Politica

PRIMA PAGINA-Le contraddizioni nella candidatura di Ilaria Salis. Intervista a Michaela Biancofiore

di Giuseppe Ariola -


Senatrice Biancofiore, AV-S candida Ilaria Salis alle prossime elezioni europee. Cosa ne pensa?

“La coppia Bonelli-Fratoianni, che già non si è distinta per premura nei confronti degli italiani con la candidatura spot di Soumahoro, crea un precedente gravissimo, un atto sconcertante che umilia le istituzioni e getta discredito sulle finalità della politica. Inventarsi una scorciatoia per farla fare franca ad una “cattiva maestra” è non solo sconsiderato perché getta nel ridicolo il nostro Paese, è un pessimo esempio per i cittadini corretti e non porta di certo ad un’assoluzione automatica dalle sue responsabilità, seppur ancora da accertare. La sua candidatura che interferisce palesemente con il diritto interno ungherese finirà per esserle controproducente. AVS la usa disinteressandosi delle conseguenze, utilizzando la narrazione dell’antifascismo violento da giustificare a prescindere dimenticando che l’Ungheria è uno stato democratico e membro dell’UE. Inutile chiedersi del perché della disaffezione dell’elettorato innanzi a tali strumentalizzazioni”.

La candidatura è con un partito propenso a concedere le autorizzazioni a procedere. Come si spiega questa svolta?

“Garantisti per sé e giustizialisti per gli altri. Gli altri sono imputabili solo per essere di centro destra a prescindere, quando viceversa è col termine ‘sinistro’ che si indica di solito, anche in lingua italiana, tutto ciò che è sbagliato. Le regole che devono valere sono solo le loro, anche se sovversive di ciò che è il comune senso di giustizia dei cittadini. Del resto, sono gli stessi che pretendono di essere portavoce dei diritti, calpestando quelli universali. Il  Soumahoro gate docet e basta a spiegare il cortocircuito perenne nel quale vive un partito che l’unica competizione elettorale nella quale risulterà primo è quella dell’incoerenza”.

L’immunità parlamentare ha una sua ratio. Il caso Salis rientra in tale ambito?

“Già solo paventare una simile ipotesi mi fa rabbrividire. È raccapricciante che si possa pensare di utilizzare un simile strumento, che è un contrappeso al potere giudiziario in una democrazia rappresentativa, per sfuggire alle proprie responsabilità. Salis ha diritto di affrontare un giusto processo ma ha il dovere di rispondere alla giustizia ungherese per aver violato le leggi di quello Stato. In punto di diritto, si vuole piegare una norma di tutela in modo indebito, creando un pericolosissimo precedente. Immagino l’ola di molti delinquenti in questo momento”.

La politica è sempre più certosina nel vagliare le storie giudiziarie dei candidati. Questa scelta non suona un po’ in controtendenza?

“Come dicevo prima, le sinistre in genere denunciavano la pagliuzza altrui nascondendo le proprie travi, sempre più difficili da sotterrare. Nel caso della Salis, parliamo di un’insegnante che in teoria doveva educare i nostri studenti e che invece ha dato una pessima immagine della nostra Nazione andando all’estero per picchiare e aggredire chi manifestava e ha idee diverse dalle sue, violando principi costituzionali perlopiù comuni a tutti i paesi democratici. È questa la tolleranza, sono questi i principi di libertà che trasmetteva quando era in cattedra? È questo il messaggio che vogliamo lanciare ai nostri giovani? Candidare i nuovi ‘cattivi maestri’ è una scelta che strizza l’occhio alla violenza e al fanatismo, alle furbizie e ai disvalori”.

C’è chi sostiene che la candidatura nasce dall’esigenza di ‘tutelare i suoi diritti’.

“L’unico diritto che la Salis ha è quello ad un giusto processo e di questo il governo si è fatto portavoce. Salis ha diritto a difendersi in un processo e non dal processo per scappare dalle proprie responsabilità, questo sì che agli occhi dei cittadini può sembrare ed è più che un privilegio, un favore, una scappatoia, uno sgattolaiamento. Bonelli e compagni delle sinistre poi erano quelli che si riempivano la bocca delle leggi ad personam: qui siamo all’usum delphini, cioè ad una cosa adattata e manipolata per l’interesse di un partito. La scelta di pensare di superare lo sbarramento del 4% alle Europee candidando ‘una cattiva maestra’ è la rappresentazione plastica dell’uso negativo della politica e di una sinistra a corto di idee che sembra pericolosamente rinfocolare un passato che speravamo fosse consegnato alla storia”.

In molti fanno un paragone con il caso Tortora…

“Inorridisco innanzi al paragone col caso Tortora, una persona specchiata, senza precedenti che si rivelò ovviamente innocente e le cui accuse infondate gli costarono la vita. Il suo fu il dramma di un clamoroso errore giudiziario che nulla ha a che fare con le bravate della Salis e delle battaglie visceralmente garantiste dei radicali pannelliani.  Qui si tratta di voler ergere a paladina per beceri interessi elettorali, viceversa, chi si è recato a Budapest per impedire la manifestazione dei nazionalisti ed è stata fermata sullo stesso taxi, bene ricordarlo, in compagnia di  un reo confesso di essere membro di una banda di sprangatori, tacendo su casi di altri italiani detenuti all’estero, probabilmente innocenti, ma politicamente ascrivibili al loro fronte”.


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