Cultura & Spettacolo

Le architetture stupefacenti della Galleria Spada un dialogo costante fra immagini e spazi museali

di Nicola Santini -


“Prospettive. Fotografare la Galleria Spada”: è questo il titolo della mostra che coinvolge gli studenti Rufa della Scuola di fotografia e dell’audiovisivo Lucia Amalia Estevez, Laura Filipponi, Lucia Notarantonio, Fabrizio Tedeschi, Lucrezia Ceselin, Davide Palombo, Miriam Galimberti, Michael Trutta, Veronica Malizia, con la supervisione di Adriana Capriotti per la Galleria Spada e Giorgio Di Noto.
Nato all’interno di un progetto sulla documentazione fotografica dei beni culturali realizzato con l’ICCD di Roma, diretto da Carlo Birozzi, “Prospettive” è un esperimento che ha coinvolto le classi RUFA del terzo anno di Fotografia e audiovisivo.
Gli studenti hanno avuto la possibilità di lavorare sia nella Quadreria che nel Giardino segreto, dove si trova la celebre Prospettiva del Borromini.
Sono stati così documentati opere e spazi, con gli stessi studenti che hanno sviluppato una personale interpretazione di un museo così ricco di spunti e dettagli, dedicando particolare attenzione al tema delle superfici, dei materiali e della luce. E, naturalmente, delle prospettive. Marmo, legno, tele, intagli e dorature sono diventati così il soggetto delle immagini, capaci di restituire quasi una dimensione tattile, uno strato materico che si aggiunge a quello visivo.
«La collaborazione – spiega il docente Giorgio Di Noto – con la Direzione dei Musei statali della città di Roma, guidati da Mariastella Margozzi, e con la Galleria Spada, ha permesso di allestire la mostra “Prospettive.
Fotografare la Galleria Spada”, che si terrà dal 1 al 27 febbraio 2023 negli spazi dell’illustre collezione barocca di Piazza Capo di Ferro a Roma. L’incontro con la Galleria Spada ha dato luogo a un ulteriore e stimolante sviluppo: quello di realizzare una mostra, fatta di calibrati interventi installativi di immagini all’interno del percorso museale, istituendo un dialogo tra le fotografie realizzate e gli spazi del museo.
Attraverso un gioco di rimandi e riflessi, se da una parte si è cercato di “nascondere” le fotografie nelle sale tra gli arredi barocchi, dall’altra le si è lasciate emergere attraverso il contrasto dato dai supporti utilizzati, come il plexiglass e il pvc».
Il catalogo pubblicato in occasione della mostra, realizzato e coordinato dal docente David Mozzetta, raccoglie non soltanto le opere esposte, ma anche una più ampia selezione delle fotografie eseguite nel corso del progetto.

All’interno del catalogo sono stati pubblicati i lavori degli studenti che hanno preso parte al progetto.

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