L’appello di Khodorkovsky: “Aiutiamo Prighozin e la Wagner”
Sul fuoco della rivolta dei “wagneriti”, come i vertici della Difesa russi definiscono gli uomini di Yevgeny Prighozin, sta soffiando l’ex oligarca in esilio Mikhail Khodorkovsky, fondatore dell’organizzazione anti-Putin “Open Russia”, classificata dal Cremlino come “agente straniero”.
“Abbiamo bisogno di aiutarlo ora, e poi, se necessario, combatteremo”, ha scritto il londinese d’adozione, secondo cui è importante sostenere “anche il diavolo”, se si decidesse a sfidare il Cremlino. Sibillino il suo: “E sì, questo è solo l’inizio”.
A inizio giugno, l’ex capo di Jukos, arrestato il 25 ottobre 2003 per frode fiscale e condannato nel 2010 per appropriazione indebita e riciclaggio di denaro, si è recato al Parlamento europeo per chiedere di fatto un appoggio alle manovre interne ed esterne alla Russia, finalizzate a rovesciare Vladimir Putin.
“I russi credono anche che una volta cominciata questa guerra, pur sbagliata, non ci si possa permettere di perderla, perché ciò porterebbe alla disintegrazione della Russia”, ha spiegato il magnate a Euronews.
“C’è una narrazione della propaganda di Putin completamente differente dalla realtà, ma efficace sul cervello delle persone: che la sconfitta del regime di Putin equivarrebbe alla disintegrazione della Russia. Questa è la cosa più pericolosa. Ecco perché dico che la disintegrazione della Russia è minacciata da Putin, e non dal fatto che Putin lasci il potere”, ha aggiunto il controverso magnate che da anni trama contro il potere russo.
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