Esteri

L’Arabia Saudita accoglie Trump in grande stile

di Redazione -


Durante il suo viaggio in Arabia Saudita, Donald Trump è stato accolto con tutti gli onori da Mohammed bin Salman, firmando un “partenariato economico strategico” che, secondo la Casa Bianca, potrebbe generare fino a 600 miliardi di dollari in investimenti e acquisti sauditi. Il presidente repubblicano, accompagnato da importanti figure del mondo imprenditoriale come Elon Musk e John Elkann (presidente di Stellantis), aveva promesso di ottenere “assegni milionari”, in linea con la sua visione di diplomazia transazionale. Tra i contratti più rilevanti figurano quelli nel settore della difesa: l’Arabia Saudita dovrebbe acquistare attrezzature militari americane per un valore di 142 miliardi di dollari. Secondo fonti americane, si tratterebbe del “più importante contratto di difesa della storia”. Il comparto tecnologico è anch’esso al centro dell’accordo. La società saudita DataVolt investirà 20 miliardi di dollari negli Stati Uniti per sviluppare infrastrutture legate all’intelligenza artificiale e alla gestione dei dati. Inoltre, Google, Oracle, Salesforce e AMD sarebbero coinvolte in accordi tecnologici dal valore complessivo di 80 miliardi di dollari. L’accoglienza riservata a Trump è stata sontuosa: scorta di aerei da combattimento, guardie a cavallo e cerimonie sfarzose nel palazzo reale. Il 78enne presidente americano è apparso in grande sintonia con il principe ereditario saudita, con cui ha condiviso momenti di evidente cordialità. “Penso davvero che ci apprezziamo molto”, ha dichiarato Trump, sottolineando il legame personale instaurato con il leader de facto del regno. Questa visita rappresenta il primo grande viaggio internazionale del secondo mandato di Trump, eccezion fatta per una breve trasferta a Roma per i funerali di Papa Francesco. La scelta di privilegiare ancora una volta le monarchie del Golfo – come già accaduto nel 2017 – riflette il peso economico e geopolitico crescente di queste nazioni, nonché l’approccio strategico del presidente, volto a consolidare rapporti economici piuttosto che alleanze militari tradizionali. Dal punto di vista geopolitico, i temi caldi non mancano. Tra i dossier che Trump dovrà affrontare nei prossimi incontri spicca quello dell’Iran, con cui Washington è impegnata in delicati negoziati sul nucleare. Il tour presidenziale proseguirà in Qatar e negli Emirati Arabi Uniti, tappe che potrebbero ulteriormente rafforzare l’asse economico e strategico tra gli Stati Uniti e le monarchie del Golfo. Non mancano però le polemiche interne. Il leader della maggioranza democratica al Senato, Chuck Schumer, ha denunciato l’intera operazione come “la più grande tangente straniera della storia recente”. L’accusa fa riferimento in particolare a un Boeing 747-8 che la famiglia reale del Qatar avrebbe offerto a Trump come aereo temporaneo, da utilizzare anche dopo la fine del suo mandato. Il presidente ha liquidato la questione parlando di un “regalo temporaneo”, senza fornire ulteriori dettagli. Il viaggio, finora improntato su una narrativa di successo economico, si inserisce in un contesto internazionale teso e in un clima politico americano fortemente polarizzato. Ma per Trump, che si vanta di essere un maestro dell’arte del “deal”, l’obiettivo sembra chiaro: rafforzare la sua immagine di leader pragmatico e capace di attrarre capitali esteri a beneficio diretto degli Stati Uniti.


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