Politica

La telenovela Renzi-Calenda per le poltrone

di Adolfo Spezzaferro -


Tira e molla sull’accordo ma non c’entra il programma l’unica spartizione riguarda i seggi per salvare gli amici.

Oggi è il giorno del tanto atteso (perché tanto rimandato) incontro per la nascita del terzo polo. Che poi sarebbe l’alleanza tra il leader di Italia Viva Matteo Renzi e il leader di Azione Carlo Calenda. In questi giorni i due ex Pd si sono corteggiati, hanno aperto a un possibile accordo e poi però non hanno quagliato, come si suol dire. Il motivo è semplice: se i due partitini che guardano agli elettori di centro si uniscono perdono tutti i collegi uninominali e possono puntare solo sul proporzionale al Senato, per portare una decina (se non meno) di fedelissimi in Parlamento. Quindi Calenda e Renzi devono trovare la quadra per accontentare i “felici pochi” dei rispettivi schieramenti. Un rompicapo visto che il leader di Azione ha imbarcato due ex FI come la Carfagna e la Gelmini che in Parlamento ci vogliono tornare eccome. Lo stesso vale per i 4-5 blindati da Renzi. Una cosa è certa, l’accordo lo devono fare: il leader di Iv perché conta sull’appeal elettorale di Calenda; il leader di Azione perché così non deve raccogliere le firme.
Questo tira e molla dunque è di facciata: sotto stanno trattando sulla lista e sui nomi. Oggi poi quando si vedranno ufficialmente parleranno di programmi e di come riportare Draghi a palazzo Chigi. Ma fino a che non parleranno in pubblico tratteranno in privato, ca va sans dire.
“Se il centro va bene al proporzionale, Mario Draghi continuerà a fare il premier. Sarà un autunno duro e il Patto di stabilità in Europa va rivisto. Meglio che con gli olandesi vada a trattare la Meloni o Draghi?”. “Se vince la destra sono in pericolo il portafoglio e il debito. Non è un pericolo per la democrazia o per la Costituzione. La riforma delle istituzioni va fatta, tutti insieme: c’è la necessità dell’elezione diretta… Non del presidente della Repubblica, ma del premier”. Così Renzi, sul sito della Stampa, intervistato dal direttore Massimo Giannini, dopo che Calenda aveva fatto lo stesso il giorno prima. E toccando tutti i temi cari a Renzi (che poi sono gli stessi del leader di Azione).
“Ogni volta che ho una posizione diversa da Enrico Letta si parla di rancore, ma è evidente che quella storia dello ‘stai sereno’ non gli è passata…”, dice l’ex segretario Pd rivolto all’attuale leader dem. “Aveva tre alternative: la prima era il grande patto contro le destre, e sarei stato contrario, ma avrebbe dovuto fare l’accordo con Conte. Seconda ipotesi, fare l’Agenda Draghi, ma ha messo il veto su di noi prendendo Fratoianni. Terza ipotesi, quella di Veltroni, vado da solo. Invece ha fatto una frittata. Di Maio con il Pd? Lui disse che avevamo rubato i bambini di Bibbiano… E il Pd ora lo insegue. Il Partito democratico non è il mio nemico, è il mio più grande rimpianto. Avevo il 40 per cento, ma la sinistra interna mi ha fatto la guerra”. E ancora: “Se il Partito democratico continua a dire che alza le tasse non combatte le destre, ma fa un favore a Berlusconi”.
Sul fronte della premiership, anche Renzi apre alla soluzione proposta da Calenda. “Un ticket femminile per l’alleanza Iv-Azione? Prima mettiamoci d’accordo sul resto e poi vediamo. Carfagna, Bonetti e Gelmini hanno lavorato bene. La vera domanda è: vogliamo fare un percorso che costruisca un grande polo del buonsenso che sia in grado di incidere nella prossima legislatura?”. “Sulla leadership uno o tutti e due dobbiamo fare un passo indietro. Io non ho problemi. Il terzo polo c’è da tanto tempo, ma per rappresentarlo in modo serio abbiamo tempo. Non abbiamo ancora chiuso con Calenda. Visto il teatrino deludente degli ultimi giorni, da cui sono stato fuori, aspettiamo. Serve un accordo serio”, fa presente l’ex premier. “Io non sono una mammoletta. Dico che prima viene il progetto politico, poi viene la generosità personale. Io i sondaggi non li ho mai guardati: un politico segue le idee non i sondaggi. Poi molti sondaggisti dicono che c’è un ampia area vicina al centro. Se Berlusconi e il Pd ci temono, allora credo che possiamo avere risultati superiori alle attese”. Che poi è quello che si augura pure Calenda.


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