La strategia di Hamas, quei tre ostaggi e l’appello a Netanyahu
Hamas ha diffuso delle immagini video di tre ostaggi che chiedono al premier israeliano Benjamin Netanyahu di accettare un accordo per il loro rilascio in cambio della liberazione dei detenuti palestinesi. Della sorte dei connazionali nelle mani dei miliziani avrebbero discusso sabato dei funzionari israeliani in Qatar.
Tre palestinesi sono rimasti uccisi in un raid delle forze armate di Israele a Jenin, in Cisgiordania. Secondo l’agenzia di stampa Wafa, tra le vittime c’è il fondatore della Brigata Jenin della Jihad islamica, Wiam Hanoun. Nella città sono entrati un centinaio di veicoli militari israeliani insieme ai bulldozer, mentre un drone colpiva gli obiettivi dal cielo.
Decine di tank delle Idf hanno condotto una breve incursione alle porte di Gaza City, nel quartiere di al-Zeitoun. I corazzati hanno hanno tagliato la strada Salahedine, sparando “a qualsiasi veicolo che si muovesse”.
Le Brigate al-Quds hanno detto di essere “in lutto” per la morte di Ibrahim Muhammad Othman, di 23 anni, e Mustafa Ezzedine Hussein di 21, due componenti dell’ala militare del Movimento. In un comunicato si legge che i due sono stati eliminati nella notte “mentre portavano avanti un’operazione eroica nel sito militare di Hanita, nel nord della Palestina occupata”.
Ad aggiornare le notizie sull’andamento dell’operazione di terra nell’enclave palestinese, è stato il portavoce militare Daniel Hagari, che ha riferito di un “contatto diretto” con i combattenti del movimento di resistenza. Il portavoce ha anticipato che ci sarà una escalation delle attività e che le truppe sono state messe in stato di “massima allerta” lungo il confine settentrionale, “in linea con le fasi della guerra”.
“Questa è un’operazione di terra allargata nella Striscia. Forze di terra, tank, forze di fanteria, forze blindate stanno muovendo in direzione dei terroristi” che, ha specificato ancora, “in alcune aree si sono raggruppati per cercare di prendere di mira le nostre forze e noi li attacchiamo dal cielo, è così che siamo riusciti a colpire 20 terroristi”.
Nuova impennata del numero dei morti nella Striscia di Gaza, salito a 8.306. Il ministero della Sanità ha precisato che tra le vittime ci sono 3.457 bambini.
Tragico bilancio aggiornato anche sull’altro fronte. La polizia dello Stato ebraico ha fatto sapere di aver identificato 1.135 dei 1.400 cittadini che hanno perso la vita nell’attacco di sabato 7 ottobre. Di questi, 823 sono civili e 312 sono militari.
La Giordania ha chiesto agli Stati Uniti di schierare il sistema di difesa missilistica Patriot per rafforzare la difesa dei suoi confini. Lo ha annunciato alla tv di Stato il portavoce dell’esercito di Amman, il generale di brigata Mustafa Hiyari. E questo perché “i droni sono diventati una minaccia su tutti i nostri fronti”.
Gli Usa hanno condotto nelle scorse ore nuovi raid aerei contro basi utilizzate dalle milizie filoiraniane ad al-Bukamal, nella provincia di Deir Ezzor, nella Siria orientale vicino al confine con l’Iraq.
Il ministro delle Finanze israeliano, Bezalel Smotrich ha rivelato di aver incaricato il suo ministero di sospendere i fondi destinati all’Autorità palestinese e sta esortando il governo a rivedere la sua politica sul trasferimento dei soldi, alla luce di quello che ha definito il “sostegno di alti funzionari dell’Autorità Palestinese agli orribili massacri dell’organizzazione terroristica nazista Hamas”.
L’ambasciatore del Qatar negli Stati Uniti Meshal bin Hamad Al Thani ha respinto le accuse mosse da Israele sul presunto sostegno di Doha ad Hamas. Il rappresentante dell’emirato ha evidenziato inoltre che “l’ufficio politico di Hamas in Qatar fu aperto nel 2012 su richiesta di Washington che voleva stabilire linee di comunicazione indirette” con il gruppo integralista.
Un appello alla “fine della guerra” e per “l’apertura dei corridoi umanitari” sicuri è stato lanciato dal primo ministro palestinese dell’Anp, Muhammad Shtayyeh, in apertura della riunione di governo di ieri a Ramallah. “Facciamo sentire bene la nostra voce, stop alla guerra contro il nostro popolo”, ha dichiarato, sottolineando che venti camion di aiuti al giorno non sono sufficienti a rispondere ai bisogni della popolazione.
Sessanta automezzi hanno attraversato la linea egiziana del valico di Rafah dirigendosi alla volta di Gaza per portare dei generi di prima necessità a chi sta lottando per la sopravvivenza.
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