccia una linea programmatica di ciò che Bruxelles dovrebbe fare. Innanzitutto passare “dalle parole ai fatti”. Ma il membro della Camera dei deputati, che domenica scorsa si è recato a Lampedusa per “testimoniare gratitudine nei confronti delle forze armate, della autorità competenti ed anche dell’amministrazione locale” si ritiene fiducioso. “Le risposte in questi giorni delle massime autorità a Bruxelles, sono un segnale importante rispetto alla tematica immigrazione. Il nostro governo ha sin dall’inizio marcato una linea chiara e netta rispetto alla materia e si sta facendo spazio in Europa”. Afferma l’azzurro Battilocchio.
Onorevole, a Lampedusa l’emergenza migranti è senza sosta…
Sono stato domenica in visita a Lampedusa. Ho incontrato il sindaco, le autorità e le forze armate, anche per testimoniare la gratitudine per il loro impegno. Ho un rapporto consolidato con Lampedusa, stanno facendo un lavoro eccezionale. Purtroppo la situazione nell’isola è drammatica e l’emergenza è permanente. Mi auguro che ci sia un cambio complessivo di approccio alla problematica.
In che senso?
La problematica è strutturale, ieri il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, lo ha dichiarato ed io mi sento di sottoscrivere ogni parola.
Cosa ha dichiarato?
La necessità di una risposta celere e sistemica dell’Europa a questa problematica. Noi di Forza Italia lo diciamo da sempre. L’ordinamento e la cornice europea, rappresentano un presupposto imprescindibile alla risoluzione della tematica sui migranti negli Stati di confine.
Lo si dice da tempo, ma Bruxelles sembra fare “orecchie da mercante”…
Ci sembra di capire che dalle parole della presidente, Ursula von der Leyen e dalle parole del presidente del Consiglio europeo, Charles Michel, che ci sia un cambio di passo e una maggiore attenzione.
Quale potrebbe essere la prova del nove?
Il prossimo Consiglio europeo in cui ci attendiamo che le richieste e le domande fatte in particolare dalla premier Giorgia Meloni e il ministro Antonio Tajani possano trovare riscontro. Da tempo la gestione dei “viaggi della speranza” del Mediterraneo ha avuto una gestione prettamente italiana. Troppo spesso la gestione dei flussi migratori è stata lasciata sulle spalle ai paesi di confine come l’Italia. Noi diciamo come premessa, che è necessario una condivisione di responsabilità solidarietà ed oneri tra i 27 Stati membri della Ue. Forza Italia ha presentato nei mesi scorsi una serie di proposte specifiche e operative di posizioni molto chiare.
Quali?
Noi riteniamo, in questo contesto, una cornice europea e comunitaria, riteniamo che il presupposto debba essere il controllo delle frontiere e il contrasto duro dell’immigrazione clandestina e ai trafficanti di morte. Quindi rafforzare la collaborazione con i paesi del nord Africa di transito. Durante il governo Berlusconi su questo ultimo punto, si erano fatti tanti passi in avanti. Il tipo di meccanismo va ripreso e le visite e gli incontri bilaterali avvenuti in questi mesi, sembrano andare in questo senso. Inoltre: è necessario un rafforzamento delle agenzie europee che si occupano di immigrazione, che spesso invece faticano. Rafforzare i meccanismi di immigrazione legale.
Sulla immigrazione legale il governo Meloni ha stilato un nuovo decreto…
Sì. Attraverso l’ultimo decreto, abbiamo fatto dei passi in avanti importanti, ma naturalmente vanno rafforzati questi percorsi di immigrazione legale. E’ necessario un piano Marshall per l’Africa.
Ci spieghi meglio
Un piano di sviluppo del continente africano, sotto la supervisione della Commissione europea, che consenta, da un lato di favorire ed accompagnare la crescita e lo sviluppo di questi Stati, dall’altro, per difendere le posizioni di geopolitica europee, che rischiano di esser messe in discussione dalla presenza di altri soggetti e players mondiali. Anche su questo piano Marshall, la partita si gioca a Bruxelles. Se noi pensiamo che in Africa, nel 2050 sono previsti 3 miliardi di persone, allora la situazione va affrontata con politiche adeguate. Altro aspetto da seguire con grande attenzione è di rimettere in moto il dibattito, sul cosiddetto “nuovo patto europeo per la migrazione e per l’asilo”. Patto presentato dalla commissione Europea nell’autunno del 2020 e che ora è in una fase di stasi a causa di veti politici incrociati. In questo nuovo patto europeo dovrebbero essere definite, una serie di punti cardini. Ma questo deve avvenire, prima della fine della legislatura europea, che sarà con nuove elezioni, nella primavera del prossimo anno.
Da Bruxelles ci aspettiamo delle risposte immediate ma anche una progettualità ben definita…
Esatto. Troppo spesso gli Stati di confine, sono stati lasciati soli. Magari sono stati fatti soltanto proclami legati alla necessità di avere spirito europeo. Per la verità, in questi anni da parte di Bruxelles, i passi in avanti sono stati troppo timidi.

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