Cultura & Spettacolo

“L’arte si mostra”: la pittura delle emozioni di Antonella Gensale Marì

di Redazione -


“L’Arte si mostra” torna in piazza Colonna a Roma. Palazzo Ferrajoli, lunedì 12 settembre (opening dalle ore 11 alle 19), ospita la collettiva della casa editrice Pagine che mette in scena 38 artisti, 38 stili diversi, 38 modi diversi di vivere e raccontare l’arte. In primo piano nella collettiva, “Immersioni, Ferita d’oro, Cerotti sul cuore”,  tre dipinti dell’artista irpina Antonella Gensale. 

Nota nel mondo dell’arte come Marì, l’artista nata in Svizzera approda alla ribalta nazionale dopo successi ed apprezzamenti ottenuti al Sud, ove da tempo si dedica anche alle aziende di famiglia operanti nel settore dell’editoria televisiva.

Le emozioni governano il filo conduttore delle tre opere, che saranno presentate dal professor Linio Perilli e dall’editore Luciano Lucarini. I personaggi che animano i suoi quadri, infatti, non ritraggono quasi mai un soggetto scelto a priori, perché prende forma attraverso i colori, pennellata dopo pennellata. Ad ispirare l’artista sono gli stati d’animo e le riflessioni sul mondo, un’esplosione racchiusa nelle tre tele esposte, non a caso, in una sala interna e  quasi intima, denominata della introspezione.  Come un angolo di cuore finalmente rivelato a tutti, nel panorama nazionale assicurato dalla prestigiosa location.

Poche righe anticipano i tre dipinti, quasi a fotografare un’emozione che non si conclude con esse. Da “Immersioni” (un acrilico 50 x 70) con “Mi inginocchio nel rosso della sera e riprendo in mano i miei pensieri che non sono più miei, ma diventano un riciclarsi con il tutto! Cosa è il tutto? Lasciarsi fluire umilmente, ripiegare la forza su sè stessi e lasciarla andare, fluire… flottare” a “Cerotti sul cuore” (un olio su tela 50 x 60) che recita “Gli strappi quelli felici, cicatrici indelebili, tatuaggi, strappi di pelle che si rigenera perché siamo in continuo movimento, in sintonia con l’universo e tutto evolve. Ogni crepa è fonte di luce”. Fino a “Ferita d’oro” (un olio su tela 50 x 70), che continua il racconto: “Vado via con la mia ombra per mano, il mio zaino di sogni sulle spalle! Tutto quello che devi fare è guardare in fondo sulla montagna del vecchio d’oro troverai un bambino. Quello eri tu, prima che le ferite della vita prendevano il sopravvento! Guarda, sta seduto, non può né salire né scendere perché le tue lacrime rendono il percorso difficile. Aiutalo, affinché la tua ferita si cicatrizzi e diventi anche essa oro!”.


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