Attualità

L’Arma trasferisce il carabiniere che non “riconosce” Mattarella come presidente

di Angelo Vitale -


Il Comando generale dell’Arma dei Carabinieri ha disposto il trasferimento immediato del carabiniere che, rispondendo a una manifestante al sit-in pro Palestina in via Padova a Milano, aveva detto di non riconoscere Mattarella come suo presidente. Un militare finito nella bufera mediatica delle polemiche alimentate sui social dai manifestanti pro Palestina che hanno diffuso un video – sul fatto indaga la Procura della Repubblica di Milano – nel quale una manifestante che gli si rivolge chiedendogli “Cosa ha detto Mattarella?” riceve da lui in risposta “Con tutto il rispetto, non è il mio presidente. Non l’ho votato, non l’ho scelto io, non lo riconosco”. 

La questione, come era prevedibile, ha sollevato pure le polemiche dell’opposizione. Il Pd Stefano Vaccari, nel primo pomeriggio, aveva sollecitato un immediato intervento del ministro della Difesa, Guido Crosetto: “”Prima il generale Vannacci, poi il tenente colonnello Cati ed ora un carabiniere che in una manifestazione pubblica si permette di dire che non riconosce il presidente della Repubblica, perché non l’ha votato. Si passa indistintamente dalle accuse omofobe e razziste ai presunti atti persecutori e agli abusi per finire, clamorosamente, con una certa ignoranza e strafottenza che rasenta il vilipendio verso il Capo dello Stato, da parte di una persona che, in forza di una divisa, dovrebbe essere al servizio del Paese con rigore e lealtà. È proprio sfortunato il ministro Crosetto. Succedono tutte nel corso del suo mandato da ministro. Non si può nemmeno affidare all’eccezionalità di un evento visto che ormai succedono a ripetizione. A pensar male si fa peccato però verrebbe da dire che quanto si sta verificando è frutto di una certa leggerezza nel guidare il dicastero della Difesa. La domanda successiva è se ingenuamente o volutamente. Nel frattempo però il ministro Crosetto intervenga con sollecitudine”.

E dallo stesso partito guidato da Elly Schlein sono arrivati pure gli apprezzamenti per la rapida scelta adottata dall’Arma: “È incredibile aver dovuto ascoltare le parole del Carabiniere che ha detto di non riconoscersi nel presidente Mattarella. Parole pericolose e inaccettabili. Ed è apprezzabile la tempestività con cui il Comando generale dell’Arma ha fatto sapere che l’agente verrà immediatamente trasferito e che verranno presi i necessari provvedimenti disciplinari”, ha commentato il deputato Matteo Mauri, Responsabile Sicurezza del Pd.

“La fedeltà alle Istituzioni dovrebbe essere il prerequisito per ogni servitore dello Stato. A maggior ragione se appartenente a un corpo così delicato per la democrazia come quello di chi esercita l’uso legittimo della forza e deve garantire la sicurezza di tutti.Ovviamente le dichiarazioni gravissime di un singolo – continua Mauri – non si possono riversare in automatico su tutte le Forze dell’Ordine. Che hanno tutto il nostro sostegno e la nostra fiducia”.

“Ma non ci sfugge che ogni carabiniere, all’atto solenne del giuramento, dichiara di “essere fedele alla Repubblica italiana e di osservarne la Costituzione.E il fatto che un rappresentante dell’Arma si permetta di disconoscere – come se nulla fosse e in pubblico – il Capo di quella Repubblica e il garante di quella stessa Costituzione deve interrogare tutti profondamente. A partire dai vertici delle Forze di Polizia e di chi ne ha la responsabilità istituzionale. A loro chiediamo una particolare attenzione e un particolare impegno per stroncare sul nascere ogni comportamento inadeguato e pericoloso.Sul terreno della tenuta democratica e dell’affidabilità di chi la deve difendere, conclude Mauri – che da Viceministro all’Interno ha avuto proprio la delega alla Pubblica Sicurezza – conclude- non si può e non si deve cedere nemmeno di un millimetro, mai!”.


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