Attualità

La Valdastico Nord si farà, il ministro Salvini è deciso

di Ivano Tolettini -


Mai come negli ultimi mesi è tornato d’attualità il completamento a Nord dell’autostrada Valdastico che collega il Veneto al Trentino. Il motivo sono le due grosse frane che hanno interessato per mesi la statale Valsugana e la SP 350 della Fricca (nella foto), che riaprirà sabato – sono le principali strade per raggiungere Trento dal Vicentino e condizionano la vita di migliaia di persone e degli operatori economici, soprattutto turistici -, che ha visto tornare sul tema dell’”autostrada fantasma” – se ne parla da quasi mezzo secolo – anche il ministro alle Infrastrutture, Matteo Salvini. Il vicepremier leghista intervenendo pochi giorni fa a Verona a LetExpo2014 sull’argomento A31 è stato lapidario: “Sulla Valdastico Nord decidano al più presto Fugatti e Zaia. Ho detto chiaramente ad entrambi di trovare un accordo sul tracciato. Mi sembra che si stiano avvicinando e per me l’opera si deve fare, è nell’interesse di tutti, ma non sarà certo Roma a imporre il tracciato sulla testa dei veneti o dei trentini”.
L’ A31 Valdastico è realizzata per 90 chilometri dal Polesine a Piovene Rocchette, nel Vicentino. La prima parte, a nord di Vicenza, fu costruita tra il 1972 e 1976 per servire le nascenti zone industriali dell’Alto Vicentino, dove attualmente si trovano migliaia di aziende che rappresentano la spina dorsale del ricco Nordest, e fu ribattezzata Pi-Ru-Bi, acronimo dei leader Dc Piccoli, Rumor e Bisaglia. Il tratto Sud di 36 chilometri, invece, è stato completato tra il 2012 e il 2014. Resta da realizzare il tratto Nord che è suddiviso in due lotti. Il primo tra Piovene e Pedemonte nella Valle dell’Astico di 17 chilometri, già finanziato da maggio 2022 per 1,2 miliardi di euro e il secondo chiamato nelle carte parlamentari “interconnessione infrastrutturale viaria tra la Valle dell’Astico, la Valsugana e la Valle dell’Adige” per il quale “sono in corso sviluppi progettuali su 7 tracciati alternativi”. Ma come tutti sanno in Veneto il vero nodo è rappresentato dallo sbocco in Trentino: Fugatti è per Rovereto Sud, mentre i veneti, e in particolare i vicentini con le categorie economiche in testa, chi9edono lo sbocco alla periferia di Trento. Il braccio di ferro fin qui ha bloccato la realizzazione, ma le frane di questi mesi provocate dal maltempo di autunno e delle scorse settimane hanno riportato il tema in tutta la sua attualità all’attenzione dell’opinione pubblica. Se n’è fatto carico Gianluca Cavion, presidente di Confartigianato Veneto, che durante il dibattito sulla Pedemontana Veneta (Spv) ha detto che “finalmente possiamo contare sulla Spv, ma per le imprese del Veneto è indispensabile completare il tratto a Nord della A31, mentre a Sud va realizzata l’interconnessione tra la Transpolesana e l’A13 Padova-Bologna”.
Detto che nei decenni non si contano i ricorsi amministrativi e civili che hanno paralizzato l’autostrada – sull’ultimo dei quali la Cassazione a Sezioni Unite a febbraio 2021 ha dato ragione al Comune trentino di Besenello contro l’Autostrada Brescia-Padova spa sullo sbocco a sud di Trento – dunque di lì non si passerà mai -, di recente nella partita complessiva dell’autostrada A31 è entrato anche l’assalto ai Benetton, che tramite Abertis controllano la gallina dalle uova d’oro A4 BS-PD e A31 Valdastico. Nel 2022 ha fatturato 445 milioni di euro con un ebitda di 242 milioni, e i numeri del 2023 che si conosceranno a breve sono analoghi. Se la Regione tornasse a mettere le mani sulle autostrade destinerebbe i guadagni a uso pubblico, assicurandosi la provvista per tappare gli iniziali buchi delle salatissime rate della Spv. Ma Gonzalo Alcalde, presidente di A4 Holding, controllata da Abertis, è pronto alla battaglia legale. E vuole anche lui il completamento della Valdastico Nord, che finora ha consentito ad A4 Holding di rinnovare la concessione, che scadrà nel 2026.


Torna alle notizie in home