Politica

L’applausometro del Meeting ciellino incorona la Meloni

L’applausometro del Meeting ciellino incorona Giorgia Meloni. La leader di Fratelli d’Italia vince la prova dell’applausometro. Al contrario il segretario dei democratici Enrico Letta rimedia fischi sonori della platea riminese quando propone l’allungamento dell’obbligo scolastico. Istruzione, lavoro ed energia i temi centrali di un dibattito, senza alcuno scontro e i cui toni sono stati abbastanza moderati per un inizio di campagna.

di Adolfo Spezzaferro -

©imagoeconomica


La leader di FdI vince il primo confronto tra big della campagna elettorale

Il meeting di Rimini incorona Giorgia Meloni: la leader di FdI vince la prova dell’applausometro, una prova generale delle politiche del 25 settembre. La platea ciellina plaude anche agli altri big sul palco, dal leader della Lega Matteo Salvini al segretario Pd Enrico Letta, che però rimedia pure dei sonori fischi quando propone l’allungamento dell’obbligo scolastico, dal numero due di Forza Italia Antonio Tajani al centrista Maurizio Lupi, che al Meeting di Comunione e Liberazione è proprio di casa. Applausometro tiepido invece per Ettore Rosato di Italia Viva e per il ministro degli Esteri uscente Luigi Di Maio. Grandi assenti Giuseppe Conte – “Il M5S è scomodo per il sistema”, dice – e il Terzo polo. Ma Carlo Calenda arriverà l’ultimo giorno della kermesse, giovedì 25. Sul palco di Rimini dunque si è consumato il primo confronto tra big della campagna elettorale. Tema dell’incontro: “Nella diversità, per il bene comune”. I toni sono rimasti sempre moderati: nessuno scontro, nessuna interruzione tra i relatori.

A chi chiede al leader più applaudito se è ottimista per la campagna elettorale, la Meloni taglia corto con un “io combatto prima”. Sul fronte del programma elettorale, la presidente di FdI torna a ribadire che così com’è il reddito di cittadinanza non va bene: “Ciò che ha di sbagliato è mettere sullo stesso piano chi può lavorare e chi non può farlo, per varie ragioni”. “Il reddito ha un paradosso: diamo fino a 700 euro a un giovane valido quando un disabile prende molto meno. Se vuoi aiutare i ragazzi ad avere un futuro devi dare quelle risorse a chi assume. Il lavoro ha sempre una dignità. Tra stare a casa e lavorare è sempre meglio lavorare. Sono stata attaccata per aver fatto la cameriera: ma ho imparato di più facendo la cameriera che stando in Parlamento”, afferma la Meloni.

Il tema del lavoro è al centro del dibattito e la favorita alle elezioni del 25 settembre spiega che “Il salario minimo di per sé non è una soluzione, senza affrontare seriamente il tema del cuneo fiscale. il vero problema è rappresentato dalla tassazione. Serve un sistema unico di ammortizzatori sociali. Migliorare le condizioni dell’impiego migliorano di riflesso quelle della società”, sostiene la leader di FdI, replicando poi a Letta sull’elezione diretta del capo dello Stato. “Non sono d’accordo su quanto si è dett sostieneo sul presidenzialismo perché i cittadini vanno rimessi al centro delle scelte. A questa nazione serve un legame diretto tra voto e governo e serve stabilità”. Una riforma in senso presidenzialista “sarebbe utile e non mi pare così impresentabile. Penso alla Francia e lo dico a Letta che è così amico dei francesi…”. Altro tema al centro del dibattito, la scuola. Per la Meloni “serve un liceo per il made in Italy e più sport per un corretto stile di vita”. Ma soprattutto serve un sistema che premi il merito. “La scuola italiana è diventata una macchina per le disuguaglianze. Ormai a tutti spettano determinati riconoscimenti, lasciando da parte il merito. Uguaglianza e meritocrazia devono invece camminare insieme. Non dobbiamo più essere la società che ignori la disponibilità al sacrificio. Servono borse di studio, sport e onore al merito, sulla base dei voti ottenuti agli esami, anche la stessa maturità”, afferma la leader di FdI.

Salvini invece punta sul nucleare e sulla riforma del fisco. “Serve energia pulita sì, ma in questo momento occorre anche il nucleare. L’Italia non può farne a meno”, afferma il leader della Lega. Ma non dimentica il lavoro e propone quattro idee per rilanciare il mondo dell’occupazione in Italia per favorire imprese e famiglie: «”Detassare gli straordinari, togliere il reddito di cittadinanza, flat tax e riforma delle pensioni, azzerando definitivamente la legge Fornero, approvando con i sindacati quota 41, con la facoltà di scegliere per milioni di lavoratrici e lavoratori”.

Anche Tajani infine attacca il reddito di cittadinanza, misura bandiera del (fu) M5S: “In troppi potendo godere di questi soldi chiedono di lavorare solo in nero. Non sono giusti 1.200 euro mensili in questo modo, cifre più alte di un poliziotto o di un insegnante. Il principio è completamente sbagliato. Chi può deve lavorare, chi non può deve avere i sostegni adeguati”.


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