Attualità

L’AVVOCATO DEL MONDO

di Giovanni Vasso -


A volte bisogna passarci, attraverso le cose, per crearne di nuove. La storia di Marco Buscema è quella di uno studente italiano, in viaggio studio in Turchia, che finisce vittima di un grave incidente stradale costato la vita a sette persone, due delle quali suoi colleghi. Cresciuto, è diventato un avvocato, esperto di diritto assicurativo, ha lavorato per importanti compagnie del settore, in Italia e all’estero, poi ha deciso di seguire quello che gli diceva la “voce di dentro”. Cioè di aiutare, in caso di bisogno, chi si trova in un Paese straniero. Così, da Udine, ha fondato Will, Worldwide Indipendent Lawyers League, un’alleanza tra giuristi di ogni nazione del mondo, che oggi conta associati in 71 Paesi del mondo: “Copriamo 23 fusi orari, da Auckland a Honolulu”.

 

Avvocato Marco Buscema, quando è nata l’idea?
È una storia lunga. Inizia quando, ormai 26 anni fa, ho avuto un gravissimo incidente stradale in Turchia. Ero passeggero a bordo di un autobus che si è ribaltato facendo un volo di qualche decina di metri. Una tragedia costata la vita a sette persone, con molti feriti. Io me la cavai, tutto sommato. Poi dopo ho capito tutto che era un segno. In quel momento non ho ricevuto aiuto legale, non ho incontrato nessuno. Sono stato lasciato solo. Sono tornato in Italia, mi sono laureato, ho maturato una competenza specifica nel settore del risarcimento dei danni alla persona, quindi ho lavorato per anni per una compagnia di assicurazione quindi ho fatto che lei l’esperto di diritto assicurativo. Ho lasciato quel lavoro, sono tornato in Italia. Perché c’era come una voce interna che mi diceva di dover aiutare chiunque si fosse trovato in una situazione come fu la mia in Turchia. Da lì ho iniziato ad aggregare avvocati da tutto il mondo e, due anni e mezzo fa, tutti i pezzi del mosaico si sono incastrati. Ed è nata Will.

 

Cos’è Will?
La Will è un’alleanza, non una piattaforma o una semplice rete. Adesso siamo quasi 350 avvocati in 71 paesi del mondo. Ci conosciamo tutti. Per festeggiare il Capodanno insieme c’è voluto un giorno intero per il gioco dei fusi orari. Tra noi c’è un rapporto di connessione fortissimo perché condividiamo gli stessi valori. Siamo piccoli e medi studi legali, con un’organizzazione capillare, una struttura solida e con la stessa visione delle cose, a disposizione del nostro target che è, appunto, quello della piccola e media impresa.

 

Perché proprio le pmi?
Guardiamo il caso italiano. Ci sono molte imprese di piccole dimensioni che producono delle autentiche eccellenze. Esportano, tanto. Per farlo, hanno bisogno di avere qualcuno a cui rivolgersi. Spesso sono costretti a ricorrere ai grandi studi internazionali. In cui lavorano centinaia di persone. Ma qui si perde un po’ il rapporto fiduciario e, soprattutto, l’idea di avere un legale come punto di riferimento. Con Will, non ci limitiamo a “segnalare” il collega, per dire, francese al cliente. È l’avvocato che si interfaccia con gli altri membri dell’alleanza dando risposte rapide, veloci e pertinenti alle richieste. Solo chi è sui territori e conosce bene il sistema giuridico di un posto può offrire soluzioni in tempo celere. Le faccio un esempio…

Mi dica.
Tempo fa, sono stato contattato da un avvocato israeliano. Mi diceva che un suo giovane cliente era stato arrestato in Messico. Mi chiedeva come fare per poter intervenire, per far qualcosa. Ho alzato la cornetta e contattato una delle nostre legali messicane. In poche ore, il ragazzo israeliano era stato rilasciato dalle autorità. È bastata una notte per risolvere il problema. Ecco, questo è ciò che facciamo con Will.

Quali sono le difficoltà che incontra una pmi italiana che vuole investire all’estero?
Possono essere tante. Ogni Stato ha un suo sistema giuridico, e spesso all’interno di uno stesso Paese vigono sistemi legali diversi. Anche nell’ambito dell’Unione europea, per esempio: ogni Paese ha le sue leggi e la sua legislazione nelle diverse materie del diritto, dal fisco al campo immobiliare, passando per le norme sul lavoro e la contribuzione. In Germania, per esempio, che è uno Stato federale, ogni Land decide per sé. Forse soltanto la legislazione internazionale sulla proprietà intellettuale può essere considerata più uniforme, dal momento che si basa su convenzioni internazionali. Però, si capisce, un ufficio brevetti europeo ragiona in maniera differente rispetto a un omologo in Cina o in Giappone. Avere la certezza di potersi affidare a una rete di avvocati internazionali indipendenti, che si muovono sui posti con l’agilità propria del professionista non incasellato nei grandi studi internazionali, è un plus importante.

E, viceversa, che difficoltà trovano gli stranieri a investire in Italia?
C’è un muro che riguarda la nostra burocrazia. Non tanto per le regole, quelle ci sono ovunque e occorre conoscerle. Ma per la lingua. Il nostro Paese non parla inglese. Negli uffici italiani si parla e si scrive solo in italiano. Per chi viene dall’estero può essere una barriera. Noi, per dire, in Will abbiamo 25 avvocati stranieri che operano qui, che conoscono benissimo la lingua e possono essere di grande aiuto. Una volta superato quest’ostacolo, l’Italia si rivela per quello che è: un Paese bellissimo, dalle grandi potenzialità.


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