Esteri

Le reazioni internazionali all’offensiva israeliana a Rafah

di Giuseppe Ariola -


Non passa indenne l’offensiva israeliana a Rafah che ha causato decine di vittime tra i civili, una vera e propria strage che l’Idf giustifica con la neutralizzazione di un compound di Hamas, ma rispetto alla quale il primo ministro Netanyahu è costretto a parlare come di un “tragico errore” pur ribadendo di non essere intenzionato a “porre fine alla guerra prima che tutti gli obiettivi siano stati raggiunti”. Le reazioni internazionali all’iniziativa israeliana non tardano ad arrivare, a partire da quella dei ministri degli Esteri di Norvegia, Irlanda e Spagna, i tre paesi che hanno deciso di riconoscere lo Stato palestinese, posizione che giovedì sembrerebbe intenzionata a prendere anche il governo sloveno. Il titolare degli Affari Esteri spagnolo José Manuel Albares sostiene, infatti, “sia giunto il momento di rendere effettiva la Soluzione dei due Stati che, come il resto della comunità internazionale, crediamo essere il modo migliore per raggiungere l’obiettivo che ci siamo prefissati”. Sull’attacco a Rafah “ciò a cui abbiamo assistito la scorsa notte è barbarico” ha commentato il Ministro degli Esteri irlandese Michael Martin, aggiungendo che “non si può bombardare un’area come quella senza conseguenze scioccanti in termini di vittime innocenti tra bambini e civili”, mentre l’omologo norvegese Barth Eide ha lanciato l’allarme che “in gran parte del mondo c’è la percezione che ci siano dei doppi standard, che le regole vengano applicate ad alcuni ma non a tutti”, il che minerebbe la credibilità dell’intero sistema legale internazionale. Dalla Farnesina Antonio Tajani condanna le “troppe vittime” e ribadisce la necessità di “scongiurare il rischio di escalation. Siamo contro l’attacco a Rafah e per un cessate il fuoco immediato. Naturalmente siamo per liberazione ostaggi e stop ai razzi di Hamas verso Israele”. Per l’Italia interviene anche il ministro della Difesa Guido Crosetto che, precisando di aver condiviso le sue perplessità con l’omologo israeliano, evidenzia la “preoccupazione che effettivamente desta oggi la situazione umanitaria nella Striscia di Gaza” e le consegue “degli effetti che si stanno registrando in tutto il mondo; l’offensiva a Rafah, che ha visto contrari molti Paesi e molte opinioni pubbliche, rischia di far crescere ancor di più e radicare i sentimenti di odio per Israele sia in Medio oriente che altrove”. Dal ministero degli Esteri tedesco si bollano come “insopportabili” le immagini dei corpi carbonizzati, tra i quali quelli di molti bambini, che il portavoce della Casa Bianca definisce invece come “strazianti”, mentre il Canada si dice “inorridito” e ricorda di non sostenere l’iniziativa israeliana. Sul fronte Onu, il segretario generale Antonio Guterres è netto nel dire che “questo orrore deve finire” e il Consiglio di Sicurezza ha convocato per oggi una riunione d’emergenza a porte chiuse.


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