Esteri

L’anno del Dragone

di Adolfo Spezzaferro -

WANG YI CONSIGLIERE DI STATO DELLA REPUBBLICA POPOLARE CINESE, VLADIMIR PUTIN


La parola d’ordine è multipolarismo, in nome del quale ripristinare la sicurezza a livello globale e operare la de-escalation nelle aree ad alto rischio: va inserita in questa cornice la visita del consigliere di Stato cinese Wang Yi a Mosca. Non solo conflitto russo-ucraino, dunque. Anche se, come è ovvio, è sulla guerra in Donbass che la Cina sta spingendo con la sua forza diplomatica per arrivare a una soluzione negoziale. A Pechino che l’Europa si ritrovi con l’economia in ginocchio per il combinato disposto delle sanzioni alla Russia e dei costi del conflitto in termini di aiuti militari a Kiev non conviene affatto. Il Dragone ha investito molto nel suo mercato primario e non vuole rimetterci a livello di scambio commerciale. Per non parlare dei rapporti economici con gli Stati Uniti, di cui Pechino ha comprato gran parte del debito pubblico. Quindi Pechino lavora per la pace, sì. Ma anche per difendere i suoi interessi economici.
Occhi puntati dunque sul piano di pace in 12 punti che la Cina ha consegnato all’Ucraina. Il ministro degli Esteri ucraino Dmitry Kuleba riferisce: “Abbiamo avuto un incontro con un alto diplomatico cinese Wang Yi, che ha condiviso con me i dettagli chiave del piano di pace della Cina. Stiamo aspettando la ricezione del testo e non appena riceveremo il documento, lo studieremo attentamente e trarremo delle conclusioni”. In attesa che Kiev dia il suo responso, ieri Wang Yi ha incontrato il ministro degli Esteri russo Sergej Lavrov e il presidente russo Vladimir Putin. La Cina continuerà a “svolgere un ruolo costruttivo nella risoluzione politica della crisi” in Ucraina. Così il capo della diplomazia di Pechino, come riportato dal ministero. “La Cina, come già in precedenza, adotterà una posizione obiettiva e imparziale sulla questione ucraina”, ribadisce Wang nella sua visita a Mosca. “Quanto più complicata è la situazione, tanto meno possiamo rinunciare agli sforzi per la pace”, afferma il capo della Commissione Affari Esteri del Pcc. Si spera, aggiunge Wang, citato in una nota del ministero degli Esteri di Pechino, “che tutte le parti superino le difficoltà, continuino a creare le condizioni per il dialogo e il negoziato e trovino una modalità efficace per la soluzione politica”.
Ecco perché la Cina “apprezza molto la conferma della Russia della sua disponibilità a risolvere il problema” della guerra in Ucraina “attraverso il dialogo e i negoziati”. La crisi globale ha richiesto a Russia e Cina “di approfondire continuamente la nostra partnership strategica globale”, sottolinea Wang. L’ex ministro degli Esteri poi chiarisce che “le relazioni sino-russe non sono dirette contro nessun Paese terzo e certamente non possono essere soggette a pressioni da nessun Paese terzo”. Poi il passaggio chiave: Mosca e Pechino sostengono entrambe “il multipolarismo e la democratizzazione delle relazioni internazionali”. Una posizione diametralmente opposta a quella degli Stati Uniti, disposti allo scontro Nato-Russia fino all’ultimo ucraino, come si suol dire.
Intanto vanno a gonfie vele gli affari tra Mosca e Pechino. “Le relazioni russo-cinesi si stanno sviluppando come avevamo pianificato negli anni scorsi, tutto sta andando avanti e si sta sviluppando. Stiamo raggiungendo nuove pietre miliari”, afferma Putin nel corso dell’incontro con Wang. Il presidente russo inoltre coglie l’occasione per “trasmettere i migliori auguri al nostro, mio amico, il presidente della Repubblica popolare cinese, compagno Xi Jinping”. Il quale ha confermato che presto sarà in visita a Mosca.

TAJANI: PECHINO SPINGA MOSCA ALLA PACE

Sul fronte del governo italiano, dopo la visita della premier Giorgia Meloni di martedì a Kiev, un po’ offuscata dalla visita a sorpresa del presidente Usa Joe Biden del giorno prima e dalla polemica a distanza Zelensky-Berlusconi, il ministro degli Esteri Antonio Tajani coglie l’importanza del ruolo di Pechino. La Cina dovrebbe spingere la Russia al tavolo della pace, così il capo della diplomazia italiana in un punto stampa al Consiglio affari esteri di Bruxelles. “C’è chi dice che la collaborazione (fra Cina e Russia, ndr) è fatta attraverso informazioni via satellite, chi dice che sono pronti a inviare armi. Io mi auguro che non facciano né una cosa, né l’altra, ma spingano la Russia a sedersi al tavolo della pace insieme all’Ucraina”, sottolinea Tajani. “Questo è il ruolo che può svolgere concretamente la Repubblica popolare cinese. Ed è quello che, con il presidente Mattarella, abbiamo detto al capo della diplomazia cinese Wang Yi, durante l’incontro che abbiamo avuto a Roma. Mi auguro che ci ascolti”, afferma il capo della Farnesina. “Aspettiamo di conoscere i 12 punti del progetto di pace della Repubblica popolare cinese, che valuteremo. Ci auguriamo che vada nella giusta direzione e che i cinesi si muovano per spingere la Federazione russa a fermare l’aggressione, a sedersi a un tavolo della pace”, conclude Ta.

Torna alle notizie in home