Politica

La svolta di Giorgia che punta al centro: ecco i civici di Fdi

La svolta civica di Meloni da Nordio a Pera e Guidi Silvio sceglie Dalla Chiesa e Salvini i suoi sindaci.

di Adolfo Spezzaferro -

Rita Dalla Chiesa ©imagoeconomica


Nel centrodestra Fratelli d’Italia fa la parte del leone anche sul fronte dei nomi di spicco schierati, da Nordio a Pera fino a Guidi e Roccella.

Non solo Fratelli civici d’Italia, ossia i nomi di spicco della società civile candidati nel partito di Giorgia Meloni, anche Silvio Berlusconi schiera due big nelle liste di Forza Italia: Rita Dalla Chiesa e Maurizio Casasco, presidente di Confapi. Dal canto suo, la Lega schiera la squadra di governo e punta sul territorio. Tutti e tre i principali partiti della coalizione di centrodestra hanno trovato la quadra nonostante il combinato disposto della legge elettorale – con i temuti collegi uninominali dove vince chi prende un voto in più – e il taglio dei parlamentari. Nelle liste i vertici di partito, personalità di spicco, dirigenti con voti sul territorio di appartenenza. Certo è che FdI schiera il maggior numero di volti noti e di nomi di spicco – anche perché sondaggi alla mano si prepara a governare – ma, come si legge in una nota del partito, senza dimenticare “sindaci, amministratori, rappresentanti delle libere professioni, categorie produttive, mondo della cultura, dello sport, del turismo, associazionismo, volontariato”. Come anche “esponenti del mondo conservatore”.

Nel dettaglio, al netto della leader Meloni che si candida nell’uninominale all’Aqulia e in cinque circoscrizioni alla Camera, FdI annuncia le candidature di Marcello Pera, Carlo Nordio, Giulio Tremonti, il prefetto Giuseppe Pecoraro, Antonio Guidi, Giulio Terzi di Sant’Agata, Eugenia Roccella, animatrice del Family Day. Così come Lara Magoni e Barbara Merlin, ex sciatrici. Confermati i big del partito, da Ignazio La Russa a Francesco Lollobrigida a Raffaele Fitto. Torna in pista Maurizio Leo, più volte deputato con An prima e con il Pdl dopo.

Forza Italia a sorpresa candida Dalla Chiesa in in Puglia e Casasco a Brescia. Inevitabile lo scontento per chi si è visto togliere il collegio di riferimento territoriale a vantaggio di candidati catapultati per essere eletti con sicurezza. Come in Veneto con l’approdo di Anna Maria Bernini al posto di Elisabetta Casellati, spostata in Basilicata a danno di Giuseppe Moles, tagliato fuori. Stessa situazione in Molise che si ritrova due candidati, il leader Udc Lorenzo Cesa e il patron della Lazio Claudio Lotito, entrambi non del territorio. Berlusconi piazza la compagna Fascina nel proporzionale in tutta la Campania alle spalle del numero due di FI Antonio Tajani che guida le circoscrizioni, ma a lei va anche l’uninominale a Marsala. Al sicuro in collegi blindati sono la Ronzulli (a Como), lo stesso Tajani (a Velletri), Barelli che guida due circoscrizioni nel Lazio, il medico personale Zangrillo. In Sicilia, Gianfranco Miccichè, attuale presidente dell’Ars, sarà il capolista al Senato al posto di Renato Schifani, candidato del centrodestra alla alla presidenza della Regione. L’ex ministro dell’Ambiente Stefania Prestigiacomo farebbe la capolista nella circoscrizione Sicilia Orientale a palazzo Madama. Il sottosegretario alla Difesa e attuale deputato Giorgio Mulè, correrà come capolista alla Camera, a Palermo.

Sul fronte della Lega, Matteo Salvini, Roberto Calderoli e Maria Cristina Cantù sono i capilista schierati nei collegi plurinominali al Senato della Lombardia. Tra gli altri nomi in lista, anche l’ex parlamentare di An Giuseppe Valditara, nel collegio Lombardia 1, l’ex ministro della Giustizia Giulia Bongiorno e il viceministro alle Infrastrutture Alessandro Morelli nel collegio Lombardia 2 e la senatrice Daisy Pirovano, sindaco di Misano di Gera d’Adda, nel collegio Lombardia 3.

Infine i centristi: Michela Vittoria Brambilla come indipendente, che sarà candidata a Gela, Saverio Romano pure in Sicilia, esponenti di Toti in Liguria, come la senatrice Maria Rosaria Rossi, una delle fedelissime del Cav, Lupi a Lecco, Biancofiore, posizionata nel suo Trentino Alto Adige, nel seggio di Rovereto, al Senato, il leader di Verde è popolare, diccì di ferro Gianfranco Rotondi ad Avellino, Paola Binetti in Trentino, Vittorio Sgarbi a Bologna. Quasi tutti i collegi uninominali riservati alla quarta gamba del centrodestra, Noi moderati, sono stati “garantiti” da FdI.


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