Attualità

L’architetto dell’universo e il gioco dei dadi

di Michele Gelardi -


Albert Einstein sostenne che “Dio non gioca a dadi”; gli rispose Niels Bohr chiedendogli “ma chi sei tu per dire a Dio come deve giocare”? La storia ha dimostrato che aveva ragione Bohr, poiché la moderna fisica quantistica ha aperto la strada all’imponderabile e addirittura incredibile (p. es. entanglement), ma comunque scientificamente verificabile. Oggi Roberto Cingolani si spinge ancora più in là. Essendo in contatto con Dio, conosce, non soltanto come Egli non gioca, ma perfino come gioca. Fra le altre cose, sa che la terra è stata “progettata” per 3 miliardi di persone, non una sola in più. Ha avuto modo di accedere ai disegni del progetto e dunque le sue deduzioni hanno basi scientifiche molto solide.

Ovviamente, si astiene dall’indicare con precisione nome e cognome dei 5 miliardi di eccedenti e anche semplicemente la nazionalità e il colore della pelle; con molta modestia, si limita a farsi latore del messaggio di Dio per le linee generali. Beninteso non è il solo a conoscere i progetti divini; anche i componenti del board del WEF ne sono al corrente. Costoro conoscono ancor meglio di Cingolani il progetto del grande architetto dell’universo.

Hanno accesso a maggiori e più precise informazioni, in virtù delle quali non si limitano a sovrintendere alla transizione digitale, come faceva l’ex ministro del governo Draghi, ma guidano l’umanità lungo il corso di tutte le variegate tipologie di transizione e la traghettano amorevolmente nella nuova era del transumanesimo. Si sono riuniti a Davos, lontani da sguardi indiscreti, in pensoso consesso, presieduto da Klaus Schwab, per stabilire qualche ultimo dettaglio del traghettamento, avendo già raggiunto l’accordo sulle opzioni di fondo.

Nel buen retiro delle alpi svizzere hanno ricevuto la gradita visita della signora Ursula von der Leyen, omaggiata per la sua politica, definita, dal padrone di casa Schwab, “strumentale” al raggiungimento degli obiettivi dell’agenda 2030. Ovviamente l’omaggio era riferito ai risultati parziali di questi anni, poiché c’è ancora tanto da fare nei sei anni residui prima del traguardo, tanto più considerando che i 5 miliardi di eccedenti purtroppo rischiano di far saltare gli obiettivi dell’agenda. Respirano come i 3 miliardi di ammessi; e si nutrono per sopravvivere, né più né meno come i “sostenibili”; insomma i 5 miliardi di insostenibili stanno portando nel baratro pure coloro che la terra sopporta ben volentieri.

Da qui le giustificate preoccupazioni del direttorio dell’umanità, che non ha chiesto all’umanità il permesso di dirigerla. Il WEF, che ovviamente non può attardarsi a chiedere permessi e consensi inutili, non ha altra strada, se non quella di suggerire ai 2.800 leaders mondiali (di 120 Paesi) e 60 capi di Stato, convenuti a Davos, di divenire docili “strumenti” dell’agenda 2030, al pari dell’omaggiata Ursula. In verità, i rimedi sono ben conosciuti, ma purtroppo gli scolari indisciplinati costringono il maestro Schwab a ripetere la lezione.

È necessario, in primo luogo, ridurre il numero degli umani, i quali respirando emettono ed emettendo inquinano; si devono ridurre gli allevamenti bovini; al contempo si devono ridurre le aree coltivate, magari sostituendo le piantagioni con pannelli solari; si devono produrre automobili elettriche, ancorché non richieste dal mercato, trascurando il problema secondario dello smaltimento delle batterie, peraltro facilmente infiammabili; si deve unificare il mercato finanziario, mediante l’utilizzo di una sola moneta elettronica; si deve contenere l’aumento della temperatura media sulla terra.

Tutte le varie emergenze del pianeta – climatica, sanitaria, finanziaria – impongono che i comportamenti individuali siano omologati, in quanto conformi alla “sostenibilità”; quindi a capo di tutto c’è il controllo degli uomini. In sintesi, ci apprestiamo a divenire sudditi dell’agenda universale, secondo i disegni del WEF, che ha accesso ai disegni di Dio. Ma se avesse ragione Niels Bohr e il gioco di Dio fosse ignoto e inconoscibile?


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