Lecornu, mossa (non) a sorpresa. Riforma pensioni congelata per cercare di vivacchiare
Verranno esaminate domani alle 9 dai deputati francesi le due mozioni di sfiducia contro il governo
Il primo ministro francese Sébastien Lecornu ha annunciato una sospensione della riforma delle pensioni “fino alle elezioni presidenziali” del 2027 nel disperato tentativo di raccattare i voti del Partito Socialista, necessari per tirare a campare. Nel suo discorso davanti all’Assemblea nazionale, il premier ha spiegato che la sospensione costerà “400 milioni di euro nel 2026 e 1,8 miliardi nel 2027” e “dovrà essere compensata da risparmi”.
L’impegno di Lecornu
“Ho proposto al presidente della Repubblica un governo che, entro tre mesi, consegni alla Francia un bilancio serio e affidabile, utile e positivo per il popolo francese”, ha detto Lecornu, presentando il suo governo come l’incarnazione del rinnovamento, grazie all’ingresso “di alcuni degli esperti più competenti del nostro Paese”. Un’operazione di maquillage che non muta né la sostanza dell’esecutivo né la realtà delle cose. Alla luce degli attuali rapporti di forza, la soluzione all’orizzonte ha un nome antico: il “mercato delle vacche”. I numeri possono anche essere trovati, ma a caro prezzo.
Il premier, in uno scatto di macronismo, ha preso di mira La France Insoumise e il Rassemblement National affermando che la Francia in questo momento non si trova in una “crisi di regime”. “Alcuni vorrebbero che la situazione si trasformasse in una crisi di regime, ma ciò non accadrà”, ha garantito il capo del governo, chiedendo che “siano adottate misure di emergenza”.
Melenchon tira dritto
Il leader de La France Insoumise, Jean Luc Melenchon, ha bocciato senza appello l’apertura di Lecornu in Parlamento. “Ora tutti faranno finta di non aver sentito che la sospensione della riforma ha un limite fisso”, ma “poi riprenderà il suo corso”, ha sottolineato Melenchon, secondo cui “solo la generazione del 1964 guadagna tre mesi, ne guadagnerebbe nove con l’abrogazione, come già votato dall’Assemblea”. “Inoltre – ha avvertito l’esponente della sinistra radicale – il potere eletto nel 2027 potrebbe recuperare il ‘ritardo’ o fare qualsiasi altra riforma peggiore”.
Le mozioni di sfiducia e i possibili sviluppi
Verranno esaminate domani alle 9 dai deputati francesi le due mozioni di sfiducia contro il governo Lecornu 2 presentate dal Rassemblement National e da La France Insoumise. A stabilirlo è stata la conferenza dei presidenti dell’Assemblea nazionale.
Il presidente francese Emmanuel Macron “ha insistito sulla stabilità istituzionale” e sull’importanza del “compromesso” durante la prima riunione del nuovo governo francese all’Eliseo. Lo ha riferito la portavoce dell’esecutivo, Maud Bregeon, al termine del Consiglio dei ministri. Per Bregeon, che ha riportato il pensiero di Macron, le mozioni di censura sono “mozioni di scioglimento e devono essere viste come tali”.
I Verdi, guidati da Cyrielle Chatelain, hanno fatto sapere che voteranno per censurare il governo, nonostante la sospensione della riforma delle pensioni fino alle presidenziali. Deciso a mandare all’aria i piani di Macron è anche il Rassemblement national. Marine Le Pen, capogruppo del partito all’Assemblea nazionale, ha definito “terribilmente brutto” il progetto di bilancio 2026 presentato ieri, denunciando che “le spese dello Stato continuano ad aumentare, almeno 25 miliardi di euro” e comporteranno “ancora nuove tasse”.
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