Economia

Lavoro, nel 2021 aumentano gli occupati: bene la somministrazione

di Alessio Gallicola -


Il mercato del lavoro torna a crescere, i numeri dello scorso anno sono incoraggianti e ancor di più lo sono le stime per il 2022, che potrebbe addirittura far registrare una creazione di due milioni e mezzo di posti di lavoro. Il dato emerge da un’indagine Censis commissionata da Assosomm, l’associazione delle agenzie per il lavoro, che stima a fine anno un ritorno ai livelli pre-pandemia, che ha lasciato sul campo circa il 10% degli occupati. Lo certifica una ricerca del Censis commissionata da Assosomm, l’Associazione italiana delle Agenzie per il lavoro.

Interessanti i numeri che riguardano i contratti di lavoro in somministrazione, cioè quelli ottenuti con l’intermediazione delle Agenzie per il lavoro. Nel 2021 gli occupati in somministrazione sono risultati 500mila, ben 200mila in più rispetto al periodo della prima ondata della pandemia (24% in più), con un totale delle retribuzioni aumentato del 27%. Oggi i lavoratori in somministrazione rappresentano il 16,5% di tutti gli occupati a tempo determinato, due anni fa erano il 14%. E il dato sembra destinato a crescere, a testimonianza della buona riuscita di questo istituto contrattuale.

È chiaro, però, che la somministrazione chiama in causa direttamente il tema della formazione degli addetti, i somministrati sono per lo più lavoratori a bassa specializzazione: il 74% ha contratti per mansioni generiche e va formato. Un obiettivo non facilmente perseguibile dalle imprese in una delicata congiuntura che vede l’aumento esponenziale del costo dell’energia e gli scenari di guerra che rilanciano un’incertezza sui mercati tradizionalmente ostile allo sviluppo programmato dell’azienda.

Anche qui, però, la somministrazione risolve i problemi, permettendo una maggiore stabilità dei lavoratori. I dati, infatti, indicano che entro 90 giorni dalla cessazione di un contratto a termine in somministrazione, quasi il 70% ha attivato un nuovo rapporto di lavoro, contro lo scarso 50% dei contrattualizzati a termine non in somministrazione.

“Questa ricerca del Censis ci infonde fiducia – ha spiegato Rosario Rasizza, rieletto presidente di Assosomm -. Stiamo assistendo a una ripresa post pandemica del mercato del lavoro, una ripresa nella quale il lavoro in somministrazione giocherà un ruolo sempre più importante. Non solo perché le aziende stanno comprendendo con evidenza i vantaggi della buona flessibilità, ma perché tanto gli imprenditori quanto i lavoratori stanno entrando sempre più in contatto con le nostre potenzialità: formazione, ricollocazione rapida, welfare. Assosomm, con Censis, ha oggi restituito una chiara fotografia del trend di un mercato contemporaneo, dove non potrà esserci più spazio per l’irregolarità e la disoccupazione. Ora guardiamo al futuro intravedendo una nuova collaborazione con il settore pubblico e un dialogo più costante con la politica”.

Nell’immediato futuro, comunque, considerata la fine degli incentivi pubblici legati alla pandemia e poi al Pnrr, si dovrà programmare la creazione di nuovi posti di lavoro, in particolare in quei settori in cui il mercato mostra particolari trend di crescita.


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