Esteri

L’Altra guerra. Iran Vs tutti

di Martina Melli -

MANIFESTAZIONE A SOSTEGNO DELL'IRAN PROTESTA CONTRO LA DITTATURA


L’Iran, da mesi impegnato a fronteggiare le proteste civili, è ora in un braccio di ferro con l’Unione Europea che lo sta sanzionando duramente. Lo scorso 12 dicembre il Consiglio Ue ha approvato un nuovo embargo a Teheran, sia per le violente repressioni alle manifestazioni pacifiche, sia per il suo supporto alla Russia nella guerra all’Ucraina. I 27 Paesi membri hanno deciso di aggiungere alle misure restrittive anche gli alti gradi dei Pasdaran, le guardie della Rivoluzione islamica e l’emittente televisiva statale del regime, l’Irib. Al momento, dunque, nella lista nera di Bruxelles figurano ben 155 individui e 12 entità. Le sanzioni implicano il congelamento dei beni e il divieto, per le persone fisiche, di entrare o transitare in territorio europeo. La scorsa settimana il ministero degli Esteri iraniano ha condannato le prese di posizione dell’Europarlamento definendole “inaccettabili e infondate”. “Pur protestando con forza contro l’imposizione di sanzioni inaccettabili e infondate, il nostro Paese ritiene che l’interazione e il dialogo con l’Ue debbano avvenire attraverso la via del rispetto, della fiducia, degli interessi reciproci e comuni”. E così è stato (più o meno). Nella giornata di ieri l’Alto rappresentante Ue, Josep Borrell, ha incontrato il ministro Hossein Amirabdollahian, a margine della seconda conferenza di Baghdad per la cooperazione e il partenariato.
Il capo della politica estera dell’Ue ha detto al ministro che Teheran dovrebbe immediatamente cessare il sostegno militare alla Russia e la sua repressione dei manifestanti in patria. Il capo della diplomazia Ue ha dichiarato in un tweet che questo bilaterale con Amirabdollahian era necessario per discutere le forti divergenze che allontanano sempre di più Bruxelles e Teheran, e idealmente risolvere il “deterioramento delle relazioni tra i due”. Lo scorso 23 novembre infatti, si è toccato il punto di tensione massima, quando la Presidente del Parlamento Ue, Roberta Metsola, ha deciso di interrompere i contatti con gli europarlamentari di Teheran.
Dall’altra parte, nel corso del summit, Amirabdollahian non si è risparmiato, definendo l’imposizione delle sanzioni “illegali”, e “sotto il falso pretesto di proteggere i diritti umani”.
Borrell ha reso noto di aver insistito affinché Teheran metta fine immediatamente al supporto militare al Cremlino e alla brutale repressione interna, che, secondo l’ultimo bollettino dell’ong Iran Human Rights, ha già provocato 469 vittime, tra cui 63 minori e 32 donne.
Nonostante, non ci sia al momento alcun segno di un ritorno ai colloqui, Borrell ha dichiarato che l’Ue continuerà a lavorare con l’Iran per ripristinare il suo accordo nucleare del 2015 con le potenze mondiali (e si spera per porre fine alle violenze interne).
Martedì, in una seduta parlamentare, il ministro della Difesa britannico, Ben Wallace, ha detto che l’Iran è ora uno dei principali sostenitori militari della Russia nella sua guerra in Ucraina. “In cambio della fornitura di 300 droni kamikaze, la Russia ora intende fornire all’Iran componenti militari avanzate che minano sia il Medio Oriente che la sicurezza internazionale”.
Anche il nostro capo di Stato si è espresso contro la grave crisi iraniana.
In un messaggio alla conferenza degli ambasciatori alla Farnesina, il Presidente Mattarella ha detto: “Quanto sta avvenendo in queste settimane in Iran supera ogni limite e non può, in alcun modo, essere accantonato”.
In uno scenario urgente e delicatissimo – dove donne, bambini e tanti innocenti stanno pagando con la vita il prezzo della propria libertà – speriamo che i grandi del mappamondo occidentale non barattino la salvaguardia dei diritti umani con nuove alleanze geopolitiche e migliori accordi economici.


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