Attualità

Lady Accoglienza ammette: “Stipendi non pagati dalle coop”

di Redazione -


di Miriam Nido

Arrivano le prime ammissioni in casa Soumahoro. Dopo due settimane di fango e accuse, in cui Marie Terese Mukamitsindo ha fatto interviste per negare gli addebiti ed è rimasta in silenzio quando è emerso il giro d’affari milionario sui migranti, ieri il vento è cambiato. Convocata dalla commissione dell’Ispettorato del Lavoro di Latina, la suocera del deputato di sinistra Aboubakar Soumahoro ha detto: “È vero non le abbiamo pagato gli stipendi per due anni”. Anni in cui la fondatrice delle coop Karibu e Consorzio Aid, insieme alla moglie del sindacalista Liliane Murekatete, ha intascato lauti compensi. L’imprenditrice del Ruanda, che ora è indagata dalla Procura pontina per truffa aggravata, false fatturazioni e malversazioni di erogazioni pubbliche, nel verbale di conciliazione “riconosce quanto rivendicato” da una sua lavoratrice, assistita da Uiltucs, accettando di pagarle a rate circa 20mila euro relativi a stipendi e tredicesime non versati tra il gennaio 2021 e l’ottobre del 2022, ma anche la tredicesima del 2020 e il tfr tra il primo gennaio 2016 e il 31 ottobre scorso. Per altri due lavoratori, annota l’ispettorato, “le parti non sono in grado di perfezionare alcun accordo al momento”, e sono state rinviate a un nuovo incontro. Maria Therese ha poi riconosciuto che le sue aziende, in alcuni casi, non avrebbero effettuato il versamento delle retribuzioni dovute agli impiegati. Ben 26 quelli che hanno presentato denunce per mancati pagamenti del valore complessivo di 400mila euro. E ora le ammissioni di Mukamitsindo potrebbero finire nel fascicolo d’indagine relativo alle contestazioni sulle false fatturazioni, che vanno di pari passo alla fattispecie dell’evasione fiscale. I militari della Guardia di Finanza, infatti, stanno setacciando i documenti contabili delle due coop e ipotizzano che l’indagata abbia drogato i bilanci delle due aziende. Una di queste, la Karibu, come vi abbiamo rivelato in anteprima su L’Identità ha incassato contributi pubblici per quasi 25 milioni di euro negli ultimi anni. Eppure è risultato che la stessa avrebbe un debito con l’Erario di circa un milione di euro. E appare alquanto insolito che la coop abbia potuto continuare ad accedere ai bandi pur non essendo in regola con le tasse e i contributi. E che abbia addirittura vinto nel luglio scorso una gara alla Regione Lazio per l’inclusione nel mondo del lavoro degli ucraini in fuga dalla guerra. Questo segmento di indagine, dunque, viaggia parallelo con quello relativo all’ipotesi di truffa aggravata e malversazioni di erogazioni pubbliche. Gli inquirenti stanno analizzando entrate e uscite per capire se parte dei fondi sia stata dirottata altrove, anche alla luce del fatto che il cognato di Soumahoro, Michel Rukundo, risulta responsabile del Consorzio Aid e abbia aperto un resort di lusso in Ruanda. E la stessa moglie del parlamentare, Liliane, da disoccupata sia riuscita ad acquistare una villa con il marito, pagata 475mila euro, 275mila dei quali con un mutuo. Soumahoro non è indagato, ma anche lui è finito nel mirino della Lega Braccianti, che lo accusa di aver fatto sparire dei soldi di una raccolta fondi.


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