Attualità

IN GIUSTIZIA – Le regole del gioco, il caso Marco Mancini

di Francesco Da Riva Grechi -


Consiglio a tutti la lettura, avvincente come un romanzo, del libro di Marco Mancini, Le regole del gioco, sugli anni che hanno insanguinato l’Italia a causa del terrorismo, a partire dal 1969 e gli interessi italiani nel mondo durante la Jihad islamica in tutto il Medio Oriente fino ad oggi.
L’autore e protagonista racconta la serie di ingiustizie subite lungo una carriera di carabiniere al servizio prima della Sezione speciale anticrimine del Generale dalla Chiesa e poi del Controspionaggio militare, da lui chiamato “offensivo”. Non voglio spoilerare gli episodi narrati. Per esempio, l’affaire autogrill, del 23 dicembre 2020, definito consegna di scatola di biscotti, come dono prenatalizio, nella mani di Matteo Renzi, e costato la fine della sua carriera. La riflessione sarà, come sempre, giuridica. E pur essendo dannatamente intessuto di fatti, operazioni e dunque azione in tutti i sensi, questo libro, probabilmente nell’inconsapevolezza del suo autore, pur lucidissimo per sua propria professionalità, ha un risvolto deontologico nel senso democratico istituzionale del termine: racconta come un servitore dello stato, che non tralascia di onorare la memoria del suo Maestro, Carlo Alberto Dalla Chiesa, vive la Costituzione sulla sua “pelle”.
Anzitutto per aver lavorato tutta la vita avvertendo di agire per il “sacro dovere di cittadino”, nella difesa della Patria (Articolo 52, comma 1, della Costituzione Repubblicana); in secondo luogo per l’ulteriore dovere di essere fedele alla Repubblica e di osservarne la Costituzione e le leggi (Articolo 54, comma 1, Costituzione) ed infine per aver adempiuto a tutti i suoi doveri con disciplina ed onore (Articolo 54, comma 2 della Costituzione).
Dovere, Patria, Fedeltà, Disciplina, Onore. L’occhio giuridico e soprattutto la metodologia abitudinariamente seguita impone ora, anche per sfuggire alla retorica, un corretto bilanciamento con altri valori costituzionali che incarnano i principi fondanti della Repubblica e si ritrovano nei primissimi articoli del nostro testo costituzionale: Democrazia, Lavoro, Solidarietà, Pari dignità, Eguaglianza e così via.
L’esito del giudizio quale potrà essere? Anzitutto una premessa tecnica: il contenuto della prescrizione in un articolo piuttosto che in un altro non ha immediato significato gerarchico: la Patria non può essere meno importante della Solidarietà anche se la Democrazia è sicuramente più importante della Disciplina. L’esito del giudizio sostanziale è però diverso perché diversa è la collocazione nella prima parte della costituzione piuttosto che nella seconda. I principi fondamentali si trovano nei primi dodici articoli e ovviamente hanno l’importanza che si deve alle linee essenziali dello Stato. I diritti e i doveri, tuttavia, sono fondamentali quanto i principi primari e condizionano la stessa esistenza giuridica dei codici e delle leggi.
In conclusione, occorre che, soprattutto nell’ambito dei rapporti politici, doveri come Patria, Disciplina ed Onore, nello svolgimento delle pubbliche funzioni, abbiano lo stesso valore formale e sostanziale e siano considerati inscindibili, rispetto ai “doveri inderogabili di Solidarietà Politica, Economica e Sociale”, di cui tratta l’articolo 2, seppure declinati diversamente a seconda della considerazione degli aspetti comportamentali, nel primo caso, o dei fondamenti teorici nel secondo.


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