Pensioni, tra stop flessibilità e Tfr
La maggioranza e il governo iniziano a imbastire la Manovra il cui percorso inizierà a metà ottobre
La partita delle pensioni resta il nodo più delicato della prossima legge di Bilancio. Al meeting di Rimini, il sottosegretario al Lavoro, Claudio Durigon ha chiarito le linee: stop all’aumento automatico dell’età pensionabile legato all’aspettativa di vita e nuovi canali di uscita anticipata. Il primo obiettivo è sterilizzare per due anni l’adeguamento previsto dalla riforma Fornero, che dal 2027 innalzerebbe l’età pensionabile da 67 anni a 67 anni e tre mesi. Una misura dal costo stimato tra 1 e 1,5 miliardi l’anno, circa tre miliardi nel biennio, che al momento non ha copertura certa. Una clausola politica più che una scelta definitiva, ma indispensabile per tenere insieme maggioranza e sindacati.
Parallelamente si lavora a un restyling delle uscite. Quota 103, 62 anni e 41 di contributi, è destinata a chiudere per scarso utilizzo. Al suo posto prende forma l’uscita a 64 anni con 25 anni di contributi, purché l’assegno sia almeno triplo rispetto al minimo. La novità è l’utilizzo del Tfr come rendita integrativa, così da rafforzare la pensione e permettere a chi lascia il lavoro prima di colmare il divario con chi resta fino ai 67.
In Legge di Bilancio anche novità sul Tfr
Sul tavolo anche l’ipotesi di un “silenzio-assenso”: in assenza di scelta del lavoratore, il Tfr accantonato dalle imprese sopra i 50 dipendenti verrebbe conferito automaticamente ai fondi di previdenza complementare. Una proposta che riapre vecchie polemiche tra sindacati e imprese e che segna la volontà di dare più forza al secondo pilastro pensionistico, dopo anni di scarso appeal.
Ma le divisioni nel governo emergono sul terreno economico. In vista della Legge di Bilancio, Giorgetti ha invitato le banche a “girare alle famiglie” i benefici dello spread basso, ricevendo la secca replica del vicepremier Tajani: “Le banche sono imprese, non servono pizzicotti ma un sistema forte”. Ancora più netta la chiusura sull’ipotesi di trasferire le casse private nell’Inps: “È da Paese statalista, Forza Italia non lo permetterà”.
Resta la distanza tra esigenze di bilancio, spinta leghista alla flessibilità e difesa liberale dei fondi privati. Intanto i dati Inps fotografano un’età media di pensionamento anticipato a 61 anni: ben sotto i 64 ipotizzati dal governo. La trattativa si annuncia complessa e lunga, con un solo punto fermo: ogni scelta avrà un prezzo, politico ed economico, e ricadrà su una platea di lavoratori che chiede certezze e non più rinvii.
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