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I genitori di Filippo in carcere, gli avvocati al lavoro per uno sconto pena. Martedì in 10mila e più a Padova per l’addio a Giulia

di Angelo Vitale -


I genitori di Filippo Turetta hanno incontrato, per la prima volta in carcere, il figlio 21enne accusato dell’omicidio dell’ex fidanzata Giulia Cecchettin. E’ il primo faccia a faccia della famiglia da quell’11 novembre in cui lo studente universitario ha impugnato il coltello e ha ucciso la 22enne di Vigonovo. Un delitto che Turetta ha confessato nell’interrogatorio al pm di Venezia Andrea Cecchettin avvenuto solo due giorni fa dietro le sbarre della casa circondariale di Verona.

Il colloquio tra Filippo e i genitori era già stato autorizzato per mercoledì scorso dalla procura di Venezia, ma subito gli avvocati di Filippo avevano fatto sapere che fosse prima necessario un supporto psicologico al giovane e alla coppia per affrontare l’incontro. Circostanza poi tralasciata nelle successive cronache: si ignora se questo intervento psicologico sia avvenuto.

L’incontro è è iniziato poco dopo le ore 12 ed è durato un’ora circa. Secondo quanto si apprende, è avvenuto in una “stanza protetta”. Indiscrezioni anche su come si sia svolto, tra abbracci e lacrime, con i genitori che si erano presentati in carcere a Verona senza indumenti o altro per il figlio, cui già hanno inviato indumenti negli scorsi giorni.

Tra 15 giorni Turetta compirà 22 anni nel carcere di Verona ove è detenuto dal giorno della sua estradizione dalla Germania ove era stato fermato nella sua lunga fuga dal lago di Bercis dove abbandonò il corpo di Giulia. Si ignora se vorrà continuare in carcere i suoi studi di ingegneria biomedica, gli stessi che aveva terminato Giulia: una laurea che non ha potuto discutere, uno dei motivi che pare abbia scatenato la decisione di Turetta a pretendere dall’ex fidanzata “l’ultimo incontro”. Si accavallano, intanto, le ipotesi più diverse sulla strategia che gli avvocati di Filippo seguiranno. Certo è che tutte le indiscrezioni sulle frasi del giovane al pm e probabilmente ripetute anche ai genitori – come “Sto cercando di capire cosa sia scattato in me quella sera” prefigurano dichiarazioni e posizioni che puntano a contrastare l’eventuale accusa di delitto premeditato che i magistrati, peraltro, non hanno ancora formalizzato. Altra ipotesi circolata quella del delitto preterintenzionale, che punterebbe a una riduzione sostanziale della pena possibile per Filippo. I suoi avvocati, per questo, dovrebbero dimostrare che il giovane intese, con quell’aggressione, solo bloccare la giovane. E contrastare ogni evidenza posta in tribunale dall’accusa circa l’efferata violenza che emerge dal numero e dalla gravità delle coltellate inferte a Giulia.

Intanto, a Padova, martedì i funerali di Giulia. La basilica di Santa Giustina è pronta ad accogliere, alle ore 11, chi vorrà salutare la giovane divenuta il simbolo della violenza contro le donne. Diecimila e forse più i partecipanti. Domenica, il padre Gina ha portato fiori sulla tomba della moglie Monica e ha più volte dichiarato di aver preparato un testo che leggerà ai funerali. Probabilmente ribadirà l’invito alla denuncia e a non dimenticare. Nel cimitero di Saonara ove è già tumulata la madre, riposeranno anche le spoglie di Giulia.


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