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Le tappe per il superamento della sperimentazione animale

di Ivano Tolettini -


Sabato scorso mettevamo in luce che in Italia sono censiti ancora 600 laboratori che utilizzano gli animali nella sperimentazione per la fabbricazione dei farmaci. Nonostante l’influenza degli organoidi nella ricerca biomedica e l’obiettivo del superamento del modello sperimentale tradizionale, va tuttavia chiarito che non è sempre corretto parlare di metodi alternativi a quelli usati non solo da case chimico-farmaceutiche, istituti di ricerca, università e ospedali, ma anche da enti spaziali e militari nella sperimentazione animale in laboratorio, perché essa è ancora richiesta per legge, sia per l’approvazione di farmaci che per altri trattamenti, prima di quella clinica negli esseri umani. Sebbene molti ricercatori oggi sostengano che “ormai la vera scienza non usa gli animali”.

NUOVO PARADIGMA
Il punto ribadito soprattutto nel mondo occidentale, dove l’accelerazione per una nuova ricerca biomedicale e l’incremento dei finanziamenti per il nuovo paradigma che superi “le inutili sofferenze degli animali” è un dato acclarato, è che con la ricerca sperimentale di base – o finalizzata alla produzione di un farmaco – eseguita sugli animali non si ottengono informazioni utili per l’uomo, quindi non si tratta di usare “metodi alternativi”, ma più semplicemente si tratta di smettere di portare avanti quella parte di ricerca che usa animali – com’è ormai noto la maggior parte degli studi pubblicati sulle riviste scientifiche non usa animali – e dedicarsi solo al resto con i modelli basati sugli organoidi sempre più mini o di strutture cellulari tridimensionali artificiali che sono realizzate a cominciare dalle cellule staminali dell’uomo. In quest’ottica i grandi cambiamenti come gli effettivi progressi della medicina si sono sempre avuti grazie a osservazioni cliniche, a studi epidemiologici, a innovazioni tecnologiche (quali l’invenzione del microscopio, dei moderni strumenti di diagnosi, ecc.), e, venendo ai test di tossicità, i risultati più affidabili sono quelli basati su colture di cellule umane, simulazioni al computer, modelli sintetici basati su dati già noti sulla specie umana e che impediscono le inutili sofferenze degli animali.

TEST E OBIETTIVI
Ecco allora che immaginare che esista solo la ricerca sugli animali e niente altro non solo è semplicemente sbagliato alla luce degli orientamenti anche legislativi degli ultimi anni, perché questa per fortuna non è più la realtà, visto che la ricerca sugli animali è diventata negli ultimi dieci anni solo una porzione della ricerca totale, ed essa va progressivamente eliminata, grazie anche all’impatto del sistema delle “3R – Replace, Reduce, Refine: sostituire, ridurre e affinare” la sperimentazione animale per ridurre il loro utilizzo. In questa prospettiva la sperimentazione animale può essere autorizzata solo se non vi sono metodi alternativi efficaci per ridurre il numero di animali da laboratorio e la loro sofferenze. Quanto invece ai test di tossicità, quelli cioè necessari per la messa in commercio di sostanze chimiche, cosmetici e farmaci, ha invece senso parlare di metodi “alternativi”, perché “non si tratta di ricerca, ma di test standardizzati, sempre uguali a se stessi, tanto che ha ormai senso dire che questi vanno semplicemente sostituiti con metodi alternativi senza gli animali”, poiché sono test altrettanto standardizzati, diventati negli ultimi anni più moderni ed efficaci, dunque non così grossolani e inutili come quelli che usano animali, che ormai risalgono a oltre mezzo secolo fa.

CULTURE CELLULARI
Si spiega perché la nuova frontiera della scienza di laboratorio è quella di allestire modelli cellulari che superino quelli di origine animale con un’affidabilità decisamente superiore ed evitare che una parte rilevante dei farmaci immessi sul mercato vengano ritirati già entro il primo anno per i cosiddetti “fenomeni avversi”. Non è un caso che ogni anno si riduce il numero degli animali vivisezionati. I metodi senza animali ad esempio per i test di tossicità sono centrati su colture di cellule e tessuti umani, anche combinati, ricorrendo a metodi computerizzati con un’affidabilità superiore rispetto ai farmaci sperimentati solo sugli animali. I mini-organi sono da tempo utilizzati al posto degli animali dai ricercatori.


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