Lavoratori sempre più anziani: cresce (ancora) l’età media
Sempre più anziani tornano nel mondo del lavoro dopo la pensione: ecco i dati
Continua a crescere l’età media dei lavoratori italiani: in un lustro, dal 2019 a oggi, è (già) salita di oltre due anni. Attestandosi, oggi, a 44,2 anni a fronte dei 42 medi del 2019. Ma le medie, le statistiche, a ben guardarle, sono sempre come il pollo di Trilussa. E, pertanto, i dati (ancora) più interessanti si rintracciano al Sud e nelle aree interne dove l’età media di chi ha un lavoro continua a schizzare verso l’alto superando, abbondantemente, i cinquant’anni.
Un invecchiamento generale
I numeri, sulla base dei dati Istat, Inps e degli enti camerali, sono stati pubblicati da Confesercenti che, in un’analisi, mostra le (prime) conseguenze dell’inverno demografico e di un Paese che non dà spazio ai giovani. Le cifre parlano chiaro. L’età media più alta dei lavoratori si registra al Centro, dove supera i 44 anni e mezzo (44,6). Un po’ meglio va altrove, al Nord (44,4) e al Sud (43,8). Ma è sfogliando i numeri registratisi nelle singole Regioni che si colgono dei trend preoccupanti. La Regione italiana con la popolazione lavorativa che è maggiormente invecchiata è stata l’Umbria, dove l’età media è passata a ben 54,1 anni. Non va granché meglio in Toscana e Liguria dove i lavoratori son passati da 52,2 a 53,4 anni di media. Il Sud non sta molto meglio. In Calabria la popolazione lavorativa ha un’età di 52 anni e mezzo, di poco superiore rispetto a quella registrata in Puglia (52,4) mentre in Campania è salita di un anno e mezzo passando dai 50,1 del 2019 ai 51,6 dell’anno scorso.
Il futuro è sempre più senior
Il guaio è che tutti gli indicatori sembrano promettere un ulteriore invecchiamento della popolazione in età da lavoro in Italia. Confesercenti punta il dito contro le dinamiche dell’inverno demografico che già peserebbe, eccome, su determinati mestieri e professioni. Già, soprattutto nel mondo delle professioni si invecchia sempre di più e si va in pensione sempre più tardi. E, poi, ci va in pensione non è detto che non ritorni a lavorare. Così, difatti, hanno deciso di fare un milione di pensionati. Tra di loro, la maggioranza è composta, per lo più, da autonomi e liberi professionisti. Solo poco più di un terzo del numero complessivo è composto da lavoratori dipendenti. Ma perché i pensionati tornano al sporcarsi le mani, a lavorare piuttosto che godersi il sacrosanto riposo che si son meritati? Per gli analisti Confesercenti si tratta di una reazione a tutta una serie di problemi che si registrano nel mondo del lavoro italiano e, più in generale, nell’economia di questo Paese. C’è, per esempio, il fenomeno del fiscal drag ossia la beffa che fa scattare maggiori esborsi fiscali con l’inflazione.
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