Cinema

Le sliding doors del cuore ne “La donna per me”

di Riccardo Manfredelli -


“La donna per me” è un film sulle sliding doors dell’amore. Ne è protagonista Andrea (Andrea Arcangeli), architetto trentenne che alla vigilia del suo matrimonio con Laura (Alessandra Mastronardi) è assalito da mille dubbi: è davvero lei la donna a cui vuole consacrare il resto della sua vita? Per aiutarlo a sciogliere ogni riserva, il Destino apparecchierà per lui uno strano scherzo costringendolo a rivivere, come in un loop temporale, sempre lo stesso giorno ma nei panni di una persona sempre diversa, quelle che avrebbe potuto essere se lui e Laura si fossero semplicemente sfiorati, scontrati o addirittura mai conosciuti, sperando che (quando tutto gli apparirà chiarissimo) non sia troppo tardi.
Diretto da Marco Martani, “La donna per me” si regge completamente sulla capacità del protagonista di giocare con il proprio corpo, di mimetizzarsi nelle vite degli altri: tra un latin-lover incallito, fissato con la forma fisica e con un estremo culto della personalità (ce lo dimostra il ritratto fotografico che campeggia sulla parete sopra al letto) e un promettente avvocato da una famiglia di rampanti principi del foro, la trasformazione più sorprendente è quella che vede Andrea Arcangeli calarsi nei panni del rapper Strazio; tatuaggi, capelli rasta e una condanna agli arresti domiciliari come “starter pack”.
Mentre lo guardavo fuggire per incontrare Laura, costante silenziosa di tutte le versioni di sé che Andrea offre in 103 minuti di racconto, inseguito da uno stuolo di fan assatanati alla ricerca di un selfie mi sono chiesto quale sia, oltre il personaggio, il rapporto di Arcangeli con la popolarità, e la risposta l’ho trovata in un’intervista rilasciata circa un anno fa in occasione della presentazione del film “Come pecore in mezzo ai lupi” per Netflix: «Stare al centro dell’attenzione mi imbarazza più adesso che quando ero piccolo. Ho sviluppato tardi, qualcuno mi bullizzava perché ero bassino, e sarà per questo che ho sempre cercato una certa rivalsa: dovevo dimostrare di essere all’altezza, e questo si è tradotto in un lavoro sotto i riflettori che amo e odio allo stesso tempo. La cosa che mi spaventa di più? Perdere di vista le cose che contano davvero». Proprio come il protagonista de “La donna per me”, anche Andrea Arcangeli prima di diventare attore, e quindi di «scoprire le potenzialità del corpo come strumento di narrazione», ha attraversato diverse vite (a un certo punto, da campione regionale di ginnastica artistica ha persino sognato una medaglia d’oro alle Olimpiadi): «era inevitabile che avrei fatto cinema: usavo la paghetta settimanale per comprarmi il biglietto per la sala e partecipavo a diversi cortometraggi». Per l’amore, invece, non c’è fretta (Arcangeli ha avuto una lunga relazione con la collega Matilda De Angelis finita nel 2019, ndr.): « Sono sia un grande sognatore dei miei spazi che una persona che vorrebbe qualcuno ad aspettarlo a casa. Se arriverà, lo accoglierò altrimenti starò bene anche da solo».


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