Esteri

Per Zelensky l’avvertimento di Bruxelles e la “paura arancione”

Nessun passo in avanti dai colloqui

di Ernesto Ferrante -


Il timore di potersi ritrovare di fronte a una nuova “Euromaidan”, ha indotto il presidente ucraino Volodymyr Zelensky a proporre nuove leggi sugli organismi anticorruzione, dopo che la Verkhovna Rada, il Parlamento ucraino, ne aveva limitato l’indipendenza con una serie di emendamenti.

La retromarcia di Zelensky

“Ho appena approvato il testo di un disegno di legge che garantisce un reale rafforzamento dello stato di diritto in Ucraina, l’indipendenza degli organismi anticorruzione e una protezione affidabile dello stato di diritto da qualsiasi influenza o interferenza russa”, ha scritto Zelensky sui social media. La telefonata della presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen, “preoccupata per le conseguenze degli emendamenti” e la moltiplicazione delle manifestazioni di protesta nel Paese, lo hanno costretto ad un repentino dietrofront.

“Sentiamo che è nostro dovere civico essere qui. È una situazione che si può facilmente sfruttare. Un governo in tempo di guerra può piegare la democrazia più facilmente”, ha detto al The Guardian Olena Kurnytska, studentessa ventunenne della York University che ha partecipato alle mobilitazioni contro la svolta autoritaria con un cartello che recitava: “Vorrei vedere il futuro, non flashback”.

L’Ue osserva le mosse del leader ucraino

L’Unione europea ha accolto favorevolmente l’impegno del presidente ucraino. “Abbiamo visto che il governo ucraino ha intrapreso un’azione”, ha dichiarato un portavoce della Commissione Ue durante il briefing giornaliero con la stampa, aggiungendo che l’Ue “accoglie positivamente” l’iniziativa e continua a cooperare con Kiev per “garantire che le preoccupazioni riguardanti la lotta alla corruzione, che rappresenta una priorità estremamente importante sia per noi che per l’Ucraina, vengano affrontate in modo adeguato”. L’avvertimento di Bruxelles è stato chiaro: “Ci aspettiamo che tutti i Paesi candidati, inclusa l’Ucraina, rispettino pienamente gli standard in materia”.

Attraverso il suo profilo X, Volodymyr Zelensky ha fatto sapere di aver parlato con il cancelliere tedesco Friedrich Merz per comunicargli l’inversione di marcia. “È importante che i nostri organismi anticorruzione abbiano appoggiato questa legge. Ho invitato la Germania a partecipare alla revisione del disegno di legge da parte di esperti. Friedrich mi ha assicurato la disponibilità a fornire assistenza”, ha spiegato il leader ucraino.

Poche novita da Istanbul

Dal terzo round di colloqui tra Ucraina e Russia a Istanbul, non sono arrivate novità sostanziali. Il portavoce del presidente russo Dmitry Peskov ha ammesso che non si aspettava una svolta. Le posizioni sulle bozze di memorandum per l’accordo sono ancora distanti. Concordato un nuovo scambio di prigionieri, con il rilascio di 1.200 soldati per parte, con Mosca che ha offerto anche di consegnare alla controparte i corpi di tremila militari uccisi.

“Abbiamo proposto alla parte russa di tenere un incontro fra i leader entro la fine di agosto”, ha riferito il capo negoziatore ucraino, Rustem Umerov, sottolineando che, “accettando questa proposta, la Russia può chiaramente dimostrare il suo approccio costruttivo a tutti nel mondo, compresi i nostri i partner”. “L’Ucraina, ha proseguito, continua a insistere per un cessate il fuoco pieno e incondizionato come base necessaria per una diplomazia efficace”.

“La priorità numero uno è di organizzare un incontro dei leader, dei presidenti, con la partecipazione di Trump e di Erdogan”, ha affermato Umerov nella conferenza stampa al termine dei lavori.

Affinché il faccia a faccia tra Vladimir Putin e Volodymyr Zelensky possa aver luogo “è necessario prima definire i termini dell’accordo e capire cosa discutere in questo incontro. Ma in realtà, in questo incontro non è necessario discutere l’accordo, ma porre un termine, firmare”, ha replicato il capo del gruppo negoziale russo, Vladimir Medinsky.

Gli Stati Uniti hanno annunciato l’approvazione di una vendita di armi del valore di 322 milioni di dollari per rafforzare le difese aeree e i veicoli corazzati da combattimento dell’Ucraina.


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