Politica

Le nostre elezioni di medio termine

di Federico Cenci -

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Domenica alle amministrative sfida cruciale a Verona, dove l’ex calciatore Tommasi sfida un centrodestra diviso. Il centrosinistra testa in diverse città il “campo largo”

Le nostre elezioni di medio termine. Così il ministro per la Pubblica amministrazione, Renato Brunetta, ha definito il voto di domenica prossima, che chiama alle urne circa 9 milioni di italiani per 950 comuni, tra cui 26 capoluoghi di provincia e 4 capoluoghi di regione (Genova, L’Aquila, Catanzaro e Palermo). Si tratta, in effetti, di un test importante in vista delle politiche che si terranno tra circa un anno. I partiti si presentano all’appuntamento con geometrie di alleanza variabili: a seconda della geografia, si assiste a robuste coalizioni o a laceranti divisioni. A proposito di questo secondo scenario, uno dei banchi di prova più delicati per il centrodestra è Verona. Al termine di un travagliato percorso di dialogo interno, le strade si sono separate: Fratelli d’Italia e Lega sostengono il sindaco uscente Federico Sboarina, mentre Forza Italia, insieme a Italia Viva, ha scelto di appoggiare Flavio Tosi, già primo cittadino per due mandati (dal 2007 al 2017), espulso dal Carroccio nel 2015 dopo esserne stato vicesegretario nazionale. La divisione del centrodestra costituisce l’opportunità storica per il centrosinistra di prendersi un fortino considerato fino a oggi quasi inespugnabile, basti pensare che, a parte la parentesi dal 2002 al 2007 con Paolo Zanotto, l’ultimo sindaco della città scaligera espressione esclusivamente della sinistra è il socialista Aldo Fedeli, risalente al secondo dopoguerra. Oggi il compito di riscrivere la storia politica di Verona è affidato all’ex calciatore Damiano Tommasi, rappresentante della Chiesa sociale sostenuto anche dal M5s. Una sua eventuale vittoria sarebbe un boccone amaro da digerire per il centrodestra, in particolare per Fratelli d’Italia di cui Sboarina è espressione. A vantaggio del sindaco uscente, tuttavia, l’appoggio che gli ha garantito Tosi in caso di ballottaggio. Ma se Verona è il laboratorio di un’alleanza all’insegna del sovranismo tra Fratelli d’Italia e Lega, altrove i due partiti si presentano separati. “Non faremo la fine di Giulietta e Romeo”, hanno ironizzato Giorgia Meloni e Matteo Salvini, che si sono concessi, abbracciati, per una photo opportunity l’altro ieri all’ombra dell’Arena dopo un periodo caratterizzato da qualche divergenza. Accordo mancato tra i due, ad esempio, a Parma, Catanzaro e Messina. Nella città dello Stretto la Lega ha deciso di convergere su Federico Basile, ex direttore generale comunale sostenuto dall’uscente Cateno De Luca, che si è dimesso da sindaco per candidarsi in autunno come governatore della Sicilia, mentre Fratelli d’Italia e Forza Italia sostengono Maurizio Croce, ex capo dipartimento alla Regione con Raffaele Lombardo. Ma la divisione più ampia per il centrodestra si registra a Catanzaro, dove i candidati provenienti da quest’area politica sono tre: seppure senza i simboli ufficiali, Lega e Forza Italia portano il civico Valerio Donato, che i sondaggi danno in leggero vantaggio rispetto a Wanda Ferro, vicecapogruppo alla Camera di Fratelli d’Italia, sostenuta anche dal sindaco uscente Sergio Abramo. Il terzo candidato espressione del centrodestra è Antonello Talerico, sostenuto da Noi con l’Italia. Il docente di Diritto Nicola Fiorita è invece l’alfiere del “campo largo” caro a Enrico Letta: è infatti il candidato sostenuto dalla coalizione Pd-M5s. Altra città in cui a sinistra si tenterà l’affondo giallorosso è L’Aquila, con l’ex presidente della provincia Stefania Pezzopane che proverà a scalzare l’uscente Pierluigi Biondi, attorno al quale si raccoglie il centrodestra unito e che secondo alcune rilevazioni potrebbe essere rieletto già al primo turno. Una speranza analoga la coltiva il primo cittadino di Padova, Sergio Giordani, anche lui espressione del “campo largo” Pd-M5s, che verrà sfidato dall’ex campione del mondo di Vela Francesco Peghin, civico su cui Salvini fa molto affidamento anche per rafforzare la sua leadership interna al partito. La Lega e più in generale il centrodestra si giocano molto in Lombardia, dove la vittoria a Como, Monza e Lodi è necessaria per in una regione chiave in vista delle elezioni nazionali. A Genova, invece, sembrano esserci pochi dubbi sulla riconferma di Marco Bucci, sfidato dal giallorosso Ariel Dello Strologo.


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